  | Perché taccia il rumor di mia catena 
di lagrime, di speme, e di amor vivo, 
e di silenzio; ché pietà mi affrena 
se di lei parlo, o di lei penso e scrivo.            
 
Tu sol mi ascolti, o solitario rivo, 
ove ogni notte amor seco mi mena, 
qui affido il pianto e i miei danni descrivo, 
qui tutta verso del dolor la piena.                  
 
E narro come i grandi occhi ridenti 
arsero d'immortal raggio il mio core, 
come la rosea bocca, e i rilucenti                  
 
odorati capelli, ed il candore 
delle divine membra, e i cari accenti 
m'insegnarono alfin pianger d'amore.         
 
Metro: sonetto (ABAB, BABA, CDC, DCD). 
 
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