  | Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo 
di gente in gente, me vedrai seduto 
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo 
il fior de' tuoi gentil anni caduto.                 
 
La Madre or sol suo dì tardo traendo 
parla di me col tuo cenere muto, 
ma io deluse a voi le palme tendo 
e sol da lunge i miei tetti saluto.                  
 
Sento gli avversi numi, e le secrete 
cure che al viver tuo furon tempesta, 
e prego anch'io nel tuo porto quiete.              
 
Questo di tanta speme oggi mi resta! 
Straniere genti, almen le ossa rendete 
allora al petto della madre mesta.      
 
Metro: sonetto (ABAB, ABAB, CDC, DCD). 
 
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