 | 📘Intervista ad Elisabetta Farris, che presenta ai lettori il libro "ESORDIO / Debut".
📌Opera in duplice lingua: Italiano e Inglese
📎In eBook a soli Euro 7.99
https://www.ibs.it/esordio-debut-ebook-elisabetta-farris/e/9788859197911
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “ESORDIO”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo “Esordio” deriva dal fatto che è il mio primo libro di poesia, l’inizio di un viaggio che vuole abbracciare l’essere umano in tutti i suoi aspetti. Con questo viaggio letterario ho voluto attraversare i miei stati d’animo, rendendoli corali e sottolineandone il fatto che sono presenti in ognuno di noi. L’ansia, la periodicità di pensieri fissi, l’amore, la solitudine sono tutte dimensioni che ci accomunano, che ci rendono vulnerabili e allo stesso tempo, tremendamente vivi.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Non c’è scrittura senza realtà. Tutto ciò che sorge dal nostro pensiero e dalla nostra creatività è la prova che la nostra esistenza nasce e si sviluppa nella realtà. La velocità del mondo che stiamo vivendo diventa materia per la scrittura che assurge a una sorta di terapia contro un mondo che ci vuole sempre più apatici esistenzialmente e strutturalmente. La poesia e la scrittura, in genere, offrono un salvagente sicuro in tutti quei momenti in cui ci si sente annaspare in mezzo alle tempeste della vita.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Ha sicuramente permesso di comprendere e scandagliare ciò che vivo quotidianamente. La poesia è testimone di una realtà, a volte dolorosa, che non deve essere dimenticata. Noi tendiamo spesso a voler fuggire il dolore, invece, bisognerebbe attraversarlo per poi rendersi conto che non è eterno e che, soprattutto, ci aiuta a conoscere meglio noi stessi e gli altri. È come se questo valore testimoniale avesse un ruolo catartico e memoriale con la nostra anima.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “ESORDIO”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ho studiato letteratura e musica per cui sento di avere un doppio legame con la poesia. Scrivere poesia è stato quasi un “caso” dettato dall’osservare momenti di vita che si dimenavano per venire fuori. La poesia “Paesaggio”, ad esempio, la ricordo con particolare piacere perché deriva da uno scorcio che avevo il privilegio di vedere ogni mattina nella città di Vittorio Veneto. La cosa mi colpì talmente tanto da far sì che le parole sgorgassero come un fiume in piena. Tale era la bellezza del posto e soprattutto la bellezza di ciò che quell’immagine suscitava in me, da non poter non essere scritta a futura memoria.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale? Risposta - Il mio poeta preferito è Giovanni Pascoli ed è a lui che devo la scelta del mio percorso di studi. La semplicità dei suoi sentimenti intesi come genuini e a tratti ingenui, frammisti a un’arte tremendamente sapiente di collocare sullo stesso piatto della bilancia tensioni, modernità linguistica e intimità gli hanno permesso di essere, a tutt’oggi, uno dei capisaldi della Letteratura Italiana. Averlo considerato per anni un poeta stucchevole e a tratti zuccheroso non ha permesso a diverse generazioni di coglierne la reale emblematicità dei suoi versi apparentemente alla portata di tutti.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - La musica classica, sicuramente. La polifonia della Scuola Romana di Palestrina, oppure la liederistica dell’Ottocento per approdare all’Opera Lirica degli interpreti del secolo scorso mi hanno permesso, studiandola e realizzandola, di comprendere quanto sia fondamentale il sottotesto. Le note non sono solo valori organizzati secondo regole prestabilite ma sono l’espressione di una realtà magnificamente eterogenea che si presta a differenti interpretazioni.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Mi piace la narrativa francese dell’Ottocento e troppo tardi ho scoperto quale incredibile capolavoro sia "I Promessi Sposi": il capitolo dove è presente il dottor Azzecca-garbugli andrebbe imparato a memoria. Altresì Kurt Vonnegut, Mariapia Veladiano, la letteratura fantascientifica così come Dino Buzzati sono autori incredibilmente straordinari; inoltre non posso non citare Michela Murgia che col suo “Accabadora” ha scritto un capolavoro di rara intensità.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Entrambi per ragioni differenti. Il cartaceo mi permette di avere un rapporto più intimo con ciò che sto leggendo. Leggere un libro cartaceo è un’esperienza sensoriale: l’emozione tattile delle dita che accarezzano la carta, il profumo della carta, il fruscio delle pagine mentre le giri è un immergersi e ritrovare sensazioni autentiche, che mi riportano alla spensieratezza della mia infanzia, quando bastava aprire un libro per perdersi isolandosi dalle brutture del mondo. Il digitale, da parte sua, vince a man bassa sul tema della portabilità (nello spazio e nel peso di un E-reader si possono scaricare intere librerie), una velocità che sfiora l’immediatezza sulla reperibilità/fruibilità di un qualsiasi titolo cercato e, non ultimo, un costo minore dei singoli ebook (che per una divoratrice di libri è un fattore considerevole).
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - È stato tutto molto spontaneo e consequenziale. Ho cercato di catturare, ogni qual volta si presentava l’occasione, tutte le sensazioni che poi sono confluite nelle poesie. La poesia è prima di tutto ispirazione e poi lavoro certosino. Ad ogni modo è stato come un fluire di pensieri che si sono incasellati nella maniera più naturale possibile.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “ESORDIO”, se non lo avesse scritto?
Risposta - Sono delle poesie “vere”, realmente sentite e vissute. Inoltre, credo che coloro che amano la poesia troveranno ciò che ho scritto particolarmente introspettivo e magari anche consolatorio.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - In futuro desidererei scrivere ancora poesie ma anche sperimentare altre forme di narrazione perché la scrittura è un modo per vivere sé stessi e gli altri in totale armonia. Seguitemi sui social!
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