 | 👉 Intervista a Gianluca Soli, che presenta ai lettori il libro “Ragnarọk – il destino degli Dei”
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Ragnarọk – il destino degli Dei”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Filologicamente “ragnarøkkr” è il crepuscolo degli Dei, un evento storico della mitologia norrena mentre “#Ragnarọk” è il percorso che porta al loro destino. Gli Dei in questione sono l’intelligenza umana e l’intelligenza artificiale in una triade che vede Amore al vertice.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Il racconto è intriso di “realtà”, si può dire che sia un tentativo di interpretare la “realtà” senza mai definirla. È uno sguardo dentro la realtà tra significato e significante, uno sguardo della mente che rimbalza dall’esterno alle profondità interne dell’osservatore. Sono triestino, per noi tutto è presupposto per riflettere sulla psiche umana e non umana. Tra Vienna a Basaglia, Trieste è il luogo geometrico dell’inconscio collettivo.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Nulla, tutto? La memoria su ciò che penso, il pensiero, che, per me, è la mia coscienza, la mia anima laica. Scrivere è un modo per salvare un pezzo della propria anima, innestandola nell’animo altrui.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Ragnarọk – il destino degli Dei” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Le notti ad ascoltare i personaggi, le loro ansie, dubbi, erano attori da capire e guidare.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Molti, ma se dovessi pensare ad un libro da portare con me in un viaggio eterno direi: “Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Shakespeare, Bertolt Brecht, il teatro espressionista, la filosofia esistenzialista tedesca, Robert Musil soprattutto nel suo “l’uomo senza qualità “, Saba, Svevo, Joyce.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Saggistica.
Domanda . Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Cartaceo, questione di profumo della carta, tatto. Il libro cartaceo ha una sua sensualità e sessualità.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Il processo creativo è stato soprattutto visivo. È stato un diario quotidiano delle immagini, del teatro delle emozioni che andavano in scena nella mia testa.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Ragnarọk – il destino degli Dei”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Una grande storia d’amore che commuove e affronta con compassione il futuro della condizione umana nel complesso rapporto con l’Intelligenza Artificiale, senza sfruttare facili paure.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì, “Der Sturm” un romanzo storico che racconta la vita dei soldati triestini italiofoni del 97° reggimento di fanteria Freiherr von Waldstätten, KuK, che l’undici agosto 1914 partirono da Trieste per Leopoli. Un racconto che entra profondamente nella psicologia dell’individuo e della Città, divisa tra una madre, l’Italia, melliflua e melodrammatica, e un padre asburgico anaffettivo, rigoroso con un senso dello Stato assoluto. Anche una storia d’amore dove l’amore si scompone tra genitori e figli, uomo e donna, cittadino, dove l'amore è luogo dell’anima, ed è sempre salvifico.
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