 | 👉Intervista a Irene Malacarne che presenta ai lettori il libro "Mamma - Il dono della vita"
▶️In duplice lingua: Italiano e Inglese
Domanda - Perché questo titolo?
Risposta - Il titolo del libro è il fulcro, è l'essenza stessa di questo volume, tutto gira attorno alla protagonista di questo racconto, che, anche se non è più presente fisicamente, lo è in modo indiretto in tutto ciò che accade nella mia esistenza. Questo libro, parla di Lei e di ciò che era e sarà sempre per me.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Incisa nella scrittura, vi è solo pura realtà, ciò che ho provato nei vari momenti, ciò che sentivo dentro di me. Ogni cosa, l'ho vissuta sulla mia pelle ed è rimasta impressa nel cuore.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Di questo libro, rimarrà salvo nel tempo il dolore provato ma anche la forza della rinascita. Custodirò per sempre queste ferite dell'anima cercando di ricordare i bei momenti vissuti.
E un giorno, rileggendo, guarderò indietro nel tempo sorridendo, sapendo che chi si ha amato davvero non potrà mai morire, non ci si dimentica di ciò che è stato qualcosa di assoluto per noi.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Mamma - Il dono della vita”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ogni singolo attimo racchiude un ricordo, non vi è un momento meno o più importante, ogni cosa accaduta fa parte di un vissuto che non si può spezzare, né descrivere in modo totale, perché fa parte di me. Così, ogni momento ha il suo valore.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Per questo volume, non ho cercato ispirazione, non ne ho avuto bisogno. Tutto è frutto dei miei sentimenti, di ciò che ho provato e che non può essere più autentico e vero di così.
L'ispirazione in queste mie parole sono solo state il dolore e l'amore provato. A volte, ciò che si scrive, può diventare ancora di salvezza per noi stessi o per chi legge, può diventare uno sfogo dell'anima, uno spiraglio di luce per la mente, una speranza per il cuore.
In generale, nutro una grande stima letteraria per lo scrittore Freitas, in grado, a mio parere, di coinvolgere e di saper toccare più temi, mantenendo la sua impronta che lo contraddistingue.
La cosa che più influenza il mio scrivere, penso sia la vita stessa, che non smette mai di stupirci.
E la musica, che ci permette di viaggiare stando in un luogo solo.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Altri generi, mi piace la sana follia del fantasy malinconico, l'introspettività e il mistero dei thriller, i passi di vita delle biografie romanzate e ben articolate che accendono curiosità con la loro profondità.
Domanda - Cartaceo o digitale?
Risposta - Nutro una preferenza per la vecchia stampa rilegata, l'impaginazione tradizionale. Stare a passo con i tempi ormai è d'obbligo e può essere comodo, ma nessuno mi toglie l'idea, che non ci sia niente di più bello del recarsi in una libreria, farsi rapire dalle immagini di una copertina, stringerla fra le mani e sentire il profumo delle pagine da sfogliare.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - Scrivere per me è un flusso naturale. Ogni cosa mi fa provare quell'impulso di mettere su carta ciò che provo. Liberare parole, macchiare pagine immacolate con pensieri d'inchiostro. Scrivere è vita, è un mondo dentro da trascinare fuori, è come prendere una boccata d'aria, è anima rinchiusa in uno spazio fra frasi e virgola.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "Mamma - Il dono della vita", se non lo avesse scritto lei?
Risposta - Se non fossi stata io a scriverlo....
Penso che a quasi nessuno importi davvero ascoltare il dolore che portiamo dentro, ciò che prova qualcuno che non si conosce e che, per certo, non incontreremo mai.
Cosa ci spinge a farlo? L'empatia?
Ma è proprio questo che mi fa riflettere, forse conoscere il mondo, i qualcuno, può aiutarci a vedere il nostro in modo differente, può donarci quel qualcosa in più che abbiamo perso o che semplicemente ci manca. Può farci notare qualcosa a cui magari spesso, presi dalla fretta e dal disinteresse, non prestiamo attenzione.
Saper ascoltare, sapersi guardare dentro, non è per tutti e, non tutti, lo fanno allo stesso modo.
Domanda - Progetti futuri?
Risposta - Ho altri progetti? Sì. Li definirei più piccole opere d'arte create dalla mia immaginazione, che prendono forma dai miei pensieri. Ma per ora, non voglio spoilerare altro.
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