 | 👉Intervista a Salvatore D'Incertopadre che presenta ai lettori il romanzo “IL FALEGNAME Da Guspini a Shanghai”
📸 Salvatore D'Incertopadre nello stand Aletti al Salone del Libro di Torino con il romanzo "Il falegname".
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “IL FALEGNAME”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il protagonista è un falegname. Il suo lavoro, iniziato in età adolescenziale, diventa per lui una passione, un’arte. In ogni pagina del libro si sente il profumo dei trucioli di legno. Nel racconto si celano diversi argomenti: l’amore materno, l’amicizia, lo scontro politico, la passione per l’arte, e soprattutto l’idea che per essere eroi non serve imbracciare un’arma.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà della guerra, la sua crudeltà, capace di rompere definitivamente e tragicamente un’amicizia, un amore, un ideale.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - L’assurdità della guerra, che non solo uccide e distrugge, ma cancella anche le ambizioni e le speranze dei giovani.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “IL FALEGNAME”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - La descrizione dei soprusi, delle torture, delle violazioni fisiche subite da Maria nel campo di concentramento, è una pagina che ha commosso me stesso mentre la scrivevo. L’ho sentita così reale, da provare quasi lo stesso dolore della vittima nel raccontarla.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Quasi sempre le mie storie sono in parte reali, raccolte attraverso interviste fatte a personaggi conosciuti durante la mia attività lavorativa. Per il resto, mi rifaccio all’ampia bibliografia sul Novecento e in particolare sulle due guerre mondiali e sul fascismo.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Il romanzo contemporaneo, in particolare il rapporto uomo donna. Quando ho bisogno di rilassarmi, mi diletto a scrivere romanzi gialli.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Assolutamente cartaceo.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Scrivo da quando ho iniziato il mio percorso da pensionato. È un rapporto d’amore, nel quale a tenere la scena e imporre la conduzione degli avvenimenti sono io, ma con grande rispetto per i personaggi veri o inventati di cui parlo: sono i miei nuovi amici che mi girano ogni giorno intorno e che mi tengono compagnia nel mio studio.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “IL FALEGNAME”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Per scoprire un mondo sconosciuto.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - I miei lavori futuri sono già realtà. Ho pronto due storie su due famosi Faraoni, una storia sulla prima Crociata e una sull’ultima. Poi un romanzo storico in cui racconto le vicende vissute da mio padre, giovane carabiniere, in Slovenia durante l’occupazione italiana. In questo momento sto scrivendo un romanzo su Erostrato, ispirato all’opera scritta da Alessandro Verri, pubblicata nel 1815.
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