 | 👉Intervista a Rita Venturelli, che presenta ai lettori il libro di narrativa “NEL VENTO E NELLA VITA” (Aletti Editore)
Domanda - Ci spiega la scelta del titolo e ci anticipa qualcosa sul contenuto del libro?
Risposta - Il titolo, “NEL VENTO E NELLA VITA”, deriva dal contenuto del libro, che narra storie di vita reale, in gran parte lontane nel tempo. Nel titolo è inclusa una contrapposizione tra la concretezza della vita e la natura effimera del vento, come tra ‘il prima’ e ‘il poi’: ‘il prima’ è il vivere quotidiano con le sue sfide, le lotte, le cadute; ‘il poi’ è l’inesorabile disperdere del tempo che, come il vento, porta via e distrugge. Da qui il desiderio di affidare i vissuti alla parola scritta per sottrarli all’oblio del tempo e affidarli vivi al flebile vento del ricordo.
Nella narrazione, argomenti ricorrenti sono la consequenzialità dei comportamenti sia rispetto ai rapporti interpersonali, sia rispetto agli eventi che all’evoluzione socio-ambientale. Inoltre l’attenzione è costantemente rivolta verso il risvolto psicologico che gli accadimenti, le scelte (spesso condizionate) determinano nei personaggi. Pertanto, i comportamenti personali, tendono a generare, in chi legge, un senso di umana comprensione e partecipazione.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Intento del libro è proprio raccontare la realtà dei fatti e mettere a nudo l’anima dei personaggi.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Il libro scaturisce prima di tutto dalla volontà di custodire la memoria della vita di mia madre e poi di dare spazio alle storie, non complete, di altre donne.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “NEL VENTO E NELLA VITA”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Gli episodi del libro che più amo ricordare sono quelli del periodo adolescenziale di mia madre. Essi mi suscitano profonda tenerezza, riesco, con l’immaginazione, a intravederla, con la sua schiettezza, con la sua ingenua semplicità. Mi coinvolge lo sfondo della cittadina di Orvieto, mia terra nativa, e l’atmosfera di quei tempi lontani, il fascino perduto di una vita semplice, complicata e dura nello stesso tempo.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Mi sono sempre piaciuti autori come Verga e Pirandello; diciamo che mi sono ispirata, in senso lato, al romanzo impersonale e psicologico.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Una disciplina artistica che mi influenza emotivamente è la musica: classica, a piccole dosi, attuale, di cantautori-poeti come Battiato, De Gregori, Dalla, De Andrè (e molti altri) e quella Peruviana. Pure la danza classica è una disciplina artistica che amo e non posso fare a meno di nominare Carla Fracci, alla quale ho dedicato una poesia.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Il genere letterario che preferisco è senza dubbio la poesia, genere che mi ha sempre coinvolta, fin dai tempi della scuola. Essa, per l’immediatezza di espressione, nel momento in cui emozioni e pensiero si incontrano con la parola, esercita su di me un potere liberatorio, quasi fisico oltre che mentale e spirituale. Amo non solo le poesie degli autori classici, ma apprezzo anche le filastrocche e le poesie di Rodari e moltissime poesie di autori contemporanei sconosciuti. Altro genere letterario in cui mi sono cimentata in un altro libro è il saggio critico-riflessivo e la novella o fiaba psicologica.
Domanda - Libro cartaceo o digitale?
Risposta - Preferisco senza dubbio il libro cartaceo, con esso stabilisco un contatto più concreto e personale.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - Il mio rapporto con la scrittura del libro ”Nel vento e nella vita” è stato un po’ controverso: a volte piacevole, emozionante, altre piuttosto sofferto, a seconda dell’argomento della narrazione. Spesso mi sono lasciata coinvolgere dall’ansia di arrivare alla fine, forse, dovuta al fatto che è la prima volta che mi dedico a un racconto più lungo.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe ““NEL VENTO E NELLA VITA”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Premesso che posso essere un giudice di parte, credo e spero che il lettore possa ritrovare se stesso nei vari personaggi e nei contesti temporali evocati nel corso della narrazione.
Domanda - Progetti futuri?
Risposta - Come narrativa, al momento, non ho in progetto altre opere. Intendo dedicarmi, invece, alla poesia con nuove poesie e con la revisione di alcune di quelle già edite alla luce degli insegnamenti del Maestro Aletti, appresi dalla Masterclass poetica.
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