 | 👉 Intervista a Luciano Romanelli, che presenta ai lettori l'autobiografia “Lo sguardo oltre l’orizzonte”
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Lo sguardo oltre l’orizzonte”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Lo sguardo oltre l'orizzonte, vale a dire un orizzonte qui considerato quale limite ideale e non soltanto sensoriale, cioè visivo e/o spazio-temporale. Gli elementi contenuti nel flusso dei ricordi, appaiono fondamentali nell’osmosi che si realizza fra passato e presente, al di là quindi dell’orizzonte del tempo, limitato e misurato.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Trattandosi di un'autobiografia, la realtà dei ricordi costituisce la base e la costante del dipanarsi di tutta la narrazione, la quale risulta scevra da qualsiasi invenzione.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Tutti quegli eventi ed elementi della mia vita, che a vario titolo hanno concorso a trasmettere un messaggio di fiducia e di speranza, nonché di coraggio e perché no, anche di gioia e di divertimento.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Lo sguardo oltre l’orizzonte”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Mi risulta alquanto difficile rispondere a questa domanda, a causa della grande quantità di episodi importanti, per non dire fondamentali, proposti e descritti nell'autobiografia. Tuttavia, facendo un po' torto a quelli che per ragioni evidenti di spazio qui non citerei, potrei far riferimento alle incantate esperienze visive e non solo tali, della mia infanzia, ai percorsi scolastici, con i conseguenti esiti accademici e professionali; nonché all'insieme della mia esperienza matrimoniale, quindi all'incontro a Venasque con quella suora, giunta in un certo senso dal mio passato, incontro che mi ha permesso di accettare finalmente la perdita della mia vista.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Trattandosi di un'#autobiografia, devo dire che non individuerei particolari fonti di ispirazione. Mentre sul piano del riferimento culturale e sentimentale, fra gli altri, a vario titolo occupano un posto privilegiato autori quali: Riccardo Bacchelli, Eugenio Corti, Mario Rigoni Stern, Arrigo Petacco, Ken Follett, Margaret Moore, Maria Luisa Minarelli, Diana Gabaldon, Anna Grieco-Irene Grazzini, Giulio Leoni.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sì, certamente la musica, ovviamente quella classica, che nella sua apparente indeterminatezza, mi ha senza dubbio influenzato sia in maniera diretta (conscia), sia indiretta (inconscia), attraverso la produzione dei grandi compositori della sua meravigliosa Storia; composizioni ascoltate, ma soprattutto nella mia vita professionale da me eseguite al pianoforte, di autori quali ad esempio: Scarlatti, Mozart, Beethoven, Chopin, Debussy
e via discorrendo.
Potrei aggiungere anche il fatto che io stesso, nel mio piccolo, compongo musica.
Inoltre, autori di teatro quali Shakespeare, Molière, Goldoni, Giacosa, Pirandello, Eduardo, hanno costituito sempre una notevole sollecitazione della mia creatività.
Senza trascurare, ovviamente, poeti quali: Dante, Petrarca, Leopardi, Montale.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Romanzi storici, o saggi di quel genere, teatro e poesia.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Da punti di vista diversi, vanno benissimo entrambi, pur sottolineando l'ineludibile fascino dei libri cartacei.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Man mano che la scrittura procedeva, essa diveniva stimolatrice di ricordi, nella memoria apparentemente sopiti, che per sua "virtù", riaffioravano e riemergevano nitidi e chiari.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Lo sguardo oltre l’orizzonte”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Un titolo quale "Lo sguardo oltre l'orizzonte", pur apparendo contraddittorio sul piano della logica, può sollecitare interesse e curiosità, così come li sollecitano il profilo e la composizione della copertina e della relativa nota dell’Editore.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Senza ipotecare il futuro, tuttavia penserei alle Poesie, peraltro già scritte in un certo numero, nonché forse a racconti di argomento vario e chissà ..., magari ad un romanzo di non troppe grandi proporzioni.
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