 | 👉Intervista a Pen che presenta ai lettori "Un messaggio tra le dita"
Domanda - Ci parla della scelta del titolo "Un messaggio tra le dita" e degli argomenti al suo interno?
Risposta - "Un messaggio tra le dita" nasce pensato ed interpretato lentamente sulle note del Bolero di Ravel. È in questo senso una lirica. Descrive in modo accorato un intimo massaggio tra due amanti.
Il primo titolo che avevo pensato per questo scritto era "Maessaggio", solo dopo aver ascoltato le lezioni del Maestro Aletti l'ho ripensato in modo che fosse più facile per il lettore capirne il senso. La comunicazione non verbale del tocco delle dita in questo massaggio è una poesia che va oltre le parole. La prefazione del Maestro Aletti ha colto nel segno la mia intenzione.
Domanda - Quando la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Ho scritto questa poesia fra il 1997 e il 1998.
È dedicata al grande amore della mia vita.
Nel 1999 avevo proposto ad una casa editrice la pubblicazione (ho la bozza) e alla magistrale Villoresi, che allora ho contattato grazie ad un'amica comune, di interpretare il testo leggendolo a teatro.
Poi vicende varie di entrambe hanno bloccato il tutto che è rimasto nel cassetto.
Il testo ha visto la luce in seguito ad una luminosa vicenda della mia vita che sto scrivendo in un racconto da pubblicare con Aletti Editore.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - L'amore talvolta è comunicato al futuro e al mondo con incisioni su alberi, con lucchetti appesi a ringhiere, con iscrizioni su cammini montani. Io ho preferito scriverlo in forma di libro. Il libro d'amore è un dono tangibile e può essere conservato e rimanere a portata di mano.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito "Un messaggio tra le dita", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Scrivere è contemporaneamente un'esperienza formativa, va oltre noi stessi. Scrivere ci racconta, ma senza la sintassi dell'arte resta una narrazione arida per tutti.
Questo ricorda spesso il Maestro Aletti nelle sue lezioni.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - "Un messaggio tra le dita" è poesia ispirata al massaggio #Ayurvedico così come lo ha interpretato molti anni fa Horst Rechelbacher, fondatore di Aveda.
Negli anni ottanta ero una ragazzina e ho fatto alcune esperienze come modella avendo quindi in quel contesto la fortuna di conoscere Horst e la filosofia #ayurvedica che sta dietro il suo metodo, la comunicazione del bello e del bene che ci offre ogni giorno l'Universo. Questa lirica è la mia interpretazione di un rituale avedico, adattato al mio caso.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Ho studiato e insegnato in università i linguaggi non verbali. Ho ritrovato nella letteratura, in quella irlandese e in quella mediorientale, molte consonanze al riguardo. La mia scrittura è il risultato di un insieme di influenze culturali. A casa si mescolano culture nordafricane, sudamericane e francesi. Anche il mare, mia grande passione, porta una sua specifica cultura. Amo l'arte e amo disegnare. A casa si è sempre respirato il bello perché mio padre ha lavorato con grandi nomi dell'architettura e ci ha fatto frequentare persone appassionate di eccellenza.
Mi è andata bene anche a scuola. Il professore di italiano delle medie mi ha convinta a dedicarmi alla #poesia. È una persona con una cultura elevatissima e sono in contatto con lui anche adesso. È il mio motivatore.
Amo tutti i generi letterari, dalla saggistica alla letteratura.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Mi piacciono soprattutto i libri che raccontano esperienze di viaggio e di avventura. Rileggo spesso gli scritti di Cino Boccazzi e della figlia, e il loro ispiratore, Thomas Edward Lawrence. Leggo molto libri di filosofia, di politica e geopolitica. Ma adoro anche i libri di Rovelli. Possiedo una raccolta di libri di Kahil Gibran e di Nazim Hikmet. Mi piace Herman Hesse.
L'elenco sarebbe lungo, considerato che colleziono migliaia di libri.
Domanda - Libro cartaceo o digitale?
Risposta - I libri sono un mio pallino. Ho speso fortune per comprare, trasportare, collezionare e regalare libri.
Il libro in carta è ineguagliabile, mi appassiona leggere sostenendo un libro in mano, cercando le pagine e il segno, odorando la carta, apprezzando i caratteri e l'impaginazione, la brossura. Potrei fare un elenco lunghissimo sulla cultura del libro di carta.
Ritengo tuttavia che la forma digitale sia a portata di tutte le tasche.
Possedere e curare libri in carta costa molto.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Rileggere quanto è scritto in questa poesia mi ha fatto rivivere quel momento magico ogni volta. L'amore è inciso così per sempre.
Spero sia evocativo per altri e futuri #amanti.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Un messaggio tra le dita”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Se "Un messaggio tra le dita" non fosse un mio libro dovrei assolutamente comprarlo e non solo per il contenuto letterario, è anche un oggetto stiloso perché curato nei dettagli.
La prefazione del Maestro Aletti, inoltre, è già di suo un pezzo di scrittura da avere in biblioteca, un mini corso di letteratura della poesia d'amore.
Domanda - Progetti futuri?
Risposta - "Un messaggio tra le dita "è il corredo poetico della storia d'amore in cui è nato. Quella storia oggi è un racconto che sarà pubblicato con Aletti, tradotto in lingua araba a cura del Grande Maestro Hafez Haidar.
Il libro parla di un viaggio in mare in un momento in cui era in corso una guerra. È il primo di tre racconti su questa storia d'amore e anche sulla mia storia personale. Ora sto scrivendo la seconda parte.
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