 | ✔️Intervista ad Alessia Sanavio e a Sebastiano Bucolo, autori del libro di poesie “Emozioni nel terzo millennio”
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Emozioni nel terzo millennio”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risponde S.Bucolo: la consapevolezza dell’ambiente culturale contemporaneo ed il rischio correlato alla digitalizzazione culturale. La crescente digitalizzazione della vita, a partire dalla prima infanzia, comporta la riduzione della lettura di testi scritti e la progressiva perdita di contatto da parte dei cosiddetti “nativi digitali” con le sensazioni e le vibrazioni del proprio spirito, associate ad una minore tendenza all’introspezione a favore di competenze e prestazioni informatiche strabilianti. La dicotomia tra cultura scientifica e cultura umanistica ha portato in passato al concetto delle due culture che ora sembra superato ma forse non lo è ancora del tutto, in quanto la cultura scientifica sembra prendere il sopravvento su quella umanistica nelle giovani generazioni.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risponde A.Sanavio: La scrittura prende vita grazie alla realtà, per cui tutto quello che è scritto nel libro ha un punto di partenza dalla vita che ci circonda. Indubbiamente sono stati di grande ispirazione la natura, i paesaggi, le persone che caratterizzano la mia vita e gli amori, ovvero le persone che ne fanno parte in maniera più dirompente e intensa. L’ultimo capitolo riguarda i pensieri, anche qui il punto di partenza è la realtà con le sue sfaccettature che portano a innumerevoli riflessioni, producendo un pensiero più strutturato sul tempo che passa, la vita che scorre, l'importanza di sentirsi capiti e di annoiarsi.
Domanda- La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risponde S.Bucolo: Spero di essere riuscito a preservare l’amore per l’emozione, intesa come vampata dell’animo scatenata dall’osservazione del mondo. Basta un personaggio, un fenomeno naturale, uno sguardo, una scena della vita di tutti i giorni a far nascere una lacrima, un sorriso, un moto dell’anima che ha la facoltà di contagiare le altre persone e, nel nostro caso, il lettore. Riuscire a trasmettere un’emozione è la cosa più bella che l’arte in ogni forma e la poesia, nel caso specifico, possano ottenere.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Emozioni nel terzo millennio”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risponde A.Sanavio: Sicuramente alcuni episodi rimasti più impressi nella mia memoria sono i momenti di viaggio a Palermo, a Roma e durante alcune gite effettuate durante il fine settimana. Li ricordo con più fervore perché erano momenti in cui ero più a contatto con le mie emozioni, ero concentrata nel percepire come mi sentivo ed interessata a descrivere ad una terza persona quello che stavo vivendo. La possibilità di coinvolgere qualcun altro e di farlo entrare nel tuo mondo ti consente di vivere più intensamente il momento, come se fosse fatto per durare per sempre.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risponde S.Bucolo: la mia passione per la poesia è nata con i classici greci e poi anche latini, grazie al mio professore del liceo, Ciccio Leotta. È grazie a lui che ho assaporato la giovinezza cantata da Mimnermo, l’amore cantato da Saffo, la satira pungente di Ipponatte, poi ripresa da Orazio, la poesia bucolica di Teocrito, che influenzerà in tutto e per tutto la poetica di Virgilio. Ma sicuramente hanno influenzato il mio pensiero i grandi classici della letteratura italiana: Leopardi, Pascoli, Alfieri, Manzoni. Un posto a parte meritano Hermann Hesse, che ha scritto pochi ma molto intensi componimenti poetici, ed alcuni autori dell’epoca d’argento della poesia russa, i poeti-contadini: Esenin e Kljuev.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risponde A.Sanavio: Ritengo che tantissime discipline racchiuse sotto il grande cappello dell'arte siano grandi fonte d'ispirazione. Nel mio caso è stata di ispirazione una frase che ho letto su uno specchio ad una mostra, la quale ha portato alla produzione della poesia “riflessi di parole”. La poesia, infatti, come tutte le altre arti può prendere spunto dalla realtà preesistente, per sconfinare poi verso mondi nuovi ancora non creati. Parlando di quello che può essere il mondo cinematografico, un mio grande artista di riferimento, sia per quanto riguarda i film che per quanto riguarda i libri, è Paolo Sorrentino. A lui devo molto riguardo a tutti i pensieri sul passare del tempo, la poesia “inno alla noia” trae dalle sue riflessioni in merito all'importanza del tornare ad annoiarsi, di cercare momenti di vuoto e di come senza questi vuoti la creazione non sarebbe possibile. Sono state poi di fondamentale ispirazione le poesie di Alda Merini per raccontare in modo più vero, autentico e libero da schemi i miei legami con gli amori.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risponde S.Bucolo: Oltre alla poesia mi piacciono sia la narrativa che la saggistica, prediligendo i temi dell’introspezione psicologica e i classici della psicanalisi, Freud e Fromm in particolare.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risponde A.Sanavio: Ad oggi preferisco ancora il contatto con il libro tradizionale. La possibilità di avere un supporto digitale oppure un ebook sono utili strumenti che vanno incontro a particolari esigenze come durante lunghi viaggi o frequenti spostamenti. Ad oggi il contatto con la carta non può ancora dirsi sostituito proprio perché in grado di lasciare ricordi e impressioni percepite anche da un piano fisico.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risponde S. Bucolo: La possibilità di scrivere un libro apre a tante opportunità: darsi un progetto.
Scrivere poesie è come dare voce al proprio cuore. Quando nasce l’ispirazione, la mano parte come impazzita e nascono versi come d’incanto, che poi restano immutati e genuini. Solo qualcuno verrà poi modificato talora per esigenze di rima o perché si trova un termine più appropriato, un aggettivo o un sostantivo che rendano meglio il pensiero desiderato. Di solito le frasi che non necessitano correzioni sono quelle più limpide e più belle. Il mio progetto per il futuro è continuare ad esplorare il mio animo alla ricerca di chiavi di lettura che mi mettano in contatto con i lettori, facendo scaturire in loro i sentimenti provati da me. Vorrei riuscire a stimolare una maggiore passione per la poesia, che forse si sta perdendo nel mondo di oggi, il quale invece di sicuro ne ha molto bisogno.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Emozioni nel terzo millennio”, se non lo avesse scritto.
Risponde A.Sanavio: Un motivo potrebbe sicuramente essere perché ho colto il messaggio e l'inno ad emozionarmi in questo terzo millennio, l'incoraggiamento ad abbandonare parte di quella tecnologia che sta soppiantando tuttora il nostro vivere quotidiano, sostituendosi a mano a mano alle interazioni con i nostri interlocutori. Un secondo motivo riguarda l'interesse del mondo della poesia quindi la possibilità di scoprire degli scrittori nuovi. Un terzo motivo, data la varietà e la vastità delle tematiche trattate, riguarda il desiderio di trovare ispirazione e poter fare delle riflessioni sul vivere quotidiano.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risponde S.Bucolo: Il prossimo passo della mia attività poetica che vorrei tentare è quello di mettere in correlazione forme artistiche differenti. Già in questo libro ho scritto una poesia che è nata dall’osservazione di una fotografia scattata da un mio amico e che mi ha colpito particolarmente. Mi riferisco alla poesia: “Il male del secolo”, nata dalla contemplazione di una fotografia del mio amico e collega, nonché esperto fotografo, Gianalberto Briccarello. Sarebbe bello scrivere un libro composto da fotografie o anche quadri frammisti a poesie nate dalla contemplazione delle opere fotografiche o pittoriche stesse. Allo stesso modo, sarebbe bello che un fotografo o un pittore possano trasformare in uno scatto o in un quadro una poesia da me composta, che ci si possa poi confrontare sulle impressioni reciproche suscitate e nello stesso tempo valutare l’impatto del lettore sulle due differenti produzioni artistiche.
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