 | 👉Intervista a MANUELA CONTE, che presenta ai lettori il libro “IL BIGLIETTO DEI DESIDERI” (Aletti Editore)
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “IL BIGLIETTO DEI DESIDERI”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Ho scelto questo titolo perché evoca l’idea di un viaggio interiore. Un biglietto è un lasciapassare, un invito, qualcosa che si stringe tra le dita con speranza. I desideri, invece, sono le stelle nascoste nell’anima, le promesse che facciamo a noi stessi, le speranze sussurrate al vento.
“Il Biglietto dei Desideri” è una raccolta di emozioni, nostalgie ed aspirazioni. Ogni pagina sarebbe una fermata, un attimo sospeso in cui il lettore può riconoscersi, riflettere o lasciarsi trasportare, come se quel biglietto fosse un talismano che permette di attraversare mondi interiori inesplorati.
Questa silloge è un viaggio profondo nell'animo umano, un'esplorazione delicata ma incisiva di temi che ci accomunano tutti: l'amore, la ricerca di sé, la paura, la malattia, la fragilità, la bellezza effimera della vita.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà ha inciso profondamente nella scrittura di questo libro di poesie che esplora l’animo umano nelle sue molteplici declinazioni. Ogni verso nasce dall’incontro tra ciò che vivo e ciò che sento, trasformando esperienze ed emozioni in parole che vibrano di verità. Ho cercato con dolcezza di prendere per mano il lettore e di condurlo tra le pieghe dei miei pensieri, mostrando la mia verità ed invitandolo a riflettere sulla propria.
Per me, scrivere poesie significa trasformare la realtà in emozione, dare voce a ciò che sentiamo e condividerlo. Perché, in fondo, tutti cerchiamo la stessa cosa: ritrovarci in una parola, in un verso, in un sentimento. Sentire che non siamo soli.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - La scrittura, in quanto valore testimoniale, ha sempre avuto il compito di salvare dall’oblio ciò che rischia di perdersi nel fluire inarrestabile del tempo. Questo #libro di #poesie sull’animo umano diventa per me un’ancora, una memoria viva che custodisce emozioni, pensieri e frammenti di vita, rendendoli eterni.
Attraverso le parole, ho custodito il dolore, non per trattenerlo, ma per dargli un senso, per trasformarlo in qualcosa che può essere compreso e condiviso. Ho raccontato l’accettazione della nostra caducità, perché nella fragilità dell’essere si cela la consapevolezza più profonda: quella che ci insegna a vivere davvero. E poi vi è il valore delle sconfitte, che non sono mai solo perdite, ma lezioni. Nella #poesia le raccolgo e le trasformo in cicatrici luminose che parlano di crescita, di ripresa, di rinascita. In molte mie poesie emerge con forza il tema del tempo inteso come fusione del passato, presente e futuro, un flusso inarrestabile che ci spinge a riflettere sul senso della nostra esistenza. Scrivere poesie per me significa lasciare un segno, creare un ponte tra passato e futuro, tra chi scrive e chi legge. È un atto di resistenza contro il tempo, un modo per dire: questo è stato vissuto, sentito, amato, sofferto. E ora non potrà più essere dimenticato.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “IL BIGLIETTO DEI DESIDERI”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Scrivere questo libro di poesie è stato un viaggio intenso, fatto di momenti che resteranno impressi per sempre, perché ogni verso ha dato voce a dolori profondi e verità spesso taciute. Ricordo la notte in cui ho scritto la poesia sulla perdita di un padre. Era tardi, la casa immersa nel silenzio, eppure dentro di me c’era un tumulto di ricordi. Scrivere è stato come riavvolgere il tempo, come tenere ancora vivo quel legame attraverso le parole. Quando ho riletto quei brevi versi, mi sono ritrovata a piangere, ma con un senso di pace: la poesia era diventata un ponte tra il passato e il presente, un modo per dire a mio padre che non lo avrei mai dimenticato. Un altro episodio che mi ha profondamente segnato è stato scrivere della perdita di una vita non ancora nata, un dolore spesso vissuto nel silenzio, tra il senso di colpa e la solitudine. Ho scritto quei versi ricordando le mani che si posano su un ventre ormai vuoto, il dialogo con un’anima mai incontrata, il senso di assenza che si insinua nelle giornate come un’ombra sottile. Quando ho terminato la poesia, mi sono resa conto di quanto fosse necessario dare voce a questa sofferenza, perché troppe donne la portano dentro senza riuscire a condividerla. Riporto un ultimo episodio legato all’elaborazione di una poesia dedicata alle donne dimenticate, private della libertà e, ancor prima, della loro infanzia, donne soffocate dal peso delle tradizioni che le vogliono fantasmi. Mentre scrivevo, sentivo una rabbia profonda mescolarsi alla tristezza, ma anche un senso di responsabilità: raccontare la forza di queste donne, in quei pochi versi, significava non permettere che fossero dimenticate. A conclusione di questo percorso, ho capito che la scrittura non è solo un esercizio di espressione, ma un modo per dare voce a chi non può parlare, per custodire emozioni che altrimenti svanirebbero nel tempo. Ogni poesia è diventata una traccia di ciò che ho vissuto, sentito e raccolto anche dagli sguardi e dai silenzi degli altri. E forse, in questo modo, qualcosa di ciò che abbiamo amato, sofferto e combattuto potrà sopravvivere oltre ciò che siamo ora.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Le fonti di ispirazione per la mia scrittura sono state diverse e includono autori che hanno lasciato un segno profondo nella mia formazione culturale e sentimentale. In particolare, Alda Merini ha avuto un impatto straordinario, con la sua poesia che non teme di affrontare il dolore, la fragilità, ma anche la forza che emerge dall'animo umano nelle sue forme più vulnerabili. Già ai tempi del liceo ricordo, ad esempio, di essere stata profondamente colpita dalla scrittura di Virginia Woolf. Lei è stata per me una guida nel raccontare la psiche umana, la complessità interiore e la ricerca di identità. La sua prosa poetica, insieme alla sua riflessione sulla condizione femminile e sul tempo, ha arricchito la mia visione del mondo, mostrando come la scrittura possa essere anche un atto di introspezione profonda, capace di esplorare la molteplicità dell'esperienza umana.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Marc Chagall è uno degli artisti che ha influito maggiormente sulla mia scrittura, specialmente per la sua capacità di mescolare il reale e l'onirico in modo così naturale. I suoi dipinti sono come sogni ad occhi aperti, dove la realtà quotidiana si trasforma in un paesaggio immaginario, in un gioco di colori e simboli. La sua visione dell’amore, rappresentata come un volo sospeso tra cielo e terra, mi ha insegnato che l'amore non è solo un sentimento terreno, ma un'esperienza che ci solleva, che ci fa vedere il mondo da una prospettiva diversa. Questa fusione di reale e immaginario, di passione e leggerezza, l’ho riportato nella mia scrittura, dove spesso mescolo il dolore e la bellezza, la sofferenza e la speranza, creando una visione che può sembrare a tratti lontana dal reale, ma che è profondamente vera nell'emozione che trasmette.
Un'altra disciplina che mi ha influenzato è stata la danza. La danza, in particolare la danza contemporanea, con la sua capacità di esprimere emozioni attraverso il corpo, mi ha insegnato che la parola può essere un movimento. La poesia non è solo una serie di concetti messi insieme, ma un corpo che si muove, che fluisce, che si espande e si contrae, proprio come una danza. La fluidità del corpo che si esprime attraverso il movimento è simile alla fluidità delle emozioni che cerco di catturare nei versi.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Oltre alla poesia, che rappresenta una delle mie forme preferite di espressione, ci sono altri generi letterari che prediligo e che influenzano profondamente la mia lettura e, di conseguenza, la mia scrittura. In particolare, il romanzo psicologico introspettivo è uno di questi. Questo genere, con la sua capacità di scavare nell’animo umano e di esplorare le motivazioni interiori, le fragilità, i conflitti e le tensioni che animano i personaggi, ha sempre suscitato il mio interesse. Anche la saggistica ha un posto importante nella mia lettura, soprattutto quella filosofica che esplora i grandi temi dell’esistenza, della condizione umana, della felicità e del dolore. Autori come Simone de Beauvoir e Friedrich Nietzsche offrono riflessioni che vanno a toccare le radici del nostro essere, le strutture sociali e psicologiche che definiscono la nostra vita. Questi testi sono per me una fonte di conoscenza e introspezione che spesso si intrecciano con la mia scrittura.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Personalmente, la mia predilezione va senza dubbio al libro cartaceo. C'è qualcosa di insostituibile nel toccare le pagine, nell'ascoltare il rumore della carta che si sfoglia, nel sentire il peso del libro nelle mani. Ogni libro cartaceo ha una sua personalità: la copertina, il profumo della carta, le annotazioni scritte a margine da lettori precedenti, ad esempio. Sebbene mi senta legata al libro cartaceo, riconosco che la digitalizzazione della lettura offre nuove opportunità e vantaggi, in particolare per chi ama viaggiare, esplorare nuove letture o accedere rapidamente a un vasto patrimonio culturale.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Il mio rapporto con la scrittura durante la composizione del mio #libro è stato profondo e, allo stesso tempo, complesso. La scrittura è sempre stata per me una sorta di viaggio interiore, un modo per esplorare e dare voce a emozioni e pensieri che, altrimenti, sarebbero rimasti sepolti nel profondo di me stessa. Quando ho iniziato a lavorare su questo libro, sapevo che avrei dovuto affrontare temi universali e dolorosi, come l’amore, la paura, la guerra, il dolore e la malattia, ma al tempo stesso sapevo che queste tematiche dovevano essere trattate con molta delicatezza e introspezione. Ogni tema trattato ha richiesto una continua ricerca di equilibrio tra ciò che provavo e come esprimerlo. È stato un percorso di esplorazione e, al contempo, di liberazione emotiva.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “IL BIGLIETTO DEI DESIDERI”, se non lo avesse scritto. Risposta - Comprerei questo libro perché offre una riflessione profonda e sincera sulla condizione umana, esplorando temi universali con una scrittura autentica che non ha paura di scavare nelle pieghe più nascoste dell’animo umano.
"Il Biglietto dei Desideri" è un'opera che scuote e spinge a interrogarsi. È un invito a guardare dentro di noi, ad ascoltare la nostra voce interiore, a non aver paura della nostra fragilità. È un inno alla vita, con le sue gioie e i suoi dolori, con le sue certezze e le sue incognite. È un viaggio che vale la pena intraprendere, perché ci aiuta a ricordare che, in fondo, siamo tutti alla ricerca di un senso da dare alla nostra esistenza.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Sì, ho in mente di scrivere altre opere e una di queste è particolarmente stimolante per me. Essendo anche Counselor, mi piacerebbe sviluppare un libro che unisca il potere evocativo della poesia con il counseling, creando un percorso che possa supportare le persone nel loro processo di crescita e auto-conoscenza.
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