 | Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “I Tre Settori: L’Alba Rossa”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - La storia è ambientata in un futuro remoto, improbabile… ma non impossibile. Tempo dopo che la Terra è stata ormai abbandonata e che la colonizzazione di pianeti è cosa comune. Il titolo “I Tre Settori” fa riferimento alle fazioni in gioco e a come queste si sono spartite ‘il territorio’, porzioni di universo tra stelle e pianeti.
I punti focali della storia sono principalmente due: il progresso tecnologico e quali possono essere le conseguenze di questo, non solo sugli esseri umani, ma anche sui pianeti, la loro flora e fauna, che vengono perpetuamente sfruttati per l’estrazione di risorse.
Attorno a questi temi principali orbitano altri temi, che vanno dalle lotte per il potere a semplici riflessioni sulla natura umana.
Il sottotitolo “L’Alba Rossa”, invece, fa riferimento ad una fazione minore che entra prepotentemente nella storia. Potrei scrivere di più su questa, ma penso che nel testo abbia dedicato il giusto spazio a quelli che sono i loro ideali.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà ha inciso in maniera determinante su quella che è la storia. L’esigenza di scrivere questa specifica storia viene proprio da uno sguardo preoccupato rivolto ai giorni nostri. I temi che ho trattato sono temi attuali, ma esasperati… come ci si aspetterebbe in un futuro lontano. Si può dire che quelle che possono essere le mie preoccupazioni e paure riguardo al mondo moderno si sono fatte spazio nel processo di scrittura, senza bussare, senza chiedere permesso. Sono entrate e hanno preso il loro ruolo tra gli ‘attori’ in scena.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - La mia è una storia di fantasia, nelle cui vene scorre il genere fantascientifico mixato con la giusta dose di fumettistica. Non c’era molto da salvare o custodire… Ciò che realmente permane anche in una storia remota come la mia sono le emozioni umane, i sentimenti. Amore, gioia, paura, preoccupazione… sono tutte presenti. E caratterizzano non solo il personaggio principale, ma anche tutti quelli che gli orbitano attorno. Allo stesso modo, gli ideali hanno un ruolo primario in questa storia. Questi hanno sempre caratterizzato la natura umana e in questa storia si palesano similmente a come si palesano oggigiorno. Pensandoci però, nella storia che ho scritto c’è il riferimento implicito agli errori, alle decisioni sbagliate… e a come queste possano portare ad esiti preoccupanti. Tuttavia, c’è sempre qualcuno con la capacità di guardare con lucidità a questi errori e con l’umiltà di ammettere di trovarsi nel torto… cercando redenzione.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “I Tre Settori: L’Alba Rossa”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Episodi riguardanti la storia? Non me ne vengono in mente. Però ricordo molto nitidamente come è iniziata quest’esperienza. Venivo da un periodo difficile e particolarmente stressante, non scrivevo da anni e decisi di riprendere a farlo con piccoli esercizi, in vista della stesura di un’altra storia. Non avevo nemmeno mai sperimentato la prima persona come voce narrante, così la introdussi e iniziai a scrivere… senza uno schema e senza sapere realmente dove volevo andare: tutto l’opposto di quello che è il mio stile. Man mano che scrivevo però, la storia prendeva forma e la mia mente aveva sempre più cose da dire. Mi ero imposto un tot di pagine per il mio ‘esercizio’, ma mi ritrovai ben presto ad avere troppe pagine, troppi capitoli… avrei voluto continuare a scrivere in quel momento, ma facevo ogni notte le 5 del mattino e decisi che dovevo prendermi una pausa. Quelli che avevo chiamato ‘capitoli introduttivi’ erano stati scritti e potevo dormire serenamente. Avrei continuato in un altro momento…
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Per questa storia non ho reali fonti di ispirazione. Non sono un esperto dello sci-fi. Potrei citare Asimov per rimanere in tema. Ma probabilmente George Lucas ed il suo Star Wars hanno modellato quella che è la mia idea di sci-fi.
Per quanto riguarda altri autori fondamentali nella mia formazione, sono cresciuto tra la Rowling, Tolkien, Hobb, Paolini, Troisi e Manfredi. Probabilmente una lista lunga ed eterogenea, ma non mi sentirei di escludere nessuno di loro.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Assolutamente, la #fumettistica così come manga e anime hanno avuto un ruolo principale nella mia formazione, al punto da farmi intraprendere un corso di #fumetto ai tempi del liceo.
Penso che questa forma d’arte abbia avuto sicuramente un forte impatto nella scrittura di questo romanzo. Tra gli autori che più ho a cuore ci sono: Miyazaki, Arakawa e Isayama.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Il fantasy è stato il mio primo genere letterario. Lavoro da anni all’ideazione di una storia fantasy, ma finché non avrò chiaro ogni singolo aspetto non la scriverò… ho un debole anche per lo storico, ma non penso sia un genere che tratterò personalmente.
Altri generi letterari che mi interessano sono la poesia e i testi musicali (mi sembra doveroso citarlo, dato che Bob Dylan vinse il Nobel), mi cimento in entrambi.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Il cartaceo, sempre e comunque. Non riesco proprio a leggerlo quello digitale. Ho bisogno che le pagine s’impregnino del tempo trascorso a sfogliarle, del vento che vi soffia sopra, della salsedine che resta attaccata sulle copertine ormai usurate. Per me un libro non è solo la lettura della storia, ma è tutta l’esperienza che vi è attorno. Prendendo in mano un vecchio libro posso ricordare i momenti in cui l’ho letto, le sensazioni, eventi legati a quel periodo… leggo poco, ma ogni libro diventa come un nodo mnemonico dalle sfumature sinestetiche.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Ho erroneamente risposto a questa domanda in una domanda precedente… Cosa posso aggiungere a riguardo? La scrittura in quel periodo fu una valvola di sfogo dalla valenza terapeutica. Ricordo che mi ero imposto una routine: “finché tutti sono svegli gioca al computer, appena si addormentano e il silenzio cala sulla città apri il tuo word e mettiti all’opera!”. Questo processo ai limiti dell’autodistruttivo, mi ha portato a scrivere rapidamente tantissime pagine… ricordo che di giorno volevo continuare a scrivere, ma non riuscivo. La luce diurna, i rumori, i telefoni, i clacson… tutto questo non mi aiutava. Così ero costretto ad aspettare che si facesse tardi. Ho perso molte ore di sonno in quel periodo. È per questo che ho chiuso la storia anticipatamente senza stravolgerla, ma anzi… cercando di dare ancora più coerenza a come l’avevo immaginata.
Alla luce del riposo ritrovato, ho avuto molte idee su come continuarla, ma soprattutto su come migliorarla.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “I Tre Settori: L’Alba Rossa”, se non lo avesse scritto.
Risposta - È una storia #futuristica e questo non sempre mi piace… tuttavia non si tratta di qualcosa di così distante, impossibile e diverso da come potrebbero andare le cose. Si tratta di una storia che analizza tecniche, idee e dinamiche ad oggi esistenti e le amplifica. Penso che questo renda la storia interessante, quasi come fosse un luogo controllato in cui simulare le conseguenze di queste tecniche e idee in maniera ‘sicura’. Inoltre, gli argomenti che tocca mi sono così vicini (ovviamente), ma so che sono argomenti a cuore non solo a me. Infine, la storia mi prenderebbe… i personaggi hanno il loro appeal e penso che questa combo mi basterebbe per farmi acquistare il libro. Certo… ci rimarrei male sapendo che il seguito non è ancora uscito… su queste cose divento impaziente.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Certo! Questa storia è nata come un esercizio… ma adesso non potrò fare a meno di concluderla. Sono il primo a voler sapere “come va a finire?”. Per cui completerò l’opera.
Ho altri progetti nel cassetto? Sì, tanti. Ma sono due quelli su cui ho puntato e a cui penso la notte quando mi metto a letto e provo a dormire.
La prima è una storia fantasy, ma a differenza del ‘solito’ fantasy non vede classiche razze cinematografiche: elfi, nani, orchi e draghi. No… È una storia in cui esplorerò la natura della magia, analizzandola nei confini tra scienza e spirito.
La seconda è una storia a cui tengo molto. Non la scriverò finché non mi riterrò all’altezza. Si tratta di una storia che esplora luci e ombre dell’uomo e di come il contesto possa influenzare le sue scelte. È una storia di criminalità, lontanamente ispirata dal Padrino.
Attualmente invece sto scrivendo una storia che spero possa fare da corredo ad una tavola fumettistica. Mi era venuta in mente una tavola singola, che in poche scene poteva catturare l’attenzione del lettore fornendo contesto e tema della storia. Così ho iniziato a fantasticare su tutto il mondo che poteva esserci attorno, sul prequel e il sequel. Una storia ambientata nel Far West, ma pesantemente contaminata da sfumature dark e gotiche. Ho iniziato a scrivere per dare un background a questa tavola, che ancora non è stata disegnata; ed ora mi ci sono affezionato così tanto che penso di scriverla tutta. Se poi resterà una storia che andrà nella mia libreria o se è una storia che sarà editata, lo scopriremo solo in futuro.
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