 | ✔️Intervista a Gabriella Greco, che presenta ai lettori il romanzo "το καταφύγιο (il rifugio)"
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai: "το καταφύγιο (il rifugio)"? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il rifugio… perché nella vita tutti noi siamo alla ricerca di un “rifugio”, che sia un luogo o un ricordo, in cui rintanarci e poter essere liberi di vivere la vita a modo nostro… un “rifugio” che porteremo per sempre nel cuore. Gli argomenti principali che tratto nel romanzo sono l’amore, l’amicizia, la famiglia, ma soprattutto la forza di noi donne che combattiamo e lottiamo ogni giorno per affermare la libertà di vivere la vita con coraggio, superando qualsiasi tipo di ostacolo. Non abbiamo paura di mettere a nudo la nostra anima e con fierezza siamo disposte alla rinuncia per il bene delle persone a cui teniamo. I personaggi del mio libro sono la dimostrazione del fatto che si può toccare il fondo, ma se abbiamo accanto persone disposte a porgerci la mano, dal baratro si può uscire, si può rinascere, proprio come l’araba fenice riesce a risorgere dalle ceneri.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Io considero i libri che scrivo come mie creature e, così come i figli rispecchiano i propri genitori, allo stesso modo i miei romanzi rispecchiano me stessa, la mia anima, i sentimenti e i valori che caratterizzano la mia personalità; quindi sì la realtà ha inciso molto nella scrittura di questo, come di tutti i miei libri.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Ho voluto custodire dall’oblio del tempo i legami forti, veri e sinceri che uniscono le persone per sempre, seppur nel rispetto dell’altrui libertà. Come disse Lao Tze: “ I legami più profondi non sono fatti né di corde, né di nodi, eppure nessuno li scioglie”…è proprio ciò che accade ai personaggi di questo romanzo.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito "το καταφύγιο (il rifugio)", se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Era da un po' di tempo che non riuscivo a scrivere, avevo il cosiddetto “blocco dello scrittore”, poi una sera in televisione, mentre ero al caldo nel mio letto, ho visto un documentario sulla Grecia e ho avuto tutto ad un tratto l’ispirazione. Ho preso il mio pc portatile e ho lascito fluire le parole, ricordo quanto fosse liberatorio scrivere. Non posso inoltre dimenticare il momento della revisione da parte di mio padre, è stato uno degli ultimi libri che ha letto, prima che ci lasciasse e i suoi consigli, i suoi suggerimenti sono stati molto preziosi per il raggiungimento del risultato finale. Conservo ancora oggi gelosamente la bozza con le sue correzioni. Questi episodi, uniti a molti altri momenti di riflessione, hanno reso questa esperienza formativa straordinaria, trasformandola in un viaggio indimenticabile verso la realizzazione di "το καταφύγιο (il rifugio)".
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Il mio amore per la scrittura è nato quando ero ancora una bambina, avevo circa dieci anni e trovavo “rifugio” nelle poesie, tradurre in versi tutto ciò che mi passava per la testa mi faceva stare bene. Il romanzo che ritengo comunque fondamentale e che mi ha fatto innamorare ancor di più della scrittura è “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Marquez. E’ stato mio padre, anche lui amante appassionato dei libri, a consigliarmi di leggerlo e, catapultarmi nella città di Macondo, a contatto con la famiglia Buendìa, è stato un viaggio meraviglioso. Un altro autore che ritengo fondamentale nella mia formazione culturale e di cui amo moltissimo il modo di scrivere e descrivere i luoghi e i personaggi che affollano i suoi libri è Jorge Amado.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Innanzitutto la musica, perché mentre io scrivo adoro lasciarmi cullare dalla voce dei miei cantanti preferiti, le idee affollano più velocemente la mia mente e le mie dita scorrono a pieno ritmo sui tasti del pc. E poi la sceneggiatura…uno dei miei sogni nel cassetto è lavorare alla costruzione della struttura narrativa di qualche film e chissà, magari un giorno, tradurre in immagini sul grande o piccolo schermo la trama di uno dei miei romanzi.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Io adoro leggere qualsiasi genere letterario. Nella mia libreria si può trovare di tutto, dalla letteratura classica, ai romanzi gialli, noir, thriller fino ad arrivare ai moderni romance che mia nipote mi ha fatto conoscere tramite l’applicazione wattpad, che oggigiorno appassiona molti adolescenti e non solo.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Assolutamente il libro tradizionale cartaceo, non rinuncerei per nessuna ragione al mondo alla magnifica sensazione di sfogliare con le dita le pagine di un libro e sentire il profumo della carta appena stampata.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Il mio rapporto con la scrittura, durante la stesura di questo come di qualsiasi mio libro, è molto conflittuale. E’ un continuo cambiare, levare, aggiungere, correggere parole, frasi, a volte anche paragrafi interi. Sono molto critica con me stessa e cerco sempre di migliorare per riuscire a consegnare al lettore un romanzo in cui possa ritrovare, tra le pagine lette, una parte di se stesso.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "το καταφύγιο (il rifugio)", se non lo avesse scritto.
Risposta - In ogni capitolo, in ogni pagina, in ogni riga il lettore è in grado di percepire che questo romanzo è stato scritto con il cuore e può far proprio tutto ciò che di bello e positivo ho voluto trasmettere. Il messaggio che vuol lasciare: “la vita è meravigliosa, nonostante tutto, e vale la pena di essere vissuta appieno, perché ci riserva sempre, alla fine, delle sorprendenti e inattese sorprese”.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Un altro romanzo è già pronto…l’ho scritto durante il periodo della pandemia. E’ una rivisitazione delle “Piccole donne “ di Louisa May Alcott, un libro che io amo molto perché ha segnato la mia fanciullezza. Certo è ambientato ai giorni nostri, per cui i sogni, le speranze, le problematiche che le protagoniste affrontano sono diverse da quelle delle piccole donne March, ma è ugualmente molto appassionato, coinvolgente e ricco di valori e sentimenti che resistono al passare del tempo e che in qualche modo avvicinano le mie ragazze alle quattro sorelle della Alcott.
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