 | ✔️ Intervista a Michela Intropido che presenta ai lettori il libro "Attimi di esistenza"
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “ATTIMI DI ESISTENZA”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo definisce il senso di questa silloge poiché essa rappresenta un viaggio nella mia esistenza, in cui ho cercato di non smarrire il tempo che stavo vivendo, comprendendo quello passato e aspettando con entusiasta coerenza quello futuro. È un modo per trovare le profonde verità della vita attraverso una sincera introspezione che si realizza creando poesie e versi e in cui si concretizza il significato di ogni situazione ed emozione vissuta.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà nella sua accezione più concreta e al contempo mistica. In questo paradosso ho ricercato versi che spiegassero il significato della realtà che ho vissuto senza lasciare nulla in sospeso con la vita.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Ciò che ho cercato di salvare o meglio di spiegare è il senso dell’esistere nella sua percezione più profonda intellettuale, emotiva e umana. Cerco di portare nel lettore un desiderio di infinito, nella ricerca di qualcosa di perduto nel proprio cammino.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “ATTIMI DI ESISTENZA” se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Forse isolerei gli episodi in cui ho desiderato fortemente non perdere l’attimo che stavo vivendo ricercando dentro di me, in qualunque luogo mi trovassi, le parole per descrivere ciò che stavo provando e pensando. Credo, inoltre, di aver imparato a restare da sola con gli altri. È un luogo bellissimo perché mi permette di osservare e vivere profondamente sia me stessa sia le persone che mi stanno accanto. Non vorrei sembrare saccente, ma ho semplicemente cercato di trasmettere attraverso le mie poesie il concetto Pirandelliano” dell’essere solo in mezzo alla gente”
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Come già detto nell’intervista relativa all’uscita del primo libro, sicuramente la poesia ermetica, ma soprattutto le poesie di Alda Merini. Non a caso, la citazione di apertura del libro è sua.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - L’arte in generale anche se la pittura contemporanea è quella in cui riesco a “vivermi” maggiormente. Un artista che amo molto e Pollock
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Oltre a leggere poesia, mi piace leggere biografie, testi di psicopedagogia, filosofia e da poco ho iniziato ad appassionarmi a testi antropologici.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Decisamente il testo tradizionale. Mi piace sottolineare le parti che mi inducono a riflessione e che reputo interessanti. Talvolta aggiungo note a margine.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Di assoluta intimità, come del resto è chiaro dalla prefazione redatta dal prof. Hafez Haidar e dalla postfazione scritta dal critico letterario Claudio Ardigò. Un caro amico un giorno mi disse che le mie poesie gli ricordavano W. Whitman quando disse: “So pochissimo o niente della vita e per scoprilo scrivo versi”. Mi si addice molto.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “ATTIMI DI ESISTENZA” se non lo avesse scritto.
Risposta - Spesso ci dimentichiamo di quanto sia importante conoscersi, scoprirsi, prendersi il tempo da dedicare alla percezione di sé e solo in questo modo nulla nella vita che viviamo risulta vanificato. Il significato di un’esistenza compresa, pensata, amata nella sua contraddizione e nella consapevolezza di non conoscerne il destino è la matrice di questo libro di poesie che, specchio della mia personalità, dedico a coloro che vogliono vivere con consapevolezza la propria identità e vogliono cercare di non perdere l’occasione di dare senso alla propria esistenza. Spero che i miei versi possano essere vissuti empaticamente in modo che nella similitudine provata, possa nascere una riflessione personale. Si scrive per se stessi, ma sempre in una prospettiva di condivisione, di comunità e di appartenenza che valorizza il significato dell’essere umano
Mi sembra inoltre importante sottolineare che solo quando si conosce e si impara ad amare se stessi, si riesce a comprendere e amare gli altri. Dare significato alle proprie sofferenze, inoltre, anche in assenza di assolute certezze come il dolore di fronte alla morte, attutisce il frastuono e la confusione in cui ci si può ritrovare e, creando ordine, si riesce a proseguire “Passo dopo passo”( titolo di una poesia inserita nella silloge). Aggiungo infine che il libro, nonostante sia intriso di nostalgiche immagini, dona sempre speranza. Nella contraddizione fra opposti: bene e male, gioia e dolore, felicità e tristezza si scopre il senso del tutto e si procede con determinazione e desiderio di vivere il domani.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Attualmente sto abbozzando un nuovo libro in cui i protagonisti saranno i pensieri dell’anima nel turbine della passione e dell’amore più profondo.
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