 | 👉Morgan riceve il premio "Il Federiciano" e la cerimonia si trasforma in un momento di intensa catarsi collettiva
«Tempi duri per la poesia» scriveva Brecht, riflettendo su quelli che erano toccati a lui. Schiacciato dal terrore del nazismo, nei suoi versi non poteva esserci spazio per l'idillio, perché la sua vocazione artistica lo chiamava all'impegno sociale, al risveglio delle coscienze, all'urgente e prioritaria missione di mettere in guardia dal male, dalle atrocità operate, mente e braccio, dal genere umano. Brecht è solo uno dei tanti esempi di artisti, ognuno legato al proprio tempo e al proprio campo, che nei momenti di oscurità dell'umanità hanno cercato una strada nella vocazione artistica, intesa anche come una missione di responsabilità.
L'arrivo di Morgan ad Augusta, per il festival "Il Federiciano", è stata una splendida occasione di riflessione e catarsi collettiva, che ha celebrato l'Arte con la A maiuscola, ricordando anche a cosa servono, o dovrebbero servire, i festival, soprattutto quando godono di un'ampia partecipazione popolare. Il cantautore ha scritto una pagina importante del festival "Il Federiciano" e anche degli eventi di Augusta, concedendosi con grande generosità al pubblico, ma mantenendo viva la visione di cosa lasciare con la sua partecipazione.
Già nel pomeriggio, lungo "Largo dei Poeti", ribattezzato così per omaggiare i festivalieri del "Federiciano" che giungono numerosissimi in città da ogni parte d'Italia e anche dall'estero, Morgan aveva palesato la propria emozione per il Premio consegnatogli. La canzone "Altrove", con parole così liriche da avvicinarsi alla poesia, è stata pubblicata su una stele di ceramica maiolicata affissa lungo il percorso poetico, nato con il festival, dove sono presenti le preziose maioliche anche di altri artisti noti, omaggiati nelle edizioni precedenti, tra cui Salvatore Quasimodo, Franco Battiato e Juri Camisasca.
Dopo aver tolto, insieme al sindaco Giuseppe Di Mare, il velo che copriva la stele, mentre l'assessore alla Cultura Giuseppe Carrabino illustrava le caratteristiche tecniche della maiolica che riporta oltre alle parole anche alcuni disegni di vita federiciana, per omaggiare Federico II (primo ideatore di una scuola poetica in Italia, nonché fondatore di Augusta), Morgan ha spostato l'attenzione da sé al mondo, per lanciare l’appello accorato contro il conflitto in corso a Gaza, trasformando il ringraziamento per l’omaggio ricevuto in un momento di riflessione civile e politica.
«"Ho deciso di perdermi nel mondo" è una frase della mia canzone premiata... E adesso mi sento perso nel mondo, in mezzo a voi – ha detto Morgan – in questo mondo che proprio ora sta vivendo una condizione molto drammatica, che mi scuote dentro: il pensiero dei bambini di Palestina mi perseguita, non riesco a non pensarci, perché penso alle mie figlie».
E davanti alla platea che, rapita, restava in ascolto, ha continuato il vibrante discorso: «Sono rimasto sconvolto dalle immagini di un uomo che teneva in braccio due figlie di quattro anni, e non riesco a togliermi dalla mente le loro testoline cadute all'indietro perché erano morte. È stato troppo […] E lì io veramente non ho più resistito, perché non è una cosa concepibile questa».
Morgan ha quindi rivolto un appello diretto alla presidente del Consiglio dei ministri, allo stesso Papa, per poi chiudere il suo intervento, dedicando la stele ricevuta alla creatività dei più piccoli: «Io la dedico a tutti voi, sperando che i vostri bambini diventino tutti dei poeti, perché i bambini sono già dei poeti […] Un giorno mia figlia disse “papà è buio, la luce piange”: questa cosa avrebbe potuto dirla solo Ungaretti, eppure lei aveva cinque anni».
L'appuntamento ha avuto il suo apice lirico ed emozionante in serata, con il concerto "Piano Voce" di Morgan, in una Piazza Castello gremita di poeti, di gente di Augusta e di persone dei territori limitrofi che si sono presentate per partecipare all'atteso evento. Morgan, ispirato dall'accoglienza ricevuta, dal contesto poetico, dalla responsabilità a cui un artista è chiamato, ha dato vita ad una performance da pelle d'oca, attraverso un viaggio artistico incentrato sul tema della Pietà, riportando alla luce la necessità di provare empatia, di essere umani, attraverso uno spettacolo di commistione delle arti, tra recitazione, brevi monologhi, canzoni al pianoforte, dai suoi successi più lontani ai più vicini, a quelli dei grandi cantautori che hanno lasciato un solco profondo nella musica italiana, come Battiato con "Povera Patria" e Umberto Bindi, di cui ha ricordato il coraggio. A beneficio di una società più accogliente, Bindi ha dichiarato la sua omosessualità e ha pagato cara la sua confessione, essendo poi stato emarginato dall'ambiente musicale. Agli artisti bisogna voler bene in vita, e non omaggiarli soltanto dopo.
Altra perla dello spettacolo, l'aver interpretato, in apertura, una poesia di Gianni Rodari e un canto della Divina Commedia con il pubblico che seguiva i versi recitati dal cellulare e di tanto in tanto interveniva come supporto. Poesia, Teatro, Musica, Pianoforte, in un pregevole intreccio in cui è stata celebrata l'Arte in tutte le sue sfaccettature; quell'arte che pungola, ricordando l'importanza di diventare persone migliori.
Grande soddisfazione è stata espressa dall'ideatore del Premio, Giuseppe Aletti, per la riuscita dell'intero festival e per questo incontro in particolare, commentando un estratto del video del concerto. «Morgan ospite di questa edizione, che si è svolta per la terza volta nella città Federiciana di Augusta, sembra esibirsi in club, in una sala prove, in un teatro, in cui può creare liberamente senza vincoli di scalette da rispettare. Invece era in una gremita Piazza Castello, davanti a migliaia di persone in religioso ascolto… Solo al Federiciano possono accadere queste epifanie. Per quanto mi fosse possibile, ho provato a isolarmi e a godermi il momento».
Come Aletti, anche il pubblico si è lasciato trasportare dallo show, da questo spettacolo che si inserisce tra il simposio letterario ed il concerto. Due ore intense in cui Morgan ha regalato uno spettacolo ipnotico, che si è concluso proprio con l'esecuzione della canzone "Altrove", le cui parole rilucono per le strade di Augusta, dalla stele affissa sulle mura del centro storico. A Marco Castoldi, artista carismatico, il più poetico dei cantautori contemporanei, il pubblico ha risposto tributandogli un caloroso abbraccio, con fragorosi applausi, per l'esperienza emozionale vissuta.
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