 | 👉Intervista ad Alfio Santocono, che presenta ai lettori l'opera “Un fiore sul ciglio”, in Italiano e Inglese.
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Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Un fiore sul ciglio”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Riguardo il titolo, non è stata una scelta facile, e forse neppure la migliore. Sono vari gli argomenti trattati, nella ricerca di sondare la condizione umana sia intima e personale che sociale, guardando indietro con qualche rammarico del senno di poi e con uno sguardo oltre la collina.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Credo che l’osservazione della realtà sia stata determinante. E la mia non è stata una vita lineare. Una vita che mi ha portato a vivere contesti i più disparati ed anche a tratti disperati, considerato già i mestieri e lavori che ho esercitato: diplomato al nautico di Catania, un paio di anni di Fisica all’Università, fui sottufficiale di Marina durante la guerra fredda, poi autista di TIR, poi escavatorista, infine bus-driver. Tutti lavori che mi hanno portato in giro per il mondo e lontano dalla terra delle radici, dai vecchi amici, dai figli.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - L’ho pensato come una sorta di eredità morale da parte di questo nonno misconosciuto ai nipoti, che crescono nascosti ai suoi occhi.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Un fiore sul ciglio”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Ricordo con molto piacere l’episodio che finì col coinvolgere nella poesia: fu quella sera di un quarto di secolo fa i miei amici Guglielmo Tocco (compianto), e Tommaso Cimino mi invitarono alla festa del lago di Lentini e, visto che erano tornate le cicogne nel lago, bisognava far tornare la poesia nella terra di Iacopo.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Intanto, uno sguardo senza pregiudizi a ciò che vedo e che sento? Autori? Dai filosofi greci a Chesterton, da Dante fino a Quasimodo, passando per Leopardi; da Verne a Orwell, nelle mie svogliate e saltuarie letture.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Credo che tutto influisca in qualche misura.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Distopico.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Cartaceo.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Come estrarre un macigno che ti ruzzola dentro la testa e spostarlo su un foglio di carta.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Un fiore sul ciglio”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Forse la curiosità di leggere cosa mai potrebbe scrivere un poeta per finta.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Del futuro non v’è certezza! Sì, ho scritto cose che non sono comprese in questo libro.
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