 | 👉Intervista a Boris Pangerc, che presenta ai lettori il libro "Una nuova stagione"
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “UNA NUOVA STAGIONE”. Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - La mia anima è profondamente radicata nella terra. Le vigne, i campi, i pascoli, i boschi, gli animali domestici – specialmente le mucche – hanno riempito la mia infanzia. Ero il cagnolino di mio padre, sempre con lui e accanto a lui nei lavori di campagna, nella stalla, nella cantina. Vivevo e vivo tutt’ora in un paesaggio incantevole, anche se parzialmente deturpato da un terminal petrolifero. Poi nell’età adulta, quando la fattoria non esisteva più e mi sono rimaste solo poche centinaia di viti e la vita ha preso tutt’altra direzione – di professione ero insegnante nelle scuole (medie) di primo grado – è nata una irrefrenabile passione per gli ulivi e mi sono votato all’olivicoltura. Nel 2002 ho piantato quasi 500 ulivi su una collina (presa in affitto) a pochi chilometri da casa mia e da quella volta la mia vita è totalmente cambiata. Non solo la vita quotidiana ma anche l’impegno artistico e intellettuale. L’ulivo mi ha stregato e da allora nelle mie vene non scorre più sangue ma olio extra vergine di oliva.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Scrivo poesia e prosa da quando avevo sedici anni, e ho passato varie fasi di incontri con la realtà. Il primo libro di poesie l’ho pubblicato a diciannove anni, nell’ultimo anno al liceo. A quell’età tutto era etereo, sfuggente, a volte caotico. Il mio animo era in continuo subbuglio, a volte anche tempestoso, e continuamente alla ricerca di un punto solido dentro me stesso, che mi procurasse maggior sicurezza e fiducia in me stesso. Gli anni di maturazione erano lunghi, tortuosi e difficili. Ero alla continua ricerca di me stesso e in continuo conflitto con la realtà, vista con i miei occhi, non quella oggettiva. Ero ansioso di progredire e di crescere e di pervenire a una tale padronanza del mio nucleo interiore da poter assoggettare alla mia volontà anche la realtà che mi circondava. Nella vita professionale e artistica ottenevo gratificazioni e soddisfazioni e ciò mi ha aiutato moltissimo a creare con la realtà un rapporto di reciproco arricchimento spirituale e caratteriale. Comunque un poeta e uno scrittore non può mai creare avulso dalla realtà che lo circonda. Siamo collegati alla vita, all’ambiente, alle persone, agli eventi, ai sentimenti a doppio filo e tutto ciò che ci circonda in un modo o nell’altro filtra attraverso la nostra anima e si riversa nella nostra scrittura.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - La scrittura ha irrimediabilmente le radici nella terra in cui vivi, a questo non ti puoi sottrarre. Con la mia scrittura ho voluto rendere omaggio alla mia terra natia – a Dolina, a Trieste, al territorio a cavallo sul confine tra Slovenia e Italia nell’estremo lembo nord del mare Adriatico. Ho voluto salvare le sue bellezze, i suoi valori ambientalistici e umani, ho voluto raccontare il passato per far riflettere sul presente. E più specificatamente ho cercato di far sentire e comprendere la sacralità del “primo albero fra gli alberi” l’ulivo, che con il suo incanto coinvolge l’animo umano in un vortice di sentimenti e sensazioni che trascendono le normali sensazioni del sentire umano. La devozione all’ulivo nel segno della sua spiritualità non si discosta molto dai sentimenti di tenerezza e devozione che l’amore provoca nell’animo umano verso la donna e tutto il suo universo unico e irripetibile.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “UNA NUOVA STAGIONE”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Il particolare stato d’animo in cui sono nate le poesie d’amore. Era come volare in una nebulosa piena di luce, di dolcezza e di aria profumata di gelsomino. Era un particolare stato di grazia che non si può descrivere con le parole, perché era una condizione solo mia e impossibile a trasmetterla a un altro soggetto creativo. O gli stati d’animo totalmente intrecciati con l’elemento terra quando scrivevo vere dichiarazioni d’amore alla mia terra, quella che io coltivo, che la calpesto giorno dopo giorno, le zolle che io avvolgo con la pelle nuda delle mie mani. O la visone paradisiaca del mio uliveto al tramontar del sole in tutte le stagioni, un intreccio tra il verde del prato, l’argenteo dei rami e delle foglie degli ulivi e l’azzurro terso del cielo. E’ un colpo d’occhio che ti porta all’estasi.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Gli altri autori non hanno avuto influenze determinanti sulla mia formazione. Ho letto molto, sì, ma ho cercato sempre una mia via originale per esprimere i contenuti che portavo dentro.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sono dell’avviso che tutte le arti sono la faccia, il contenuto, l’espressione e l’emanazione di un'unica arte universale: alcuni scrivono, altri dipingono, altri ancora compongono, certi fotografano e via di seguito. Alla fine l’arte è una sola, con la A maiuscola.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Mi piace scrivere novelle, racconti brevi e ho migliaia di pagine di diari, che mi piacerebbe sintetizzare e pubblicarne alcune parti. Vorrei scrivere anche romanzi, ma sono talmente impegnato in varie attività che il tempo frammentato non mi permette la costanza necessaria per portarli a compimento.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Il libro cartaceo è quello vero. Leggere un libro digitale mi dà la sensazione come andare ad annusare una rosa con la maschera antigas addosso.
Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Al liceo avevo un grande professore di italiano – Boris Tomažič – che diceva: si può sempre migliorare. Di questo principio ne ho fatto una lezione di vita - per tutta la vita.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “UNA NUOVA STAGIONE”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Per farlo leggere a un arabo per sentire come suonano le poesie di un poeta che conosco in arabo.
📘"Una nuova stagione" (Ediz. bilingue Italiano e Arabo) è acquistabile, previa ordinazione, presso qualsiasi libreria.
Ordinalo su Amazon: https://www.amazon.it/Una-nuova-stagione-Ediz-bilingue/dp/B0F9XNKN3D
#BorisPangerc #lettori #libro #unanuovastagione #alettieditore #poetry #poetasloveno #poeta |