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Opere pubblicate: 19871
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Info sull'Opera
Museo
Internazionale delle Ceramiche in Faenza Mostra: “Angelo Biancini. Sculture e ceramiche dagli anni Trenta al dopoguerra” Curatore: Franco Bertoni Sedi: Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, Viale Baccarini 19 - Faenza Periodo: Dal 21/04/2006 al 3/09/2006 Orario: 9-19, domenica e festivi dalle 9,30 alle 18,30 Catalogo: a cura di Franco Bertoni Sponsor: CERDOMUS Inaugurazione: Venerdì 21 aprile 2006 ore 18.00 Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza Angelo Biancini è una delle figure più rappresentative della scultura e dell’arte ceramica italiana del Novecento. Nato a Castel Bolognese nel 1911, il suo nome rimane legato a Faenza, città dove ha lavorato fino alla morte e dove entra, nel 1942, all’Istituto d’Arte per la Ceramica assumendo successivamente la cattedra di Plastica che era stata di Domenico Rambelli. Manterrà questo incarico fino al 1981, contribuendo a formare, nel suo studio all’interno della scuola, varie generazioni di artisti e di ceramisti. Il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza, dal 21 aprile al 3 settembre 2006, dedica all’artista la mostra “Angelo Biancini. Sculture e ceramiche dagli anni Trenta al dopoguerra” curata da Franco Bertoni, esperto delle collezioni moderne e contemporanee del MIC, sull’attività legata alla ceramica, ma non solo. Saranno esposti gessi, cere, bronzi, legni, ceramiche soprattutto degli anni Trenta e Quaranta mentre, per gli anni del primo dopoguerra, la selezione viene limitata alla documentazione di quanto delle esperienze precedenti ha concorso maggiormente ai lavori della maturità, oltre che alcune gigantografie delle opere monumentali e inamovibili, appositamente realizzate. Fra i lavori in mostra ci sono parte delle creazioni fatte per la Società Ceramica Italiana, “sculture e oggetti d’arredamento di piccola e grande dimensione, riprodotti in serie e destinati a un successo sancito dalle più importanti esposizioni e dalle riviste dell’epoca”. La mostra organizzata dal MIC intende indagare il periodo della formazione e degli esordi dello scultore, momento decisamente meno indagato dagli storici dell’arte e della ceramica. Proprio in quegli anni Biancini raggiunge vertici espressivi e tensioni formali che lo avvicinano all’esperienze più propositive del periodo ed individua quel patrimonio linguistico che, nel secondo dopoguerra, caratterizzerà le opere del successo e dei riconoscimenti ufficiali. Sono di questi anni la partecipazione alla prima grande mostra della scultura italiana alla Galleria della Spiga di Milano e, sempre nel capoluogo lombardo, due mostre personali - alla Galleria dell’Illustrazione Italiana nel 1948 e alla Galleria San Fedele nel 1956 - che lo imporranno ulteriormente all’attenzione della critica nazionale. Biancini ha segnato la storia della ceramica riuscendo ad innovare il suo tempo. I suoi principali interessi scultorei non mancheranno, riversandosi nella ceramica, di contribuire in maniera decisiva all’affrancamento di quest’arte da una condizione “minore” di arte decorativa e alla sua affermazione come espressione artistica tout court. Biancini rimane fedele a una figurazione e a un “vero” che hanno fonti riconosciute nella più antica tradizione italiana, rinverdita da una singolare capacità di registrare le più tenui espressioni emozionali di soggetti, spesso umili e popolari, indagati con un acume quasi psicologico. Angelo Biancini nasce e muore a Castel Bolognese (1911-1988), studia all’Istituto d’Arte di Firenze e frequenta lo studio dello scultore Libero Andreotti. Tornato a Faenza nella seconda metà degli anni Trenta inizia a misurarsi con impegni scultorei di notevole rilievo: statue per il Palazzo della Civiltà Italiana all’E.U.R., statua dell’Atleta vittorioso per il Foro Mussolini, gruppi statuari per il Ponte delle Vittorie a Verona. Premio Faenza nel 1946 con Annunciazione. Partecipa a più edizioni della Biennale di Venezia, alla Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma e la Triennale di Milano. A Faenza, inoltre, colloca alcune importanti opere nel Cimitero dell’Osservanza. Nel 1937 si trasferisce a Laveno dove inizia a collaborare con la Società Ceramica Italiana. Sono di questo periodo opere in ceramica in piccola serie quali: Bimba portatrice di pane, Donna alla fonte, Diana cacciatrice, Atteone e Orfeo. All’inizio degli anni ‘40 emerge come una tra le più promettenti figure della scultura italiana. Tra gli anni ‘50 e ’60 gli sono commissionate numerose opere, dal complesso scultoreo sul Monte Carmelo di Chicago ai tre portali del Sacro Cuore di Firenze, dal Baldacchino del Tempio dei Martiri Canadesi a Roma a La Cena per L’Hospitium di Camaldoli, dai rilievi dalla Basilica di Nazareth alla scultura del Cristo per il Palazzo FAO di Roma. Tantissime le esposizioni personali e collettive. Nel 1973 gli sarà riservata una sala personale nella Collezione d’Arte Moderna dei Musei Vaticani. Oltre che delle collezioni del MIC, la mostra si avvale di prestiti concessi dalla famiglia dell’artista, da privati collezionisti, da Enti e da Musei (Museo Centrale del Risorgimento di Roma, Quadreria Cesarini di Fossombrone, Porcellane Richard Ginori S.p.A. di Laveno Mombello, Civica Raccolta di Terraglia Cerro di Laveno Mombello, Pinacoteca Comunale di Faenza). Il catalogo è a cura di Franco Bertoni con testi di Jadranka Bentini e Franco Bertoni. La presentazione è di S.E.R. Cardinale Achille Silvestrini. Biglietti ingresso MIC: intero € 6,00 Cumulativo con Museo Carlo Zauli: € 8,00 (attualmente € 6,50) Ridotto speciale: € 4,50 (riservato ai detentori di apposito coupon o convenzione) Ridotto: € 3,00 (anziani oltre 65 anni, ragazzi dai 12 ai 16 anni, studenti di scuole medie superiori e universitari, gruppi di almeno 15 persone, soci T.C.I., soci Amico Treno, militari, invalidi) Ridotto scolaresche: € 2,50 I cittadini residenti nel Comune di Faenza hanno diritto all’ingresso gratuito al Museo e alle mostre, dietro presentazione di un documento di identità valido.
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