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Info sull'Opera
Autore:
Comunicati Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

GALLERIA CIVICA DI TRENTO

di Comunicati Stampa

GALLERIA CIVICA DI TRENTO
ILTEATRO DELLA VITA
Nuove date

Julita Wójcik_____________________
Audiostazione
8-9 febbraio, 12.30-19.00
Autostazione Corriere Trentino Trasporti
Via Pozzo – Trento

Cezary Bodzianowski______________
9 febbraio, h 16.00
Hotel Venezia, via Belenzani 70, Trento
e
15 febbraio, h 18.30
Boscolo Grand Hotel Trento, via Alfieri 1, Trento


Il teatro della vita, progetto performativo della Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento, prosegue con altre due performance, questa volta dei polacchi Julita Wójcik e Cezary Bodzianowski, che realizzeranno le loro azioni nei giorni di giovedì 8, venerdì 9 e giovedì 15 febbraio.

L'artista polacca Julita Wójcik trasformerà nei giorni di giovedì 8 e venerdì 9 febbraio (dalle 12.30 alle 19.00) la stazione delle autocorriere di Trento, in Via Pozzo, in una sorta di museo, in cui si terranno delle particolari "visite guidate". Ad essere analizzate attraverso delle audioguide, però, non saranno opere d'arte ma il lavoro quotidiano dei bigliettai, intervistati circa la loro attività e le personali aspettative. Obiettivo di questa azione è esportare in un ambiente differente la consuetudine di servirsi di cuffie audio, ponendo l’attenzione sul lavoro, spesso inosservato, di chi opera in una postazione di biglietteria, stabilendo un parallelo tra questa professione e quella dell’artista. Quanto Wójcik intende proporre sono tre livelli di lettura dell’attività di bigliettaio: il primo attraverso l’atto interpretativo di una curatrice d’arte Hanna Wroblewska, il secondo formulato dall’artista stessa e il terzo rappresentato dalla testimonianza diretta di alcuni dipendenti che hanno accettato di mettersi in gioco. Le audioguide saranno dotate di testi in versione italiana ed inglese.
Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare all’iniziativa che trasformerà il più tipico dei luoghi di passaggio, la stazione, in un posto dove fermarsi per riflettere sulla problematicità insita nella vita quotidiana, nel lavoro, nel rapporto fra le persone.

Fin dagli inizi l’attività di Julita Wójcik è stata un’esplorazione non convenzionalmente molto rigorosa dei temi e delle semplici attività del quotidiano, dei comportamenti e della banalità della vita. Focalizzando il suo linguaggio artistico su gesti e attività semplici, conosciute e familiari allo spettatore medio, l’artista raggiunge l’obiettivo di instaurare un contatto diretto con il pubblico, trasformandolo in parte attiva dei suoi progetti. La natura esplicita del suo linguaggio non lascia nessuno indifferente, sebbene i modi in cui la sua opera viene recepita vadano dall’accettazione (grazie al fatto che i sono molto semplici da comprendere) al totale rifiuto.
Il suo primo lavoro è stata la realizzazione di fazzoletti all’uncinetto che gli spettatori potevano completare. Per più di sei mesi, in una piazza messa a disposizione dalle autorità cittadine, tra le trafficate strade di Gdynia, ha coltivato un letto di fiori entrando in dialogo con i passanti che le offrivano spontaneamente consigli.
L’accettazione generale della sua posizione artistica da parte dei media si è trasformata in una furiosa caccia alle streghe quando Julita, invece di portare semplicemente l’arte negli “spazi pubblici”, ha proposto di portare “la vita negli spazi della galleria” e realizzato una performance in cui pelava le patate nelle sale della Zachęta National Gallery of Art. In un’altra occasione ha ricostruito invece le rovine del castello di Kostrzyń usando dei palloncini rossi, mentre in un terzo caso ha “dipinto” degli edifici grigi di colori più allegri. A Roma ha lavato invece una piccolo FIAT - un’auto prodotta in Polonia su licenza dell’azienda italiana, molto popolare negli anni ’70 e ’80 – dando all’opera il titolo “dal suolo italiano a quello polacco”.

Cezary Bodzianowski, che ha già realizzato la prima parte della sua performance attraverso una videoinstallazione collocata presso il Boscolo Grand Hotel Trento, propone ora un'ulteriore fase suddivisa in due parti, questa volta collegate con il carnevale di Venezia.
Venerdì 9 febbraio alle ore 16.00, infatti, in concomitanza con l'inaugurazione ufficiale di quest'ultimo, l'artista si aggirerà davanti all’Hotel Venezia in via Belenzani travestito secondo l’usanza carnevalesca veneziana con mantello, tricorno e la nota inquietante maschera chiamata Bauta. Giovedì 15 febbraio quindi, il video prodotto verrà proiettato presso il Boscolo Grand Hotel Trento alle ore 18.30.


Cezary Bodzianowski è conosciuto per i suoi eventi non convenzionali, al confine tra performance e happening. La sua attività creativa si concentra nello scoprire ed evidenziare le assurdità della realtà, e nelle sue azioni interagisce col caso e con spettatori sprovveduti, chiamando le sue intromissioni un «teatro personale di eventi». Spesso gioca con la sua stessa immagine, usa fotografie o video di se stesso per motteggiare il soggetto artistico e, per estensione, la sua stessa persona.
Con i suoi lavori affronta tematiche sociali, o legate al mondo dell’arte, spiazzando gli spettatori, (perlopiù persone ignare «incappate» nella sua azione) attraverso misteriose reinterpretazioni di situazioni legate alla vita di ogni giorno. Ambientate in luoghi altrettanto anticonvenzionali, come gallerie, uffici, strade, parchi, autostrade, ecc. i suoi interventi si concentrano su situazioni particolari e dettagli della vita quotidiana, trasformati in veri e propri eventi dell’assurdo. Fra le azioni più significative ricordiamo Good Morning (1997), in cui l’artista ha bussato un mattino alla finestra di un appartamento in un condominio a Łódż (con l’aiuto di un montacarichi), solo per dire «Buongiorno» ai suoi abitanti. Nel corso di una seconda performance, invece, ha camminato per sette ore nel mercato centrale di Cracovia, fermandosi ogni tanto impietrito davanti ad una donna a scelta, ed in una terza, realizzata durante la mostra degli Impressionisti al Museo Nazionale, ha trascorso un’intera giornata in coda, solo per scambiarsi di posto con una persona a caso in fila dietro di lui ogni volta che si avvicinava all’entrata.
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