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Info sull'Opera
Autore:
Musica
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Special Event: PAOLO FRESU

di Musica

SPECIAL EVENT

Lunedi’ 2 aprile – Martedi’ 3 aprile 2007

Rosso, Verde, Giallo e Blu
the new cd of Blue Note Serie

Paolo Fresu 5th plays the music of Paolo Fresu

Il Cd e’ disponibile nei negozi
su cd EMI / Blue Note
dal 23 Marzo 2007

La Palma - Via Giuseppe Mirri 35 - 00159 Roma
Tel 06 43566581 – 06 43599029
www.lapalmaclub.it - info@lapalmaclub.it
Ingresso: Euro 15
Ore 22,30

“Rosso, Verde, Giallo e Blu” è il quinto ed ultimo (?) episodio della serie che il Paolo Fresu Quintet da alle stampe per la Emi/Blue Note italiana nell’ambito della grande festa del XX anno di attività del gruppo, celebrata nel 2004.
La Blue Note italiana ha offerto al gruppo di testimoniare - con una serie di incisioni pubblicate in tutti i paesi del mondo - il presente e il futuro di questa straordinaria formazione.

Con cadenza praticamente semestrale, una grafica ad hoc e la dedica di ogni lavoro ad ognuno dei cinque componenti la formazione, in veste di compositore, (sembra non sia mai successo nell’intera storia del jazz) la celebre e storica etichetta jazzistica, ha dunque dato alle stampe a scadenze regolari, una serie di cd che attraversa il pensiero e i moderni territori jazzistici di una fra le migliori espressioni del jazz contemporaneo.

I dischi, tutti registrati in Francia, nel ricercatissimo studio provenzale de “La Buissonne” di Pernes les Fontaines, dove la qualità sonora è davvero eccelsa, sono stati pubblicati con cadenza regolare: nella prima uscita il quintetto ha incontrato le composizioni del pianista Roberto Cipelli (“Kosmopolites”). Al disco di Roberto sono poi seguiti a ruota, le pubblicazioni di quello (“P.a.r.t.e.”) di Attilio Zanchi, il contrabbassista del gruppo, quello del sassofonista Tino Tracanna (“Incantamento”) e quello del batterista Ettore Fioravanti (“Thinking”).

Un lavoro praticamente enciclopedico eppure incredibilmente attuale, capace di riassumere ecumenicamente il livello qualitativo di una formazione che raccoglie nomi davvero importanti della storia del jazz italiano e che, già ormai da un buon decennio, conquista via via nuovi successi ben oltre i confini geografici nostrani.



Note di Copertina
Rosso, verde, giallo e blu sono i miei colori preferiti. Perché ‘suonano’ bene tra loro come le personalita’ di questo Quintetto che esiste ormai da 23 anni. Hanno personalita’ i colori ma allo stesso tempo non sono puri, si amalgamano bene e si lasciano mescolare. Il rosso è il colore di Roberto. E’ caldo e vivace e sa essere forte ma allo stesso tempo delicato e passionale. E’ Picasso ma anche Mirò. Sa di latino e di tori ed e’ Cremona con l’ortodossa magnificenza monteverdiana ma riverbera di Venezia. E’ un sipario scaligero. E’ il Teatro Ponchielli, Sangue e vita, peccato e redenzione. Il verde è Ettore. A me piace il verde acqua. E’ quello limaccioso del Tevere che attraversa la città capitolina ed e’ dei parchi romani. E’ speranza, prosperita’ e pensa positivo. E’ Monet, Degas, Cezanne ed anche Botticelli. Ed è in molte delle bandiere del mondo, specie in quelle africane e quella del Brasile è verde, gioia, saudade e serenità. Anche nel drappo italiano c’e’ un po’ di verde e c’e’ il rosso di Roberto. Tino invece e’ il giallo. Caloroso e desertico il giallo e’ il colore del sole. Tiepido ed inaspettato in primavera quanto forte e diretto d’estate. Sono le stoppie bruciate dal meriggio e dagli uomini nelle isole del Mediterraneo ed un girasole di Van Gogh. E’ ocra e limone di Amalfi. Raggio di luce e spiraglio di speranza. Blu e’ Attilio. Chiaroscuro e meditativo e’ il colore del cielo quando il sole si nasconde ed a volte e’ il colore del sangue che scorre nelle arterie. E’ dinamico. Preciso quanto alterabile e voluttuoso. E’ Fez, smalto e ceramica. Lapislazzolo, pietra preziosa e acqua di mare. E’ la notte. E’ Blue Note ed e’ jazz come Matisse. Tutto questo sono i colori del mondo. Il rosso, il verde, il giallo ed il blu sono i miei colori preferiti.


Paolo Fresu / Montréal 05 Luglio 2005
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Bene ! Avevo fatto una scommessa con Paolo che non saremmo riusciti ad intraprendere l’avventura di questi cinque CD. Ammetto pubblicamente di averla persa: adesso mi toccherà pagare una cena luculliana innaffiata da vino prelibato allo stesso Paolo, che tra l’altro è di gusti esigenti. Ma tant’è, lo faccio volentieri, perché riascoltando la musica di noi cinque, pur nelle personali diversità e nelle diverse personalità, appare evidente soprattutto una cosa: il rispetto, la stima e il grande senso del “gioco” comune, frutto di una vera ed autentica amicizia, cresciuta e rafforzatasi con gli anni (tanti).
Se questo gruppo esiste ancora e la sua musica è come è lo dobbiamo soprattutto a questo, oltre che alla giusta mescolanza dei “colori”. Leonardo (da Vinci, non mio nipote!) diceva: “La pittura e’ una combinazione di luce e ombra in stretta mescolanza con le diverse qualità di tutti i colori” .... che Paolo sia stato il sapiente orchestratore di queste luci e ombre non c’è dubbio, per questo credo che il colore che piu’ gli si addice sia il “Cangiante”, ossia quello che cambia col mutare della direzione dei raggi luminosi che lo investono.
Cari amici miei, è stato un bel “Viaggio” e “Ulixes” spero sia foriero di tanti altri simili.
Ma di scommesse non ne faccio più!
Roberto Cipelli

***
Qualcosa di blu

“Something old, something new, something borrowed, something blue”.
E’ un antico proverbio inglese ed è anche il titolo di una mia composizione, con il testo scritto da Tiziana Ghiglioni.
Questa frase suggerisce gli indumenti che gli sposi dovrebbero indossare scaramanticamente al loro matrimonio e cioè: qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa preso in prestito e qualcosa di colore blu.
Gli ingredienti suddetti potrebbero indicare con precisione la chiave della longevità e del successo del nostro quintetto.
“Something old” si può riferire alla tradizione jazzistica, che è ben presente nelle nostre composizioni; “Something new” può indicare invece la componente di ricerca ed innovativa che cerchiamo di inserire nella nostra musica; “Something borrowed”, qualcosa in prestito, può riferirsi al linguaggio ed al fraseggio che ogni jazzista utilizza elaborando o citando frasi improvvisative già suonate dai vari maestri del Jazz del passato; infine “Something blue”, che è il colore al quale Paolo mi ha associato, suggerisce il Blues.
Riflettendo sul termine”Blu” mi sono tornati in mente una serie di titoli di miei brani che contengono proprio questa parola che ricorre spesso, anche se in alcuni casi viene indicata come “Blue”.
“Blue Years”, “Blue Note mood”, “Walkin’ Blues”, “Blues in the Dark” ed anche “ First Blues” scritto insieme a Paolo. Inoltre Blue Note è anche il nome dell’etichetta discografica che ospita questo progetto e al quale sono orgoglioso di essere legato, essendo uno dei più prestigiosi e storici marchi di fabbrica del nostro settore musicale.
E poi la scelta di abbinarmi al colore blu mi sembra appropriata e mi ci posso identificare con facilità.
Buon ascolto!
Attilio Zanchi

***

POVER DEBILITATO TROMBETTISTA

Aver del vanto per cotant’orgoglio
Dover demordere di gagliarda speme
Spargendo tanto di quel verderame
Da ricoprir le cover degli Who.

Ov’”er decapitato” va dicendo
Che poco può saver del tuo quintetto
Poichè su lui si appone aspro verdetto,
Il ver deciso lo sai solo tu.

A Hannover deltaplani vai affittando
Per pattinar sul River de la Plata,
Planando poi su Dover decimata
Dal cupo inver destino di Re Artù.

Pover debilitato trombettista
Che d’olio di verdesca ti massaggi,
Sei bravo a sopravviver degli ingaggi;
Sia verde la tua valle, buon Fresù.

Ettore Fioravanti

***

Giallo.... giallo luce,
Luce ad occhi stretti,
I pochi attimi in cui, insieme al mondo, sei nel posto giusto.
Non pensi a quello che hai appena fatto o a quello che succederà ma semplicemente sei...
E gli altri lo stesso, ed il mondo accompagna.
Nulla di mistico ma attimi essenziali.
A volte arrivano, inaspettatamente, all’angolo di una strada, oppure grazie al sapore di un buon piatto o quando vedi, dico vedi veramente, una cosa.
Ho sempre inseguito questa luce nella musica, qualcosa che alla fine non sai cos’è e soprattutto non sai se c’è veramente...
Dubbio non da poco...
Un po’ come l’interessato osservante che va in paradiso e trova Manitou sulla porta..
Però continui, fai gli esercizi, scrivi qualcosa di nuovo, pensi e cerchi musica.
Poi ti incontri per il concerto con gli altri “quattro” e consideri che gli attimi di giallo/luce sono soprattutto attimi di armonia tra persone, in particolare con i quattro che hanno condiviso con te musica, viaggi, buone e cattive serate, tensioni, scherzi e seccature... E c’è sicuramente qualcosa di vero e profondo in tutto quel tempo a volte routiniero, a volte faticoso e a volte goliardico passato insieme ma, accidenti, ce n’è anche in quegli attimi gialli passati insieme sul palco!
Ed insieme ai quattro arriva il Quinto (c.d.) e quell’impresa che ci sembrava infinita ed impossibile si è già conclusa in pochi attimi.
Appunto.
Tino Tracanna
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