Home Page  
Progetto Editoriale  
Poesia  
Narrativa  
Cerca  
Enciclopedia Autori  
Notizie  
Opere pubblicate: 19527

-



VII PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE AL FEMMINILE

MARIA CUMANI QUASIMODO

SCADENZA
28 APRILE 2023

 

 



 

 

 

Il libro più amato da chi scrive poesie,
una bussola per un cammino più consapevole.
Riceverai una copia autografata del Maestro Aletti
Con una sua riflessione.

Tutti quelli che scrivono
dovrebbero averne una copia sulla scrivania.

Un vademecum sulle buone pratiche della Scrittura.

Un successo straordinario,
tre ristampe nelle prime due settimane dall'uscita.


Il libro è stato già al terzo posto nella classifica di
Amazon
e al secondo posto nella classifica di Ibs

Se non hai Amazon o Ibs scrivi ad:

amministrazione@alettieditore.it

indicando nell'oggetto
"ordine libro da una feritoia osservo parole"

Riceverai tutte le istruzioni per averlo direttamente a casa.



Clicca qui per ordinarlo su Amazon

oppure

Clicca qui per ordinarlo su Ibs

****

TUTTO QUELLO CHE HAI SEMPRE VOLUTO
PER I TUOI TESTI

vai a vedere quello che ha da dirti Alessandro Quasimodo
clicca sull'immagine

Le opere più interessanti riceveranno una proposta di edizione per l’inserimento nella prestigiosa Collana I DIAMANTI
Servizi prestigiosi che solo la Aletti può garantire, la casa editrice indipendente più innovativa e dinamica del panorama culturale ed editoriale italiano


 
Info sull'Opera
Autore:
Fotografia
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Una vita per Venezia

di Fotografia

fonte: www.abc-fotografia.com

Fotografie di Fulvio Roiter
Testi di Ignazio Roiter
EDITORE: SiZ
FORMATO: 28,5x28,5 cm - Cartonato con Sovracoperta
PAGINE: 204
ILLUSTRAZIONI: 100 a colori e 50 in BN, su carta Hello Gloss da 170 g
ISBN: 889020231-9


Mi piace iniziare trascrivendo ciò che Fulvio Roiter dice in una clip audio tratta da "RAI Radio 1 - Baobab di notte del 29 Novembre 2006" a proposito della foto di copertina di questo libro:

"L'immagine richiama il mondo pittorico di quel grande inglese che è William Turner. Lì c'è il bacino di San Marco in un momento in cui il sole è già tramontato e lascia una striscia che va dalla Chiesa del Palladio di San Giorgio Maggiore, a sinistra, e continua a pelo d'acqua, come una ferita lacero-contusa rossa, e va fino alla Chiesa della Salute. Il tutto poi che vibra leggermente; è un po' mosso perché ho fatto la fotografia in un momento in cui c'era poca luce ed ero a poppa della motonave che mi conduceva al Lido. Ma io sapevo questo ed ho giocato su questo."

Sempre dalla stessa intervista: "Si vede che avevo la fotografia in corpo. Se mi chiedono quando ho cominciato, dico che ho l'impressione di essere stato geneticamente concepito per fare il fotografo. Mio padre non credeva alla fotografia, soprattutto non poteva immaginare che si potesse vivere o sopravvivere dedicando la vita a quella che chiamo la fotografia come linguaggio; non mi proibiva nulla ma lo faceva pesare. Allora gli ho chiesto di darmi l'ultima chance, andare in Sicilia per scoprire questa terra magica. Ho caricato la bicicletta Mosquito in treno, come bagaglio appresso, cinquanta anni fa; dopo 24 ore arrivai a Messina e per un mese e mezzo sono sparito. Scoprii cose incredibili. Mangiavo una volta al giorno per guadagnare tempo. Venni a casa, sviluppai e stampai, ma non avevo il coraggio di spedire quelle fotografie."

Il coraggio gli viene quando vede che l'editore Guilde du Livre di Losanna pubblica fotografie che Roiter giudica di scarso valore; allora gli spedisce le foto fatte in Sicilia. Piacciono molto. Al momento però l'editore gli chiede un libro su Venezia; Roiter si mette al lavoro, in quanto non ha immagini già fatte. "Partivo alle cinque del mattino, tornavo alle nove e mezzo di sera; mangiavo qualcosa e la mattina dopo ripartivo alle cinque; caffelatte e via, treno per Venezia e tutto il giorno in giro." In treno perché Fulvio Roiter è originario di Meolo, a una trentina di chilometri dal capoluogo.

Per Natale del 1954 esce Venise à fleur d'eau (Venezia a fior d'acqua), il suo primo libro fotografico.
L'anno successivo esce Ombrie. Terre de Saint-François (Umbria. Terra di San Francesco), che riceverà il prestigioso Premio Nadar nel 1956.

Nasce così una delle più fulminanti ed entusiasmanti carriere di grande fotografo dei nostri tempi, diventato emblema di fotografo di Venezia, specialmente dopo il 1977, quando esce Essere Venezia; il libro diventerà il più grande successo editoriale da quando esiste la storia della fotografia: 700.000 copie. Con "Una vita per Venezia" appena uscito, Roiter raggiunge il ragguardevole numero di 44 libri fotografici: quasi una media di uno all'anno.

Questo ultimo lavoro dedicato a Venezia è del tutto particolare, innanzitutto perché è dedicato ai suoi 80 anni, di cui 60 dedicati alla fotografia. All'interno del bel volume ci sono 150 immagini, di cui 100 a colori, in gran parte inedite, e 50 in bianco e nero.

Nel colore vediamo un Roiter sovente documentario, ma con tanta grazia, tanta cura e tanto amore per Venezia da rappresentarla in una livrea sontuosa e impeccabile. Accanto a scorci interni ed esterni della famosa Piazza, della Basilica di San Marco, del Palazzo Ducale e di altre parti della laguna, troviamo momenti memorabili colti con la consueta maestria, tanto naturale da sembrare facile.

Non c'è ostentazione né forzatura né compiacimento estetico, bensì una grande sensibilità per tutto quello che caratterizza l'ambiente lagunare. Momenti di luce inconsueta, eventi atmosferici particolari, contrasti cromatici affascinanti, lampi improvvisi di luce, vele inaspettate nel riquadro di una finestra. Le gondole e i gondolieri in tante occasioni diverse, i turisti fuori e dentro i palazzi e le chiese, l'acqua alta, le nevicate, le nebbie, i tramonti, i bar, i ponti, le margherite sui minuscoli davanzali, i bimbi che giocano, gli innamorati, il carnevale, le riprese aeree; non manca una Marghera minacciosa alle spalle della laguna sempre più in crisi e sempre più bisognosa di questi tributi ammirati, per risorgere dalle acque tremendamente insidiose.

Saper guardare, saper rappresentare, saper raccontare, sapere emozionare perché ci si è emozionati al momento dello scatto. Sembrano automatismi ovvi, ma solo i veri maestri lo sanno fare con tanta naturalezza.

Dice Roiter: "Dopo cinquant'anni di professione sono giunto alla conclusione che la Fotografia sia il linguaggio del nostro tempo; infatti non potrebbe esistere un evento senza l'immagine. E noi fotografi siamo gli interpreti, i narratori speciali dotati di quella sensibilità che ci permette con una sola immagine di poter immortalare l'essenza del fatto. Personalmente fotografo per emozionare, per trasmettere tutto quello che ho dentro, per comunicare il mio stato d'animo."

Non si può trascurare un altro aspetto assai qualificante di questo libro, rappresentato dai testi di Ignazio Roiter, fratello dell'artista. Non un mero testo di accompagnamento, ma documentazione storica minuziosa e orgogliosa, con pagine di inaspettata e intensa ispirazione lirica: la poesia delle parole accompagna così la poesia degli scatti. Alcune pagine, specialmente nella sezione finale, interpretano in maniera mirabile il senso delle immagini; quasi una scuola entusiasmante di lettura della fotografia.

L'emozione unita alla semplicità: è tanto più vero nelle fotografie in bianco e nero, scattate tra il 1953 e il 1975, meraviglioso periodo di reportage umano e ambientale del "cantore di Venezia". Quel fascinoso bianco e nero denso di atmosfere e significati, dalle inquadrature essenziali dove nulla si può togliere e nulla si deve aggiungere; dove quello che si vede può essere soltanto percepito con l'emozione nella mente e nel cuore. Qui emergono gli esseri viventi e i loro gesti.

I gondolieri e i barcaioli che solcano abili le acque, i gatti curiosi ed i piccioni solitari o innamorati, il Caffè Florian dalle atmosfere d'altri tempi, i preti che saltellano al Lido, le suore che fanno da contrappunto ai carabinieri austeri sullo sfondo di San Marco, i bambini che trovano ovunque l'occasione e lo spazio del gioco, perfino con l'aquilone stretto tra le mura del calle fin quasi a soffocare per mancanza d'aria.

Proprio questo aquilone pare l'emblema del volare alto che Venezia vorrebbe e potrebbe ancora fare, nonostante gli interminabili problemi di sopravvivenza. Dopo un terzo di secolo, lo scatto è tanto fresco da invitare al miracolo di un colpo d'ala ritrovato, offrendo una giovane brezza per spiccare un nuovo e alto volo.
"...agli occhi dei bambini l'aquilone si alzerà in volo senza alcuna difficoltà, sorretto dal vento della loro risata, mentre i loro sguardi cancelleranno le mura per dipingere colline..." (dal commento di Ignazio Roiter)

Recensione di Romano Cicognani



Segnala questa opera ad un amico

Inserisci una nuova Notizia
Notizie Presenti
Non sono presenti notizie riguardanti questa opera.