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Info sull'Opera
Autore:
Comunicati Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Giancarlino Benedetti Corcos

di Comunicati Stampa

Mostra personale di Giancarlino Benedetti Corcos dal titolo

“Donne non si regala si vende si svende si regala.
Viaggio da Roma a Faleria verso la marmellata di visciole”

Dal 28 ottobre 2007 a Faleria (VT) presso l’Associazione culturale Orolontano si tiene la mostra personale di Giancarlino Benedetti Corcos dal titolo “Donne non si regala si vende si svende si regala. Viaggio da Roma a Faleria verso la marmellata di visciole” con un’ introduzione di Rinaldo Funari.
L’artista opera da circa 25 anni; la sua prima personale avvenne nel 1984 alla Galleria di Roma 5 X 5 con un testo critico di Achille Bonito Oliva.
In questi anni ha partecipato a numerose mostre collettive e personali spesso collocando le sue opere all’interno di teatri immaginari unendole ad espressioni teatrali, “commediole”, da lui stesso scritte.
In questa occasione si coniugano tutti gli elementi sviluppati in questi anni da Giancarlino, una sua pittura fatta di tracce, di colori e “sostanze cromatiche che hanno la forza tesa di un’emozione pura” (A.B.O.1995); unisce in questa personale anche la sua invadenza teatrale e raccoglie in una unica forza tutti gli elementi antropologici e storici del luogo dove colloca le sue opere per dilatarne il significato e i confini.

“Una sorta di energia wagneriana attraversa lo spazio fondato di un’arte che declina una sensibilità tipicamente mediterranea anzi specificamente romana, che trasforma con allegria la cultura della Finis Austriae in iconografia di una possibile Finis Romae. Qui abita non Sigfrido ma Petrolini” (A.B.O.1995)

In catalogo commediola di Giancarlino e Laura Rosso Marmellata di visciole

Associazione culturale Orolontano
inaugurazione domenica 28 ottobre 2007, ore 11 nell'ambito della manifestazione "Un giorno a Faleria"
in seguito 3, 4, 10 e 11 novembre 2007 dalle ore 16 alle ore 20
Via di Sant’Antonio 27- Faleria (VT)
tel. 0761589053 -
068105349 –
0761587867 –
3383037731
e-mail orolontano@yahoo.it




1984, in molti avevamo rispolverato il famoso romanzo di George Orwell per cercarne le possibili coincidenze o profezie annunciate.
Da pochi anni uno strano piccolo elettrodomestico, denominato personal computer, si collocava come nuovo strumento di informazione (aveva la possibilità di farci scrivere interi e svariati libri semplicemente registrandoli su un floppy disk che potevamo poi infilare in tasca).
Umberto Eco dalle pagine delL’Espresso stramalediva la traduzione del manuale del più diffuso software di videoscrittura, wordstar, perché incomprensibile nella sua architettura comunicativa.
In quell’anno coincidevano vari fenomeni: un uso di tecnologie legate ai PC che accendevano scenari di esaltato entusiasmo sulle possibili connessioni tra scienza comunicazione ed arte ed altrettanti scenari apocalittici che vedevano erroneamente in Orwell un precursore di controlli totali, capaci di appiattire e controllare qualsiasi volontà umana, soprattutto nella sfera creativa.
Avevamo sempre considerato la piccola galleria di Via Garibaldi, 5 X 5, come una zattera di traghettamento delle varie espressioni artistiche, in quanto proponevamo in un momento di grande fermento possibili artisti di computer art ed altri già con consolidate tecniche pittoriche.
La zattera, come si sa, ha un fittizio comandante, è trascinata dalle onde e si regola su quell’intuito che sempre porta a tentare di individuare l’approdo.
Giancarlino Benedetti ci portò varie volte nel suo studio di Via Dandalo, un seminterrato ereditato dai suoi nonni, stracolmo di tele da lui dipinte, accatastate e affastellate a taglio di coltello. Tutte le volte che mostrava le sue opere era costretto a sfilarle dagli scaffali per poi doverle ricollocare per economia di spazio.
Quello che colpiva in lui non era soltanto la sua mole di lavoro che aveva accumulato e che continuava a produrre, ma la sua vitalità frenetica capace di dilatare le pareti del suo spazio personale per trasmettere questa alchemica vitalità in spazi senza confini e fruibile da tutti.
Dopo una serie di incontri decidemmo di organizzare la sua prima personale alla 5 X 5.
Giancarlino si presentò al mattino con la sua Fiat 500 stracarica fino all’inverosimile di tele e di rotoli di disegni che scaricammo nel piccolo spazio della galleria.
Dopo alcune ore capii che non si sarebbe mai potuto allestire una mostra secondo i canoni tradizionali, vennero appese alcune opere alle pareti, il resto fu lasciato accatastato a terra come era nel suo studio, decine e decine di disegni e bozzetti furono appoggiati su un tavolo.
Quell’ambiente era diventato lo studio di Giancarlino Benedetti.
Achille Bonito Oliva per quella occasione scrisse un breve testo sul lavoro di Giancarlino; questo ci confortava dall’ipotetico caos che ci aveva creato questa non prevista performance.
“Spesso lo spazio viene scandito secondo sequenze che cercano una sorta di inquadratura dentro cui l’immagine irradia la sua energia vitale, l’essere il frutto di un’emozione diretta, la conseguente emanazione di un sentimento di scorrevolezza e di un attraversamento di ogni codice figurativo” A.B.O.1984
La mostra fu un successo; il giorno stesso dell’inaugurazione il piccolo spazio della 5 X 5 fu invaso da decine e decine di amici,collezionisti e curiosi che crearono la stessa atmosfera di un mercato, dove l’occasione di acquistare non poteva essere persa.
Gli amici, i critici e quanti altri sono a lui affezionati, in questi 23 anni notevolmente aumentati, troveranno anche in questa occasione una conferma della continuità ciclonica di Giancarlino.
“Una sorta di energia wagneriana attraversa lo spazio fondato di un’arte che declina una sensibilità tipicamente mediterranea anzi specificamente romana, che trasforma con allegria la cultura della Finis Austriae in iconografia di una possibile Finis Romae. Qui abita non Sigfrido ma Petrolini” A.B.O.1995

In “Donne non si regala si vende si svende si regala. Viaggio da Roma a Faleria verso la marmellata di visciole” si coniugano tutti gli elementi sviluppati in questi anni da Giancarlino, una sua pittura fatta di tracce, di colori e “sostanze cromatiche che hanno la forza tesa di un’emozione pura” (A.B.O.1995); unisce in questa occasione anche la sua invadenza teatrale e raccoglie in una unica forza tutti gli elementi antropologici e storici del luogo dove colloca le sue opere per dilatarne il significato e i confini.

Oggi al mercato ci propone una buona marmellata di visciole: non è forse il nuovo regalo del suo operare?

28 ottobre 2007
Rinaldo Funari
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