Home Page  
Progetto Editoriale  
Poesia  
Narrativa  
Cerca  
Enciclopedia Autori  
Notizie  
Opere pubblicate: 19564

-



VII PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE AL FEMMINILE

MARIA CUMANI QUASIMODO

SCADENZA
28 APRILE 2023

 

 



 

 

 

Il libro più amato da chi scrive poesie,
una bussola per un cammino più consapevole.
Riceverai una copia autografata del Maestro Aletti
Con una sua riflessione.

Tutti quelli che scrivono
dovrebbero averne una copia sulla scrivania.

Un vademecum sulle buone pratiche della Scrittura.

Un successo straordinario,
tre ristampe nelle prime due settimane dall'uscita.


Il libro è stato già al terzo posto nella classifica di
Amazon
e al secondo posto nella classifica di Ibs

Se non hai Amazon o Ibs scrivi ad:

amministrazione@alettieditore.it

indicando nell'oggetto
"ordine libro da una feritoia osservo parole"

Riceverai tutte le istruzioni per averlo direttamente a casa.



Clicca qui per ordinarlo su Amazon

oppure

Clicca qui per ordinarlo su Ibs

****

TUTTO QUELLO CHE HAI SEMPRE VOLUTO
PER I TUOI TESTI

vai a vedere quello che ha da dirti Alessandro Quasimodo
clicca sull'immagine

Le opere più interessanti riceveranno una proposta di edizione per l’inserimento nella prestigiosa Collana I DIAMANTI
Servizi prestigiosi che solo la Aletti può garantire, la casa editrice indipendente più innovativa e dinamica del panorama culturale ed editoriale italiano


 
Info sull'Opera
Autore:
Ludovico Ariosto
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

La Lena - Prologo

di Ludovico Ariosto

Prologo

Ecco La Lena, che vuol far spettacolo
Un'altra volta di sé, né considera
Che se l'altr'anno piacque, contentarsene
Dovrebbe, né si por ora a pericolo
Di non piacervi: che 'l parer de gli uomini
Molte volte si muta, et il medesimo
Che la matina fu, non è da vespero.
E s'anco ella non piacque, che piú giovane
Era alora e piú fresca, men dovrebbevi
Ora piacer. Ma la sciocca s'imagina
D'esser piú bella, or che s'ha fatto mettere
La coda dietro; e parle che, venendovi
Con quella inanzi, abbi d'aver piú grazia
Che non ebbe l'altr'anno, che lasciòvisi
Veder senz'essa, in veste tonda e in abito
Da questo, ch'oggi s'usa, assai dissimile.
E che volete voi? La Lena è simile
All'altre donne, che tutte vorrebbono
Sentirsi dietro la coda, e disprezzano
(come sien terrazzane, vili e ignobili)
Quelle ch'averla di rietro non vogliono,
O per dir meglio, ch'aver non la possono:
Perché nessuna, o sia ricca o sia povera,
Che se la possa por, niega di porsela.
La Lena, in somma, ha la coda, e per farvila
Veder, un'altra volta uscirà in publico;
Di voi, donne, sicura, che laudarglila
Debbiate; et è sicura anco de i giovani,
Ai quali sa che le code non spiaceno,
Anzi lor aggradiscono, e le accettano
Per foggia buona e da persone nobili.
Ma d'alcuni severi et increscevoli
Vecchi si teme, che sempre disprezzano
Tutte le fogge moderne, e sol laudano
Quelle ch'al tempo antico si facevano.
Ben sono ancora de i vecchi piacevoli,
Li quai non hanno le code a fastidio
Et han piacer de le cose che s'usano.
Per piacer, dunque, a questi e a gli altri che amano
Le foggie nuove, vien La Lena a farvisi
Veder con la sua coda. Quelli rigidi
Del tempo antico faran ben, levandosi,
Dar luogo a questi, che la festa vogliono.


Prologo primo de La Lena inanzi che fusse ampliata di due scene

Dianzi ch'io viddi questi gentilomini
Qui ragunarsi, e tante belle gioveni,
Io mi credea per certo che volessino
Ballar, che 'l tempo me lo par richiedere;
E per questo mi son vestito in maschera.
Ma poi ch'io sono entrato in una camera
Di queste, e ho veduto circa a sedici
Persone travestite in diversi abiti,
E che si dicon l'un l'altro, e rispondono
Certi versi, m'avveggio che far vogliono
Una de le sciocchezze che son soliti,
Ch'essi comedie chiamano e si credono
Di farle bene. Io che so quel che detto mi
Ha il mio maestro, che fra le poetiche
Invenzïon non è la piú difficile,
E che i poeti antiqui ne facevano
Poche di nuove, ma le traducevano
Dai Greci, e non ne fe' alcuna Terenzio
Che trovasse egli; e nessuna o pochissime
Plauto, di queste ch'oggidí si leggono;
Non posso non maravigliarmi e ridere
Di questi nostri, che quel che non fecero
Gli antiqui loro, che molto piú seppono
Di noi in questa e in ogni altra scïenzia,
Essi ardiscan di far. Tuttavia, essendoci
Già ragunati qui, stiamo un po' taciti
A riguardarli. Non ci può materia,
Ogni modo, mancar oggi da ridere,
Che, se non rideremo de l'arguzia
De la comedia, almen de l'arroganzia
Del suo compositor potremo ridere.
Segnala questa opera ad un amico

Inserisci una nuova Notizia
Notizie Presenti