|  | Di seguito il video del servizio del TG3 sul concorso Il Federiciano. 
 http://www.youtube.com/watch?v=32t6cMGkeYg
 
 
 
 
 
 
 
 
 Le poesie selezionate per le quattro stele poetiche:
 
 
 Daniele Ninfole con Il torrente
 
 Per riuscire a scrivere
 sono tornato
 dove ho conosciuto
 i tuoi abbracci
 (le mattine pigre
 colme del ricordo
 non m’interrogavano
 se fosse tutto vero)
 
 Per tornare a scrivere
 mi sono fermato ad ascoltare
 il suono di una voce
 simile alla tua
 e soffrirne del mistero
 
 Per trovare due parole
 ho liberato
 le chiuse del torrente
 e mi sono annegato
 di malinconia
 
 Per avvicinarti queste righe
 ho sognato
 che le reggevi fra le mani
 per sollevare o abbattere
 la rotta del dolore
 
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 Antonio Chiaravalloti con Appoggia i tuoi pensieri
 
 Appoggia i tuoi pensieri
 sul mio viso stanco,
 con i suoi stupiti sguardi
 t’accoglierà straniero e vinto.
 Non lo sapevi che c’era ancora spazio
 tra le rughe del paese in guerra.
 E come potevi
 dato che non sei più ritornato,
 neanche quando il sollievo dell’assenza
 l’avrebbe permesso.
 Ma non c’era nessuno ad aspettarti,
 e dov’erano i profumati
 terribili passi doppi
 a cui eravamo abituati.
 Non ci volevamo tutti bene
 cantava l’anziana pettinatrice
 che moriva ogni giorno
 con il colore tra le ferite aperte.
 Le valigie lasciate alla centrale
 non furono mai imbarcate
 e giacciono polverose in qualche angolo
 come le nostre lettere.
 Dall’Oriente aspettavamo sempre
 quell’irraggiungibile invito,
 così ogni mattina guardavamo invano
 quel mare inventato
 che non si muoveva mai.
 
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 Battista Favoino con Sulle calanche
 
 Ho scrutato l’orizzonte,
 fumoso, denso, gonfio di presagi,
 e ho sciolto i miei pensieri
 nelle torbide acque dei ricordi.
 Ho intessuto aeree trame
 e svolto rotoli di racconti,
 volteggiando sulle calanche,
 fantasticando sulle sue forme,
 scavate, incise, corrose,
 bronzo dorato fuso.
 Come un giovane lupo mi avvento
 sui profumi e i colori
 della macchia selvaggia e assolata,
 bacche di fuoco, mirto, lentisco
 e fiori di ginestra novella.
 E mi inebrio dell’essenza sfacciata
 dei germogli di fico
 mentre lassù le mie amiche,
 tranquille,
 le ciaule
 fanno ritorno.
 
 
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 Mario Antenucci con L’incanto
 
 In quest’angolo dischiuso alla vita
 pratico a volte la solitudine
 altre l’amore che conduce a Te,
 ultima meta, attraverso i sentieri
 sinuosi dell’agire umano,
 nelle aurore rosee
 e nei tramonti tempestosi.
 
 Quanta pace, quanti pensieri
 in quest’angolo placante l’animo,
 ove la luna opaca e timorosa
 accarezza il pigro riposo
 dell’uomo incantato
 che, stanco, al Tuo cospetto, Madre,
 grida la sua intima miseria.
 
 
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 Nella foto di Aldo Tucci: l'editore Giuseppe Aletti nella 'Piazza dei Poeti Federiciani'
 
 
 
 
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