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Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Sveva Casati Modignani, la signora italiana del best-seller: «Noi donne siamo molto più capaci e complesse degli uomini».

di Rivista Orizzonti

La signora italiana del best-seller, un reale fenomeno editoriale con oltre dieci milioni di libri tradotti in diciannove paesi, ha dato alle stampe il suo ultimo libro dal titolo molto eloquente e che, manco a dirlo, come da tradizione mette al centro le vicende di una donna. In questo nuovo romanzo, “Singolare femminile” (Sperling & Kupfer), è Martina una figura «singolare», pienamente consapevole della vocazione più autentica della donna: quella di generare la vita, e metterà al mondo tre figlie con tre uomini diversi, non sposando nessuno di loro.
La sua vicenda insolita inizia negli anni Quaranta e arriva ai nostri giorni, intrecciandosi con quelle di sua madre Vienna e della nonna Ines. Ne scaturisce un «ritratto di signore» davvero catturante per la sua originalità, in cui anche l’epilogo sottolinea lo spessore dell’opera: un finale positivo, il classico lieto fine proprio della letteratura d’evasione, ma nel quale persiste un certo quoziente di problematicità legata alle scelte anticonformiste degli individui. Questo romanzo è un’opera corale, intensa, commovente. Sveva Casati Modignani ce la offre con la sua consueta sensibilità, affrontando un tema che riguarda le donne molto da vicino.

DIVERSI CRITICI HANNO SOTTOLINEATO COME LE VICENDE CHE RACCONTA SIANO RIVOLTE A UN PASSATO TUTT’ALTRO CHE NOSTALGICO E COMUNQUE PROTESO AL FUTURO. CHE COSA RAPPRESENTA PER LEI IL TEMPO STORICO?
«Il tempo storico sono le nostre radici: è lì che affondano. Ognuno di noi è il risultato di un padre, una madre, dei nonni, l’ambiente sociale e culturale in cui è cresciuto. Io guardo soprattutto al passato visto dalle donne. Mi interessa la loro storia, la fatica di queste donne che ci hanno preceduto, i sacrifici che hanno fatto, le sofferenze patite perché si potesse arrivare ai giorni nostri a godere di un minimo di dignità. Quindi, le mie storie partono dal presente per andare a scoprire le ragioni di un certo accadimento nel passato».

COME VIVE IL TEMPO CHE PASSA?
«Come lo vivono tutti, con molte chiarezze. Il tempo futuro diventa sempre presente e quindi reputo che sia importante riuscire ad impiegare bene il nostro tempo a disposizione. La fretta, le cose fatte in furia “per arrivare a…” sono un atteggiamento assolutamente dissennato perché “arrivare a…” presuppone tutto un percorso che non ha senso se non te lo godi istante dopo istante, cioè la meraviglia del viaggio, non tanto della meta. Poi se ti meravigli, il viaggio ti porterà verso qualcosa di splendido, ma devi prima viverlo attimo per attimo».

CHE C’È DI RIVOLUZIONARIO NELLE SCELTE DI MARTINA, LA PROTAGONISTA DI “SINGOLARE FEMMINILE”?
«Martina è una persona coraggiosa, che non ha avuto bisogno di esplorare i sentimenti del femminismo, accontentandosi della femminilità la cui forma più alta è proprio la procreazione. Lei è una madre in assoluto, ha questo bisogno di dare la vita e la meraviglia di fare dei figli. Bisogna dire anche che lei se lo può permettere: non tutte le donne possono farlo. Essendo in una posizione privilegiata, Martina, che è una donna dolcissima dal carattere tosto, è estremamente femminile, la sintesi della femminilità, che è diverso dal femminismo molto più aggressivo con atteggiamenti maschili».

OGGIGIORNO CHE COSA OSTACOLA LE DONNE NEL RISCOPRIRE LA PROPRIA FEMMINILITÀ?
«Dipende da che cosa s’intende per femminilità: se essere femminili vuol dire fare le veline o finire sui giornali mezze svestite, questo tipo di femminilità a noi donne non piace, in quanto, è chiaramente una forma di soggezione al maschio.
In Italia dopo il femminismo abbiamo avuto la televisione commerciale che ha stravolto tutto quello che le donne erano riuscite a costruire prima, suggerendo loro di continuare a fare le donne oggetto. È una trappola tesa dal maschio per far sì che le donne continuino ad essere manipolate. Le donne sono ben altro: bisogna stare attenti a questi giochino perversi».

ANNA, LA PROTAGONISTA DEL SUO PRIMO ROMANZO, AVREBBE POTUTO FARE LA SCELTA DI MARTINA?
« “Anna dagli occhi verdi” è una donna molto determinata con un passato faticoso e pesante: nasce in un campo di narcisi, rifiutata dal padre Cesare Boldrani, da cui è molto affascinata. Ci sono dei momenti in cui deve tirar fuori una forza quasi maschile, a scapito della dolcezza».

C’È UN PERCORSO DI CRESCITA CHE LE PROTAGONISTE DEI SUOI ROMANZI HANNO COMPIUTO NEL TEMPO?
«Io sono partita raccontando storie di donne delle grandi saghe familiari e poi via via sono andata restringendo il campo, e le donne di questi romanzi più che viaggiare intorno al mondo compiono dei viaggi all’interno di loro stesse: è questa l’evoluzione».

COME GIUDICA IL SUO STILE NARRATIVO?
«Credo che lo stile sia stato inventato da qualcuno che non aveva niente da raccontare. Comunque, Vittorio Spinazzola sostiene che “questa Sveva Casati Modignani è un fenomeno a parte nella letteratura contemporanea: non ha eguali non in senso di grandezza ma in senso di modalità espressive”. Dopodiché credo che il mio tratto peculiare sia quello di andare sempre alla scoperta del mondo femminile, di quello che ci è successo negli anni, di quanto le donne sono cambiate per restare poi sempre le stesse e di quanto bisogno abbiano di avere fiducia in loro stesse, perché le donne a mio avviso sono molto più capaci degli uomini. Queste loro capacità però raramente riescono ad esprimerle, prima di tutto perché non credono fino in fondo alla loro forza, fantasia, intelligenza, creatività; tutto quello che insomma il buon Dio ha dato».

ALCUNI SUOI LIBRI HANNO AVUTO UNA TRASPOSIZIONE CINEMATOGRAFICA E TELEVISIVA. HA SOFFERTO NEL VEDERLI RACCONTARE IN MODO DIVERSO?
«Non ho sofferto e non ho gioito. Il linguaggio cinematografico è altro da quello letterario e quindi non mi interessa più di tanto, anche perché poi i lettori e le lettrici mi dicono che il libro è tanto più bello; e mi pare più che sufficiente».

PER LA MAGGIOR PARTE I SUOI LIBRI SONO LETTI DA DONNE. GLI UOMINI CHE COSA VI CERCANO?
«Ci sono lettori maschi, anche se non tantissimi. Non so che cosa li spinga a leggere queste storie dedicate alle donne: forse vogliono capire come siamo. A differenza dell’uomo, infatti, la donna è molto più complessa e molto più difficilmente interpretabile, e quindi è possibile che cerchino di scoprire i nostri segreti».

(Articolo di Giovanni Zambito, pubblicato su Orizzonti n. 33)


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