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Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

MURIEL BARBERY - L’ELEGANZA DEL RICCIO

di Rivista Orizzonti


“L’eleganza del riccio” di Muriel Barbery è stato il caso letterario in Francia nel 2007. Il mondo visto dalla guardiola di un elegante condominio francese diventa specchio e finestra sulle debolezze umane con due giudici d’eccezione, i due personaggi principali del romanzo: Madame Renée Michel e Paloma, due donne di età e classe sociale agli antipodi ma le cui vite si incroceranno a Parigi in Rue de Grenelle.
Renée è la portinaia di un palazzo di lusso, vedova, brutta, povera e senza titolo di studio, ha 54 anni e vive sola con il suo gatto nella casa adibita per il servizio di portineria. Insomma “povera in una casa di ricchi”. Renée è un’autodidatta con una cultura straordinaria e raffinata, ascolta Mahler, è un’appassionata dei film di Ozu, conosce la pittura olandese, legge Tolstoj tanto da chiamare il suo gatto Lev. Vive quindi in un mondo tutto suo costretta a sdoppiarsi tra una Madame Michel che recita il ruolo di portinaia nella vita reale e una Renée che invece si nutre di sogni, lettura, musica e per non essere smascherata riproduce tutti gli elementi dello stereotipo della portinaia: tiene la televisione sempre accesa e nel retro della guardiola ascolta Mahler, abbrutisce la sintassi anche se sussulta agli strafalcioni dei borghesi condomini.
Paloma invece è la figlia di una delle ricche famiglie chic che vivono in uno dei grandi appartamenti del palazzo; intellettualmente superdotata, è amante della letteratura e dei fumetti giapponesi, ma si sforza di sembrare più stupida per non dare troppo nell’occhio. A soli 12 anni decide di lasciare questo mondo insopportabile dove anche i genitori appaiono due estranei alle prese con le loro paranoie personali; non risparmiando critiche pungenti alla famiglia, alla scuola ed ai suoi compagni. Il suo gesto per lei rappresenta la giusta punizione a un mondo malato cui sente di non appartenere. E trova rifugio nella scrittura di un diario, diviso in due capitoli, «la bellezza nel mondo» e «movimenti nel mondo», in cui vuole analizzare il corpo e le cose per poter trovare qualcosa che sia abbastanza estetico da dare valore all’esistenza. Solo se riuscirà a trovare ‘qualcosa' per cui valga la pena vivere, solo allora desisterà dal suo progetto di morte. Paloma ha capito troppo presto il senso dell’esistenza: «la gente crede di inseguire le stelle e finisce come un pesce rosso in una boccia».
In un unico palazzo, due donne, con due strade: la reclusione, per Renée, e il suicidio, per Paloma. Verso un’unica meta: la bellezza e la verità.
I due personaggi si nascondono, occultando la propria speciale natura dietro gli stereotipi del proprio ruolo sociale. E il loro mostrarsi diverse è una scelta consapevole, operata per paura di soffrire e per proteggersi da una realtà superficiale e spietata.
Come due ricci che si difendono con i loro aculei, Renée e Paloma vivono una doppia realtà: quella di facciata e quella più intima, che con accuratezza celano all’esterno, al mondo, fatto solo di aristocratici e snob.
Vari personaggi entrano ed escono dalla scena facendo da contrappasso a queste due voci. Tra essi c’è Manuela, una domestica portoghese che, contrariamente allo stereotipo della gretta donna delle pulizie, è una vera aristocratica che «sebbene circondata dalla volgarità non ne viene sfiorata».
E soprattutto c’è il signor Kakuro Ozu, che ha un ruolo decisivo all’interno del romanzo, perché spezza questo microcosmo di esistenze mediocri. Con il suo ingresso, la storia assume la peculiarità della fiaba e sfocia nella bellezza.
Da quanto detto, appare evidente che la sostanza del libro è un inno all’abbattimento degli stereotipi.
“L’eleganza del riccio” non è un romanzo d’azione, infatti in esso non accadono eventi straordinari. Ma è un libro che cattura ugualmente l’attenzione, grazie al linguaggio di cui si avvale, alla trama originale e ai personaggi avvincenti. E che si fa portatore di grandi cambiamenti.
Al suo interno è narrata la vita quotidiana, a volte con ironia, a volte con profondità. In esso trovano spazio discorsi su arte, filosofia, potere della grammatica, cinema e letteratura, tutti strumenti attraverso cui elevare l’animo.
In particolare, le digressioni filosofiche, riflettono l’attività della Barbery, docente di filosofia, ma sono trattate in modo da essere accessibili a tutti. In più le numerose citazioni -anche se in alcuni passaggi l’autrice eccede in dissertazioni che sembrano rallentare la narrazione- hanno il pregio di spronare il lettore a fare delle ricerche personali su musiche e letture menzionate.
Ma allo stesso tempo è presente un’ironia pungente contro l’ipocrisia, il cinismo e la superficialità che regnano nei quartieri chic.
Alla sua seconda prova letteraria, Muriel Barbery ci regala un racconto appassionante, attraverso l’abilità di giocare con le parole e di offrire spunti di riflessione.

(Articolo di Simona Gianola, pubblicato su Orizzonti n. 33, mag-ago 2008, nella rubrica “in vetrina")

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