| Divenuto un tradizionale appuntamento editoriale, giunto alla sua XIV edizione, Habere Artem anche quest’anno conferma la sua vocazione originaria - dare voce a chi non ha voce; svelare, nelle molteplici possibilità d’espressione che giungono dal mondo solo apparentemente magmatico e indistinto degli inediti, componimenti e autori che hanno bisogno di comunione e comunicazione.
Questa la missione poetica della raccolta: pur lasciando a ogni autore una sua fisionomia univoca - la scelta di inserire una poesia per pagina va incontro a questa esigenza - si entra a far parte di un ambiente comune, di un volume che racconta le esperienze emozionali tradotte in versi, di una contaminazione di metri stilistici, di umori e sensazioni diverse.
Habere Artem - conseguire, ottenere, avere, produrre arte.
Questi due ineludibili idiomi - Habere Artem - hanno dato il nome all’omonimo manifesto artistico-letteraio che nel lontano 1994 diede vita alla rivista Orizzonti e, tre anni dopo, alla nascita del concorso per poesie inedite.
Nel significato iniziale quello che si voleva metter in luce, seppure in senso traslato, è partorire arte. Per chi redigeva quel manifesto letterario, lo stesso che oggi ha l’onore di presentare i nuovi autori partecipi a questa XIV edizione, l’arte era, ed è, un travaglio.
Questa interpretazione del concepimento della creazione letteraria e/o artistica come gesto dolente, mi è stata più volte confermata anche dalla più grande Poetessa italiana del ‘900, l’indimenticata Alda Merini.
Svelato ai più l’arcano del titolo Habere Artem, inoltriamoci sulle voci presenti in questa pubblicazione. In quest’assemblea in versi, come mi piace circoscrivere questo libro, si evincono con maggiore chiarezza composizioni che desumono le proprie tematiche da questi tempi di crisi sistemiche, di barbariche guerre a volte combattute con armi non convenzionali, e di spersonalizzazione dell’individuo. Possiamo definire a ragione questa condotta come un realismo lirico cui gli autori sono aggrappati; ancora di sostegno in una società senza riferimenti certi, in declino e senza redenzione.
Emerge, di contro, un’intima capacità degli autori di ricercare il dialogo e, come afferma Alexandre Sergievskij, l’esigenza di desiderare “la complicità con il lettore-interlocutore, poiché in loro vibra un male interno, percepibile ai contemporanei del poeta. Esse sono sensibili al dolore di altrui uomini e di altri popoli”.
Il linguaggio con cui questa esigenza si esprime, è multiforme.
Alcuni autori prediligono una comunicazione diretta e immediata, altri una complessa costruzione del verso, che impone al lettore un lavoro attivo e partecipe al programma d’arte e alla concezione estetica dei poeti. In questa diversità-ricchezza Habere Artem trova nuova linfa che ci redime dal linguaggio conformista e omologato che la tv ci impone.
Tratto dalla Prefazione di Giuseppe Aletti
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.308 €16,00
ISBN 978-88-6498-877-0
Diventa nostro amico su facebook
http://www.facebook.com/alettieditore |