Home Page  
Progetto Editoriale  
Poesia  
Narrativa  
Cerca  
Enciclopedia Autori  
Notizie  
Opere pubblicate: 19527

-



VII PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE AL FEMMINILE

MARIA CUMANI QUASIMODO

SCADENZA
28 APRILE 2023

 

 



 

 

 

Il libro più amato da chi scrive poesie,
una bussola per un cammino più consapevole.
Riceverai una copia autografata del Maestro Aletti
Con una sua riflessione.

Tutti quelli che scrivono
dovrebbero averne una copia sulla scrivania.

Un vademecum sulle buone pratiche della Scrittura.

Un successo straordinario,
tre ristampe nelle prime due settimane dall'uscita.


Il libro è stato già al terzo posto nella classifica di
Amazon
e al secondo posto nella classifica di Ibs

Se non hai Amazon o Ibs scrivi ad:

amministrazione@alettieditore.it

indicando nell'oggetto
"ordine libro da una feritoia osservo parole"

Riceverai tutte le istruzioni per averlo direttamente a casa.



Clicca qui per ordinarlo su Amazon

oppure

Clicca qui per ordinarlo su Ibs

****

TUTTO QUELLO CHE HAI SEMPRE VOLUTO
PER I TUOI TESTI

vai a vedere quello che ha da dirti Alessandro Quasimodo
clicca sull'immagine

Le opere più interessanti riceveranno una proposta di edizione per l’inserimento nella prestigiosa Collana I DIAMANTI
Servizi prestigiosi che solo la Aletti può garantire, la casa editrice indipendente più innovativa e dinamica del panorama culturale ed editoriale italiano


 
Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Quando le canzoni non bastano… - L’esordio narrativo di Lucio Dalla s’intitola “Bella Lavita”: undici racconti tratti dalle undici canzoni dell’album “Luna Matàna”

di Rivista Orizzonti

Undici storie minimaliste, in cui sono stati presentati spezzoni di vite diverse, tuttavia legati ad un unico filo conduttore. Tutte le esistenze descritte nel libro di esordio di Lucio Dalla, dal titolo “Bella Lavita” e pubblicato per i tipi di Rizzoli, hanno in comune il fatto di essere appena accennate, quasi eteree: sono figure evanescenti, preoccupate soltanto dal fatto di essere accettate dalla società, che rincorrono continuamente. E se non riescono a stare dietro a tutto quello che la società richiede per essere “in”, ecco che questi personaggi diventano “precari”, come ci informa lo stesso autore: «Li ho scoperti quasi tutti “precari”. Non c’è nessuno che fa un lavoro preciso: c’è chi vende oggetti del passato ma non è un antiquario; c’è la protagonista, Bella Lavita, che ha un palestra… Sono tutti lavori che fanno parte della nostra società, ma di un tessuto sociale senza spessore. È il pubblico del sabato sera, della massa, è il pubblico che viene convinto più dalle parole di moda, che spesso non usa bene i congiuntivi, che fa degli errori mortali, non nel senso che portano alla perdita della vita ma che portano ad uno spostamento per cui diventi precario e la vita non ti va più bene: per esempio non sei più alla moda, non sei trendy…».

Che sia il Carmelo che bivacca svogliatamente al bar, o il Gianguido, ingenuo idealista, costretto a lavorare per Furio, un uomo cinico egoista che da giovane ha sempre detestato, si avverte sempre la sensazione di stare di fronte non a delle persone, ma a dei personaggi, che in quanto tali faticano a portarci dentro il loro mondo interiore, forse perché non hanno un proprio mondo. Ad accrescere la sensazione di essere di fronte a dei personaggi, contribuisce poi il narratore delle storie, che dopo essere stato assente ed impersonale, interviene in alcuni casi per consegnarci il finale. Come in “Date a Cesare quello che è di Cesare” – un affresco di una coppia di fidanzati che non si ascolta più e dove ognuno sembra preso soltanto dalle proprie preoccupazioni – in cui a concludere il racconto è proprio il narratore con la seguente considerazione: “Questa storia può andare avanti così altri vent’anni come il din don dan delle chiesette di campagna e forse anche più. L’importante, però, è che nessuno dei due decida mai di andare dallo psicoanalista”.

D’altronde, più che come racconti veri e propri, queste storie sono nate come ampliamento delle canzoni presenti nell’album “Luna Matàna”. E, pur allontanandosi dagli schemi fissi e limitativi della canzone, questi racconti sono comunque fortemente condizionati dalla canzone.
«I punti di contatto tra album e libro sono tanti – ha spiegato lo stesso Dalla – perché ogni canzone è un racconto del libro: ci sono 11 canzoni e 11 racconti. La storia è la stessa. Nel libro però ci sono più personaggi e ogni situazione è ampliata: è come una macchia d’olio, che si allarga e magari fa emergere un elemento che non serve. In generale, la logica narrativa parte dal presupposto della canzone: il racconto è stato clonato dalla canzone e ne segue l’andamento. Poi c’è anche un racconto di fantascienza “Jonathan Spirus”, in cui addirittura la storia si trasforma, cambia completamente».
Il pregio di questi racconti sta in quella soave leggerezza – che in qualche modo è racchiusa anche nell’immagine di copertina realizzata dal pittore italiano Gianni Stefanon – in quella dimensione sognante quasi estranea a quel mondo intimamente pesante che noi tutti abitiamo.

(Articolo di Angiolino Aronne, pubblicato su Orizzonti n.19, ago-ott 2002)

Diventa nostro amico su facebook
www.facebook.com/rivistaorizzonti

Seguici su twitter
www.twitter.com/rorizzonti

Segnala questa opera ad un amico

Inserisci una nuova Notizia
Notizie Presenti