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Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
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RIPROPOSTI PER VOI - La condizione del libro. Intervista a LUIGI MALERBA.

di Rivista Orizzonti

Domanda – Lei concorda con i critici che sostengono una crisi della letteratura?

Malerba – La letteratura è in crisi solo per gli scrittori in crisi o per i critici di cattivo umore. Il Novecento ha visto tirature di milioni di copie per la letteratura popolare, che considero un fenomeno positivo anche se per il novantanove per cento si tratta di prodotti effimeri. Come letteratura di qualità il Novecento ci ha dato una serie di grandi scrittori da Thomas Mannn a Musil, da Kafka a Bulgakov, da Hemingway a Svevo, da Proust a D’Annunzio e non sto a elencare i poeti. In Italia la letteratura mostra oggi una grande vitalità sia nel campo della narrativa che in quello della poesia. Non credo poi che la televisione, pessima in Italia come altrove, abbia sottratto molti clienti alla letteratura.
Nonostante i profeti in negativo i media elettronici al contrario hanno rivitalizzato la scrittura. Il fax, l’e-mail e internet hanno in buona parte sostituito il telefono, per non parlare della grande diffusione del computer che sta riabituando i giovani alla scrittura.

Domanda – Che ruolo possono svolgere le riviste in questo contesto?

Malerba – Le riviste letterarie a tiratura limitata sono una palestra di discussione o di proposta per scrittori giovani, mentre quelle a più ampia diffusione sono o possono essere una cassa di risonanza per la letteratura in generale, di alta o media qualità. Sempre più importante il ruolo delle riviste man mano che inaridiscono o riducono lo spazio le pagine letterarie dei quotidiani.

Domanda – Come si distingue un libro di consumo da un testo letterario?

Malerba – Ho definito in altra occasione un testo letterario con questo assunto: “quando le parole finiscono il significato continua”. Voglio dire semplicemente che quando il lettore è arrivato alla fine di un libro o lo ha rimesso nello scaffale, restano nel suo animo suggestioni, sollecitazioni, pensieri, turbamenti e fantasie che lo arricchiscono e gli procurano nuovi stimoli creativi o meditativi. Il libro di consumo, che magari ha procurato al lettore qualche ora piacevole, non lascia traccia, è stato “consumato” interamente nella lettura.

Domanda – Un giudizio sugli scrittori pulp.

Malerba – Ho trovato alcuni testi come “Dei bambini non si sa niente” di Simona Vinci o scrittori di talento che non hanno dato ancora un libro che corrisponda alle loro qualità, come Tiziano Scarpa o Paolo Nori. Ma non li ho letti tutti e sicuramente in mezzo a molta paccottiglia ci sono altri scrittori di qualità.

Domanda – Come nasce una sua storia?

Malerba – Da una idea quasi sempre, ma spesso anche da un pretesto. Per esempio quando ho letto in un libro di storia che l’imperatore di Bisanzio non poteva essere toccato materialmente nemmeno dai suoi cortigiani mi sono domandato: e se cade da cavallo o se sta per affogare? Insomma ho cominciato a leggere i testi bizantini, una immersione totale nella Bisanzio intorno all’Anno Mille e da qui è nato il mio romanzo “Il fuoco greco”. In un’altra occasione ho letto che i cardinali, dopo avere eletto Papa Adriano VI, quando si sono accorti che il neopapa credeva in Dio, restarono sgomenti. Mi sono detto allora che quella Roma dei primi decenni del Cinquecento poteva offrire materia interessante per un romanzo, e ho scritto “Le maschere”.
Un pensiero sulla “Odissea”: come mai secondo il racconto di Omero il cane Argo riconosce Ulisse dopo la sua lunga assenza e Penelope non lo riconosce? Da questa domanda è nato “Itaca per sempre”. In altri miei libri, come “Le pietre volanti” e “La superficie di Eliane” è spiegata o si intuisce la loro genesi subito nelle prime pagine.

Domanda – Lei ha prestato la sua attività di scrittore al cinema. Pensa che letterature e cinema siano conciliabili?

Malerba – Per molti anni ho scritto sceneggiature cinematografiche e televisive come si esercita una professione, con molta serietà e anche con qualche soddisfazione. Nei miei libri c’è la mia anima, vale a dire una partecipazione totale nella quale è compresa anche la professionalità.
Calvino diceva che nella scrittura narrativa l’artigianato conta per l’ottanta per cento. Era una evidente esagerazione snobistica, ma senza un serio lavoro artigiano non si costruisce un libro di qualità.



NOTE BIOGRAFICHE

Luigi Malerba (pseudonimo di Luigi Banardi) è nato a Berceto (Parma) nel 1927. Laureato in giurisprudenza, oltre alle opere di narrativa, romanzi e racconti, ha scritto testi per il cinema e la televisione e numerosi libri per ragazzi che, come quelli di narrativa, sono tradotti in tutto il mondo.
Ha fatto parte della neoavanguardia sperimentalista del Gruppo 63.
Si è spento a Roma nel 2008.

Tra le sue opere:

“La scoperta dell’alfabeto” (Bompiani 1963, Oscar Mondadori 1990;
“Il serpente (Bompiani 1966, Oscar Mondadori 1989);
“Salto mortale” (Bompiani 1968, Einaudi 1985, Prix Médicis 1970);
“Il protagonista” (Bompiani 1973, Oscar Mondadori 1990);
“Le rose imperiali” (Bompiani 1974);
“Il pataffio” (Bompiani 1978, Einaudi 1985);
“Diario di un sognatore” (Einaudi 1981);
“Il pianeta azzurro” (Garzanti 1986, Premio Mondello 1987);
“Testa d’argento” (Mondadori 1988, Premio Grinzane Cavour 1989);
“Il fuoco greco” (Mondadori 1991);
“Le pietre volanti” (Rizzoli 1992, Premio Viareggio 1992);
“Il viaggiatore sedentario(Rizzoli 1993);
“Storiette e storiette tascabili” (Einaudi 1994);
“Le galline pensierose” (Einaudi 1980, Mondadori 1994);
“Le maschere” (Mondadori 1995);
“Che vergogna scrivere (Mondadori 1996);
“Itaca per sempre” ” (Mondadori 1997).

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