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Info sull'Opera
Autore:
Aletti Editore
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Paolo Landrelli - Inseguendo il nulla

di Aletti Editore

Presentazione del libro "Inseguendo il nulla" di Paolo Landrelli

Ho letto con piacere queste poesie di Paolo Landrelli, e le ho rilette più volte, perché ad ogni nuova lettura vi scoprivo qualcosa di nuovo. Ho compreso poi che le leggevo ogni volta con animo differente, e i versi, perciò, si animavano di quella particolare forza che nasce dalla comunione di intenti.
Non ho avuto ancora la gioia di trascorrere qualche ora con Paolo, sebbene i nostri luoghi di nascita distino solo pochi chilometri, viviamo nei due luoghi che simboleggiano le due facce dell’Italia, lui in Calabria, io a Milano. Eppure qualcosa ci unisce, forse più di una cosa, a partire dall’amore per la nostra terra e per la poesia; perché le due cose coincidono, almeno nella visione dei figli del Sud.
Così, come per i poeti che furono, di cui conosciamo solo le opere e attraverso quelle cerchiamo di comprenderne lo spirito, di ricostruirne le esperienze di vita, così faccio con Paolo Landrelli, immaginandomelo attraverso i suoi versi, cercando di leggere fra le pieghe del suo cuore, nella certezza di ritrovarci qualcosa del mio.
E vedo un uomo, tutto sommato, felice, cosciente del male che pervade la terra, e che, tuttavia, coltiva convintamente la speranza di un riscatto per l’umanità tutta.
Ho cercato di comprendere dove attinge tanta forza d’animo ed ho intravisto alcune cose fondamentali che traspaiono nelle sue poesie, cose concrete che diventano àncore di vita, punti fermi di un’esistenza, motivi sì di riflessione amara e, al tempo stesso, di gioia senza tentennamenti.
Innanzitutto la semplicità autentica della sua terra, umile e vera. Della ‘nostra’ terra, che un po’ per tutti noi è stata madre e matrigna. Una terra che ci manda in battaglia senza altre armi che il coraggio, che ci dà il canto e poi ci priva del palcoscenico, che ci dà il valore ma non ci rende giustizia.
Paese mio diletto/col cuore ti ringrazio,/del tuo esser mi sazio/come pargolo al petto.//Ed io ritorno spesso/qui dove tutto è lento,/tra il sibilo del vento/a ritrovar me stesso.
La terra, quindi, al pari della madre, come luogo del cuore, come stazione privilegiata di un ritorno agognato. Perché c’è chi torna e chi invece non vi riesce, e si perde nelle nebbie di incomprensioni, come un alberello sradicato e trapiantato in una stagione sbagliata, in un terreno sterile. E poi c’è chi non è mai partito con il cuore nella valigia, e non ha visto il mondo, per cui non conosce la nostalgia che si prova guardando altri cieli; non conosce la dolcezza del ritorno, così come non ha conosciuto l’amarezza dell’addio.
Paolo, invece, ha vissuto tutto questo, è partito ed è tornato, e vive la terra e i luoghi, i visi e i cuori, come una sorta di innocente paradiso in terra:
‘…son questi luoghi e la casetta mia,/i miei germogli e le mie radici,/ son questi odori della terra mia,/tutti questi affetti e questi amici.’
Ma, nel pensare alla sua terra, Paolo non si ferma ad una sdolcinata visione avulsa dalla realtà, anzi di questa egli coglie gli aspetti più attuali e drammatici, e ne fa denuncia consapevole, e carica della sua esperienza di vita:
Calabria,/terra martoriata,/umiliata, calpestata;/terra di sangue/e sudore./
Da “uomini d’onore”/spogliata, infangata./…/Calabria,/figlia e non figliastra /di questa Italia nostra,/ orsù alza la testa!/Per crescere e volare/non servono gli eroi,/ma occhi senza pianto/orgogliosi e onesti/che ti guardano con vanto./Bastano i figli tuoi.
Così si leva alto il suo grido, e non sarà l’ultimo, ad alzarsi, a pretendere la giustizia negata, a ricercare il riscatto atteso e che solo i legittimi figli di questa terra potranno conquistare con fierezza e onestà.
Un altro degli argomenti ricorrenti nelle poesie di Paolo Landrelli è la visione di un mondo sempre più incattivito, dove la perdita dei valori si traduce in violenza e tragedia: ‘In questo mondo che non puoi capire,/ in questo mondo che non sai spiegare,...’ La sofferenza intima è palpabile nella consapevolezza di una umana impotenza, nell’osservare i popoli che distruggono le civiltà e la vita, il futuro e la speranza, in nome di un dio imperscrutabile ed arcigno: ‘… Ho visto un dio/che non è il mio.’
E qui veniamo all’argomento principale che traspare dalle poesie di Paolo Landrelli: il sentimento della fede. Una fede umile e certa, ricercata quotidianamente e vissuta con consapevolezza. La presenza di Dio è costante, si sente anche quando non si menziona, Dio è qua, è dappertutto: nelle cose, nelle persone, nella natura, nel cielo, nel mare, sembra che ad ogni sguardo di Paolo corrisponda un moto di ringraziamento a Dio. Una fede senza esagerazioni, senza alcuna ombra nemmeno di larvato e infinitesimale fanatismo. Dio c’è, è tutto, non c’è esaltazione nel dirlo, non c’è superbia nel riconoscerlo in se stessi.
Scriveva un poeta d’altri tempi: ‘Ovunque il guardo io giro, immenso Dio ti vedo…’, ecco: Paolo vive in questo meraviglioso accorgersi dell’esistenza di Dio. E ciò lo rende pago delle piccole cose, felice dell’esistente, senza ambizioni trascendentali, perché il poco è sufficiente, ci si accorge di ciò quando lo sguardo travalica i confini per posarsi in luoghi dove il nostro ‘poco’ rappresenterebbe certezza di sopravvivenza.
Perciò, Paolo ringrazia Dio, in ogni sua parola, perché osserva il mondo con quel sentimento raro che è la coscienza. Sentimento che egli, magnificamente, definisce: ‘…incorruttibile arbitro di ogni mia partita’. Dio si rivela in quanto amore, un amore intimo e universale, per il Creato e per le briciole di questo universo che siamo noi, piccoli esseri, molte volte immeritevoli di considerazione, eppure così graditi al nostro Creatore. ‘…trovo pace per cotanto amore/dei dubbi miei a Dio chiedo perdono/e schiudo le ali per un altro volo.’
Ho cominciato ad apprezzare le poesie di Paolo Landrelli quasi inconsapevolmente, come credo che anch’egli si sia man mano andato scoprendo poeta, timidamente, dapprima, e poi, man mano, sempre più coraggiosamente avventurandosi in quel terreno accidentato e astruso che è la scrittura in versi; scrittura che è sì confessione intima di sentimenti ed emozioni, ma anche attività responsabile che presuppone una certa dose di ‘dovere’.
La poesia dà e chiede, e a volte pretende, sincerità e coraggio. La poesia, quella che esce dal cuore, è tutt’altra cosa che le belle frasi messe lì con un ‘a capo’ prima della fine del rigo. La poesia non può essere mero esercizio letterario, elucubrazioni iperboliche di metafore surreali, e schizofreniche pirotecniche immagini. La poesia è tutt’altro: può essere un fotogramma di vita o una preghiera, una nota che si contorce e si avviluppa sino a creare, essa stessa, un intero fraseggio sul pentagramma dell’esistenza.
Cosa vuol dire, quindi, essere poeta? ‘I poeti danzano sul mare, /sulle spiagge deserte,/danno anima alle parole/e non abbassano gli occhi.’ Ecco: dare anima alle parole con fierezza, altrimenti le parole restano cose inutili, così come le persone che non hanno cuore. Paolo Landrelli scopre la poesia e se stesso poeta, con lo stesso stupore di un bambino che per la prima volta vede il mare. I sentimenti diventano sublime sintesi, i ricordi rivivono, prendono corpo sul foglio bianco, diventano immagini, immortali.
Ho apprezzato queste poesie di Paolo Landrelli, perché in esse non v’è presunzione ma umiltà, non c’è arroganza di sapere ma desiderio di imparare, e giorno per giorno egli lascia che la mano sia guidata dal sentimento e, pertanto, le parole diventano sempre più come acqua di sorgente, incontaminata, come quella che sgorga dalle pietre dei nostri monti, e dalla quale origina il nostro essere così, non perfetti ma desiderosi di migliorare, in questo cammino che tende ad una meta sconosciuta.
E noi corriamo, inseguendo un punto inafferrabile all’orizzonte per renderci conto, alla fine, che la nostra meta, in fondo, era e resta questo viaggio meraviglioso che è la vita.

Franco Caminiti, 15 marzo 2015

*****

Paolo Landrelli è nato ad Ardore (RC) il 24 gennaio 1955 dove ora risiede. Coniugato, Ispettore della Polizia di Stato in pensione, coltiva, tra le altre cose la passione per la poesia attraverso la quale ama “dipingere i sentimenti con parole”.

Collana Gli Emersi - Poesia
pp. 88 €12.00
ISBN 978-88-591-2516-7
Il libro è disponibile anche in versione e-book

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