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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Gerardina Gonnella che presenta ai lettori il libro “Io, figlia di mezzo”(Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Io, figlia di mezzo”?

Gerardina Gonnella - La scelta del titolo è una metafora, una visione del possibile, una porta aperta per la possibilità, per chi mi legge, di aprire il proprio cuore ed iniziare un “viaggio” senza carte geografiche, senza tempo e confini. Poter entrare ed uscire da un’emozione.

Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Gerardina Gonnella - La costruzione narrativa del libro, diario-poetico, dà spazio alla protagonista di parlare di se stessa, di non sapere dove è capitata, che non ha una base affettiva sicura, anche se consapevole “che tutto è stato scritto e deciso dagli altri, decide, quindi, il suo percorso delle possibili rivendicazioni del femminile e a non lasciarsi mai scegliere, ma scegliere. Il cammino che la porterà a comprendere che non è un’altra figlia femmina e neanche la migliore, ma la figlia capace di testimoniare, criticamente, le vicende della sua realtà di bambina, adolescente e donna.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Gerardina Gonnella - La realtà che ho vissuto fino alla adolescenza, mi ha dato l’opportunità di conoscere e definire ciò che volevo raggiungere, come autorealizzazione ed approfondire, in piena autonomia, “l’eterno femminile” che ci condiziona, che si ripete nel tempo in un ciclo continuo… e che le donne, fortunatamente, non perdono mai: pazienza, dolcezza, intelligenza emotiva… In passato tutto il potere sociale era incentrato sul ruolo della donna che veniva venerata come “Dea della fertilità” e come “Origine di vita”. Oggi non è più così.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Gerardina Gonnella - Ho cercato di restituire un ritratto fedele e disincantato sulla realtà del mio tempo, raccontandolo come ridefinizione del femminile, che, con audacia e sensibilità, traccia i contorni dell’anima. Toni interiori che riflettono il cuore della protagonista, che presenta ai lettori le pagine del diario di un “io” narrante, nel suo aspetto più peculiare cioè la sua frammentarietà.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Io, figlia di mezzo”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Gerardina Gonnella - “Tacere”… “Giovinezza”… “Raccolta di sensi”… “Trovandoti”… Dietro queste riflessioni c’è un bisogno inviolabile che non potrà mai essere espresso con una descrizione dettagliata, analitica… I sentimenti, credo, si possano descrivere mentre le emozioni sono momenti così delicati che possono essere compresi e condivisi per affinità.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Gerardina Gonnella - C’è una componente femminista, in questo mio narrare, un lavoro non terminato, un binomio tra parole/silenzi, essendo l’incomunicabilità umana una tra le tematiche ricorrenti. Le scrittrici Alba De Cespedes, Doris Lessing, Marguerite Yourcenar, Dacia Maraini e Isabel Allende mi hanno sempre accompagnata insieme a tutta la psicologia freudiana e rogersiana. Autori che hanno avuto il potere di commuovermi, di incantarmi e di spiegarmi la realtà attraverso il linguaggio della psiche e della profondità umana.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Gerardina Gonnella - Amo la pittura e, in particolar modo, i pittori di scuola espressionista perché l’espressionismo privilegia il lato emotivo, stati d’animo e sentimenti con semplici tocchi di colore.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Gerardina Gonnella - Oltre alla letteratura classica preferisco i romanzi di avventure ed i racconti introspettivi.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Gerardina Gonnella - Preferisco il libro cartaceo perché lo tocco. Lo preferisco per il suo odore che mi fa immaginare il lavoro di tutti quelli che hanno contribuito alla sua realizzazione. Per intuito mi sintonizzo sulla loro lunghezza d’onda, immaginando di entrare così nel loro mondo, senza invadenza, con la giusta distanza e in punta di piedi.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Gerardina Gonnella - Un libro da me pubblicato non mi fa scrittrice, ci vuole uno sforzo notevole per diventarlo veramente! È necessario andare al di là di una semplice idea romantica, dove lo scrittore, di getto, scrive una storia. Ci vuole determinazione per poter continuare, e la mia determinazione necessita di una bella fatica. La volontà di espormi agli altri ha avuto un potere decisionale per la realizzazione del mio libro. Mi sono presa cura di me stessa.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Io, figlia di mezzo” se non lo avesse scritto.

Gerardina Gonnella - Lo comprerei per curiosità perché, quando leggo un libro, voglio sognare ed immaginare che tutto si può concretizzare mettendomi nei panni dello scrittore.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Gerardina Gonnella - Scrivere e pubblicare un mio libro, in realtà, è una cosa che avrei voluto fare da tempo ma ho sempre rimandato… e ho sempre scritto, scritto, scritto sin dai tempi della scuola e lo faccio per passione. Come scriveva Jung : “Senza necessità nulla si muove e la personalità umana meno di ogni altra cosa”. La risposta alla domanda è: “Sì, appena riordino gli appunti di una vita immaginaria”. Lascio la porta aperta.


Titolo: Io, figlia di mezzo
Autrice: Gerardina Gonnella
Editore: Aletti
Anno 2016, pagine 54

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