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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Sara De Cristofaro, che presenta ai lettori il romanzo “La bambina della bolla" ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “La bambina della bolla”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Sara De Cristofaro - Ritengo necessario spezzettare il titolo per spiegarne al meglio il significato. “La bolla” è il nome con cui Alba (la protagonista del romanzo) chiama il luogo in cui è stata rinchiusa, a sua insaputa, da alcuni scienziati per una sorta di esperimento scientifico. “La bambina” si riferisce all'innocenza, all'ingenuità, alla naturalezza logica della protagonista che è inconsapevole di essere parte di qualcosa di molto più grande sia di lei che del piccolo mondo artificiale che ha conosciuto durante la sua giovane esistenza. Il termine “della” è molto importante in quanto sottolinea l’appartenenza di Alba alla bolla; non a caso uno degli argomenti fondamentali del romanzo è l’importanza dell’appartenenza di un individuo ad un luogo o ad un’ideologia che gli consenta di trovare un limite nell'illimitato, permettendogli di dare un senso alla propria esistenza che, altrimenti, non avrebbe motivo di essere.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Sara De Cristofaro - Mi piace pensare che l’arte, nelle sue molteplici forme, ci permette di modificare la realtà, rappresentarla così com’è o idealizzarla, niente esiste nella fantasia se non esiste, seppure in altre forme, nella realtà. Nello specifico, “La bambina della bolla” è in stretto rapporto con la realtà in due forme differenti: nella prima parte del romanzo in forma metaforica, nella seconda in modo più concreto.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall'oblio del tempo con questo suo libro?

Sara De Cristofaro - Il libro, in special modo nella seconda parte, contiene riferimenti al nostro particolare periodo storico, segnato da una “guerra mondiale” quasi silenziosa che probabilmente passerebbe inosservata se non fosse per alcuni atti estremi sempre più ricorrenti. La scelta di inserire riferimenti inerenti al nostro presente tormentato in un contesto come quello de “La bambina della bolla” che, apparentemente, sembrerebbe distaccato dalla realtà, ha una funzione commemorativa ma serve anche a far comprendere che, per quanto si possa tentare di isolarsi da un mondo che non piace, esso riuscirà in ogni caso a toccare, in un modo o nell'altro, ognuno di noi. Per questi motivi ciò che vorrei “custodire dall'oblio del tempo” non sono tanto gli eventi della nostra epoca che sicuramente verranno abbondantemente documentati, quanto la sensazione che essi suscitano nell'animo dell’uomo odierno e come egli tenta di reagire.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “La bambina della bolla”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Sara De Cristofaro - Uno degli episodi del romanzo che mi sta più a cuore, è quello in cui Alba scopre di avere un nome. Non si era mai posta questo problema ma, nel momento in cui apprende di possederne uno, un’identità ancora immacolata le viene appiccicata addosso… descriverei questo episodio come uno dei punti chiave intorno al quale si dirama l’intero romanzo.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Sara De Cristofaro - Ritengo un autore molto importante nella mia formazione Luigi Pirandello. I personaggi pirandelliani mi hanno sempre affascinata sin dalla più tenera età. Mi sono sempre rispecchiata nel loro modo di essere “uno, nessuno e centomila”. Il modo di Pirandello di avere una rappresentazione di essi “cubica” e non frontale mi ha aiutata, durante l’adolescenza, a comprendere quale fosse la mia identità in quanto ho capito, anche grazie alla lettura dei suoi testi, che una persona non dev’essere imprigionata in un unico stereotipo, non deve indossare una “maschera” che sia sempre la stessa ma può avere mille sfaccettature. Ritengo che i suoi personaggi, le sue storie e la sua attenzione verso la personalità umana abbiano influenzato molto il mio modo di scrivere e di approcciarmi al mondo che mi sta dentro e a quello che mi circonda.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Sara De Cristofaro - La mia “arte del cuore”, quella a cui sto dedicando la mia esistenza, è la musica. Credo che la materia di cui l’arte si compone sia la stessa per tutte le forme in cui essa si manifesta. Molti dei personaggi del romanzo “La bambina della bolla” prendono il nome da musicisti che hanno in qualche modo avuto un ruolo importante nella mia vita reale o mi hanno dato uno spunto creativo durante la scrittura. Un compositore che ha molto influenzato la mia idea artistica è Robert Alexander Schumann che ritengo, sebbene lontano sulla linea temporale, molto vicino idealmente a Luigi Pirandello quanto a temi affrontati e modo di scrivere (o comporre) utilizzando personaggi dalle mille sfaccettature e prestando particolare attenzione alla personalità umana. Il fatto che Schumann fosse un importante critico musicale e firmasse con pseudonimi diversi (come Eusebio e Florestano) a seconda del carattere che assumevano le sue critiche, ha profondamente influenzato il mio modo di scrivere e di pensare.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Sara De Cristofaro - Tendo a cercare ispirazione in tutto ciò che mi circonda, dunque non ritengo di prediligere un genere letterario a discapito di un altro, un’opera d’arte mi affascina se mi emoziona o mi ispira. Posso dunque affermare di trovare interessante un’opera letteraria che mi arricchisca e mi dia spunti di riflessione, indipendentemente dal fatto che essa prenda la forma di una poesia, di un romanzo o di un racconto.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Sara De Cristofaro - Nonostante il formato digitale non rappresenti un peso per l’ambiente, sia più economico e più immediato da reperire, l’odore delle pagine di un libro, il rumore della carta, il toccare con mano e poter sottolineare con la matita una frase che affascina particolarmente, per me sono sensazioni meravigliose e quasi imprescindibili nella lettura… voglio dire, guardare un film al cinema per quanto sia una pratica al quanto vecchiotta è molto meglio che guardarlo sul pc.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.

Sara De Cristofaro - Ho cercato di non forzare le parole e i concetti, ho deciso che tutto il libro avrebbe dovuto rappresentare il divertimento della mia mente, che tutto sarebbe dovuto nascere in modo spontaneo, con i tempi che sarebbero serviti. Questo libro è il frutto di una profonda connessione con me stessa, un’assoluta libertà che ho deciso di concedermi. Ho scritto qualcosa che mi sarebbe piaciuto leggere.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “La bambina della bolla” se non lo avesse scritto.

Sara De Cristofaro - Comprerei “La bambina della bolla” perché nella mia idea di arte il fruitore ha un ruolo fondamentale anche nella creazione dell’opera. Ogni persona che leggerà questo romanzo, farà di esso un nuovo libro in quanto ritroverà sé stesso in alcune parole, facendo propri alcuni concetti che io ho immaginato in un modo ma che potrebbero arrivare in un altro facendo assumere all'opera stessa un significato diverso, rendendo il lettore “cocreatore”. Dunque lo comprerei perché è costruito per poterne fare qualcosa di nuovo, qualcosa che appartenga ad ogni lettore in modo diverso.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Sara De Cristofaro - Ho qualcosa in cantiere, un altro romanzo ed una raccolta di poesie ma, come ho fatto con “La bambina della bolla”, mi concederò molta libertà e, soprattutto, il tempo necessario.


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