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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
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Intervista a TOMMASO BENIGNO, che presenta ai lettori il libro “Pizzini volanti” ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Intervista a TOMMASO BENIGNO, che presenta ai lettori il libro “Pizzini volanti” (Aletti Editore)

Domanda . Partiamo proprio dal titolo, come mai “Pizzini volanti”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?

Tommaso Benigno - Il titolo viene fuori da diversi spunti, alcuni reali e altri fantastici, peraltro spiegati anche nella poesia omonima che si trova nella raccolta. Il pizzino, purtroppo, per motivi che tutti sappiamo, è diventato quasi come un simbolo, negativo, della Sicilia: messaggi, trasmissioni di ordini e passaggi di notizie tra boss mafiosi e i loro parenti, affiliati e simpatizzanti.
Io col pizzino ho avuto a che fare sì, ma in modo molto diverso, sin da quand’ero bambino, e sto parlando dei primi anni ’70. Per esempio era scritta su un pizzino la lista della spesa che mi veniva ordinata di acquistare al negozio di alimentari vicino casa da “Donna Luigia”, una donna già anziana e vedova da una vita, sempre in nero per il lutto permanente che si doveva portare, salvo se non ci si risposava.
Poi, più avanti quando andavo a scuola, erano pizzini anche quei fogliettini minutamente piegati, che venivano lanciati da un banco all’altro per farli recapitare ai più impreparati durante i compiti in classe.
E ancora, nel presente, mi capita talvolta che, venendomi in mente dei versi, per paura di disperderli fra i neuroni, li trascriva subito in foglietti raccattati in giro o nelle pagine bianche dei libri o, ultimamente, anche nelle note del cellulare. E poi immagino che questi pensieri scritti volino attraversando i rami degli alberi e le onde del mare per posarsi su chi li sa capire e, magari, apprezzare.
A questo proposito devo ammettere che il mio amico pittore Claudio Botta, che io reputo un grande artista, autore del dipinto raffigurato nella copertina del libro, che gentilmente si è offerto di farmi, ha saputo cogliere nel segno raffigurando quei pizzini con su scritti i titoli di alcune poesie della raccolta svolazzanti fra i due alberi sul promontorio e il mare.
Non per niente il dipinto si intitola “Tra i rami e le onde”.
Per quanto riguarda gli argomenti trattati più frequentemente, da buon romanticone quale io sono, direi che si parla tanto d’amore, amore per la propria metà o per i figli o per la mia terra d’origine, la Sicilia, e il suo splendido mare, che ho dovuto lasciare per svariati motivi, ma dai quali ritorno sempre appena posso; poi si parla di amicizia, di contrasti familiari, della vita vissuta attraverso il mio lavoro (sono infermiere), delle mie sensazioni osservando e vivendo visivamente le vicissitudini del mondo, c’è anche un po’ di ironia, che non guasta (vedi “Elogio della nutella” e Ipertricosi” che sono all’interno della raccolta), e tanto ottimismo per contrastare qualche fugace attacco pessimistico che mi succede, talora, di avere.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?

Tommaso Benigno - Del tutto. Io scrivo della mia realtà e di quella che mi circonda. Non saprei decisamente comporre versi su qualcosa che non ho vissuto, fisicamente o emotivamente. Mi è capitato di sentirmi chiedere da qualcuno che conosco, anche abbastanza bene e a cui avevo letto qualche mia poesia, di comporne una per lui/lei. Ho risposto di no perché mi sembrerebbe di fare qualcosa su commissione, ma soprattutto qualcosa che non sentirei come mia.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?

Tommaso Benigno - Qualcosa di me e qualcosa di mio che ho espresso nel corso degli anni e che mettendolo su carta stampata e su e-book è come se avessi conservato in una metaforica cassaforte, come dei piccoli grandi gioielli da rivedere ogni tanto.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito il libro “Pizzini volanti”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?

Tommaso Benigno -Non ne isolo alcuno. Sono tutti spezzoni del mio ½ secolo di vita bene o male vissuta.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?

Tommaso Benigno - Mi piace leggere, ma soprattutto autori di romanzi. Anche se scrivo versi, leggo pochi libri di poesie. Devo ammettere che apprezzo tantissimo i testi di Mogol, forse anche perché come lui mi piace scrivere in rima, fermo restando che il maestro sia inarrivabile in tutto e per tutto. Sarebbe bello che qualche mia poesia potesse essere messa in musica, ma sono solo sogni, e quelli nessuno mi può impedire di averli.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?

Tommaso Benigno - Io, forse presuntuosamente, preferisco pensare di avere un mio stile, bello o brutto che lo si possa ritenere, perché non voglio imitare nessuno. Mi sembrerebbe di essere il componente di una cover band.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?

Tommaso Benigno - Andrea Camilleri è il mio mito, e come non avrei potuto, essendo anch’io della sua stessa terra e provincia ossia Agrigento (io sono di Menfi anche se da più di 20 anni abito in Brianza, a Limbiate e lui di Porto Empedocle) e poi come descrive lui la sicilianità in tutte le sue sfumature non ce n’è. Oriana Fallaci perché era una giornalista e scrittrice con gli attributi. Roberto Saviano per il coraggio di saper dire la verità. Ultimamente ho scoperto Donato Carrisi che mi affascina alquanto con i suoi thrillers. E poi leggo un po’ di tutto: dai classici alla letteratura moderna, passando pure per Harry Potter.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?

Tommaso Benigno - Il cartaceo, decisamente. Mentre leggo una storia, sfogliare le pagine del libro mi dà quasi la sensazione di vivere in quel momento a stretto contatto con i personaggi della storia stessa.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?

Tommaso Benigno - Di ansia per la paura di farmi sfuggire il cosiddetto attimo fuggente dell’ispirazione. Per cui scrivo di getto come mi viene, per poi rimodellare o perfezionare qualcosa.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Pizzini volanti” se non lo avesse scritto?

Tommaso Benigno - Una mia amica mi ha detto: per curiosità. Già il titolo penso possa destare l’attenzione insieme alla bellissima copertina, poi per il fatto che si tratta di rime baciate che parlano di argomenti diversi, spesso universali, poi perché la poesia è una sintesi di sentimenti, passioni ed emozioni descritti in poche righe che non richiedono molto tempo per essere letti e, infine, perché è un piccolo volumetto che si può tenere in tasca e portarselo anche in metropolitana.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?

Tommaso Benigno - Per me è un già un traguardo aver pubblicato questo libro alla veneranda età di 54 anni che, come mi pare abbia già detto, spero venga apprezzato almeno un po’. Mi piacerebbe dare un seguito a “Pizzini volanti” o, magari, scrivere una storia romanzata. Ma richiederebbe molto tempo e impegno che attualmente non riesco a trovare.

Collana Gli Emersi - Poesia
pp.64 €12.00
ISBN978-88-591-4639-1
Il libro è disponibile anche in versione e-book

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