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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista a Riccardo Amadio, che presenta ai lettori il #libro “La ragazza di Genova” - Aletti Editore

di Rassegna Stampa

Intervista a Riccardo Amadio, che presenta ai lettori il #libro “La ragazza di Genova” - Aletti Editore

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “La ragazza di Genova”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
☑️Riccardo Amadio - Il libro è nato all'indomani dei fatti accaduti nel luglio 2001 a Genova in occasione del G8 e subito dopo l'attentato terroristico alle Torri Gemelle di New York l'11 settembre dello stesso anno. Impiegai a comporlo circa tre mesi, forse anche meno, perché ero in pensione da due anni, avevo molto tempo a mia disposizione e prima di questo avevo scritto nell'ordine Come cavalli liberi dal morso dei cavalieri e il suo seguito Vite Cristallizzate, L'edicola di fronte al Plaza e L'eredità dello zio Posi. Quest'ultimo è suddiviso in tre parti, in quanto narra le vicende dei membri di una famiglia romana dai primi anni del secolo ventesimo fino ai primissimi anni del duemila. Ma non voglio eludere le domande che mi sono state poste: il titolo La ragazza di Genova è molto emblematico e riflette lo spirito del libro, in quanto sintesi di convinzioni maturate nel corso della mia vita. La questione femminile, nella consapevolezza che la società italiana era troppo arretrata culturalmente e socialmente nei confronti delle donne, privandosi in tal modo di una potenzialità innovativa e di una forza sicuramente positiva. L'energia delle nuove generazioni, approdate a nuove sensibilità per il destino dell'umanità, del rispetto dell'ambiente naturale e delle specie animali e vegetali, dopo che le precedenti generazioni di giovani avevano dato origine a lotte altrettanto importanti per l'affermazione delle idee di libertà, di solidarietà e di conquiste di diritti sociali e civili. Purtroppo, tra grandi avanzate e paurosi arretramenti. La necessità di giungere finalmente a una Europa dei popoli che sia prima di tutto politica nei valori universali di libertà, di giustizia e di solidarietà.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
☑️Riccardo Amadio - Oserei affermare in modo inscindibile, anche se nel libro c'è un forte riferimento all'irrazionalità. Ho sempre avuto interesse alla Storia del nostro Paese e alle vicende politiche che si sono susseguite fino ai nostri giorni. Interesse non limitato all'Italia ma alla politica mondiale. Lo ritengo un dovere, prima di un diritto. Insomma, un obbligo di ogni persona civile e acculturata.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
☑️Riccardo Amadio - Questa domanda è molto impegnativa, ma grazie per averla formulata. Il 2001 ha rappresentato per me uno spartiacque speciale nella Storia, superiore forse alla caduta del muro di Berlino. Ai due avvenimenti ricordati e ampiamente trattati nel libro, vorrei aggiungere, ricordando che l'Italia è stata tra i sei Paesi fondatori dell'Unione europea, l'avvento della moneta unica europea tra dodici Paesi, in vigore dal 1 gennaio 1999 ma di fatto in circolazione dal 2002. Allora non si era giunti come Unione europea ai 27 di oggi, ma tra quei dodici c'era anche il nostro Paese, arrivato all'appuntamento con molta fatica, perché già forti erano le pressioni di quanti volevano restare alla lira, sulla quale speculare a fasi alterne nell'interesse superiore del profitto. Certo, l'introduzione dell'Euro non poteva significare un cambio immediato nella politica dell'UE, essendo solo un fattore economico, ma l'Italia si assicurava una maggiore stabilità monetaria. Gli avvenimenti che stiamo vivendo oggi nel mondo dimostrano come quella scelta fosse ineludibile. Nessun Paese europeo si salva da solo, neppure la potente Germania.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “La ragazza di Genova”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
☑️Riccardo Amadio - Dall'ottobre del 2014 iniziai a frequentare il blog del professor Piergiorgio Odifreddi dal titolo "Il non senso della vita", sul sito di Repubblica. Penso che sia stato piuttosto noto e ne parlo al passato perché fu chiuso ad aprile del 2018, anche se proseguì in modo autonomo fino a tutto settembre. Il prof. Odifreddi, oltre a presentare argomenti di grande interesse, non si risparmiava nel rispondere agli interventi dei suoi numerosi interlocutori e gli argomenti in discussione diventavano una preziosa miniera di conoscenza. Molti interventi erano di alto livello e tanti erano frequentatori abituali come me. Con una interlocutrice ci siamo anche conosciuti. Paola e suo marito Paolo vennero a trovarci a Roma da Milano e insieme abbiamo trascorso una bellissima serata, stabilendo un rapporto molto speciale per la sintonia che già avevamo riscontrato negli scambi dei nostri post sul blog. È a lei che mi riferisco in copertina del libro ed è sempre lei che mi ha spinto alla sua pubblicazione.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
☑️Riccardo Amadio - Non so se sia stato ispirato da qualcuno in particolare, ma certamente la lettura di un buon libro ti arricchisce e allarga il tuo orizzonte intellettuale. Sono stato un buon lettore fin dalla più tenera età e un appassionato ascoltatore della Radio, alternando quegli impegni con giochi all'aperto e in casa anche ideati da me e dai miei fratelli. Abbiamo avuto due zii, fratelli di mio padre presto rimasti orfani e di pochi anni più grandi di noi, con i quali abbiamo condiviso molta parte della nostra vita. Di autori letti sempre con interesse ne potrei citare tanti: dai classici russi ai nord americani Mark Twain, John Steinbeck, William Faulkner, Ernest Hemingway, Jack Kerouac e i più recenti Philip Roth, Don De Lillo. Poi, i grandi scrittori sud americani Gabriel Garcia Marquez e Jorge Luis Borges. Moltissimi sono italiani o europei e mi sentirei imbarazzato a farne i nomi per il timore di lasciarne fuori qualcuno. Tra i turchi Orhan Pamuk e Ferzan Ozpetek, più noto come regista cinematografico. Ma altrettanto interessanti sono molti scrittori asiatici, medio-orientali e africani.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
☑️Riccardo Amadio - Anche su questo non saprei essere preciso. Devo dire che sono stati i primi autori letti in gioventù o addirittura prima da ragazzino, eventualmente ad aver inciso in profondità dentro di me. Gli anni del ginnasio e del liceo sono stati davvero formativi: i grandi classici italiani, latini e greci. Tra tutti Tito Lucrezio Caro, che scoprii da solo perché allora era quasi considerato un tabù. Devo in parte a lui, se dopo la maturità, mi iscrissi a Chimica, una facoltà scientifica, pur essendo stato un brillante studente in materie come Italiano, Latino e soprattutto Greco. Qui devo riconoscere il mio grande amore per i Lirici greci: conservo ancora un libretto della Mondadori, nella traduzione magistrale e libera di Salvatore Quasimodo.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
☑️Riccardo Amadio - Credo che si sia capito che nutro un profondo amore per la Poesia, che è stato il primo genere letterario in cui mi sono cimentato da ragazzo. Un altro grande interesse è stato il Cinema. Un amico di mio padre, direttore di una grande agenzia cinematografica, ci riempiva di biglietti per entrare nelle sale. Allora abitavamo a Milano, in via Soperga, che subito dopo la guerra era diventata la strada delle agenzie cinematografiche. Inoltre, i miei genitori erano in stretta amicizia con i proprietari degli appartamenti che ospitavano alcune di quelle agenzie. Avevano anche una saletta privata dove visionare in anteprima le pellicole che in seguito sarebbero state distribuite nei cinema della città. Alla Radio e poi alla Televisione ho seguito molte opere teatrali, che la Rai trasmetteva. C'era un grande fervore culturale, subito dopo la guerra, anche se dentro regole rigide, dettate da una morale molto arretrata. Moralismo più che morale.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
☑️Riccardo Amadio - Sicuramente il cartaceo e questo suppongo per ragioni anagrafiche. Mi sembra di riuscire meglio a concentrami nella lettura, ma da molto tempo mi sono abituato a leggere e a scrivere anche on-line. Ancora quando insegnavo, sono stato tra i primi ad avvalermi dell'informatica e a credere nella grande potenzialità dei suoi strumenti. Anche se in Italia abbiamo assistito a un colpevole ritardo nell'introduzione della digitalizzazione nei settori che più ne avrebbero avuto bisogno.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
☑️Riccardo Amadio - Per questo in particolare, ma più in generale anche per altri romanzi o racconti, posso dire di essermi sentito a volte come in trance. Da giovane, quando esprimevo una emozione o una sensazione in versi, mi sembrava di essere in un'atmosfera ovattata o addirittura come fossi immerso in un acquario.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “La ragazza di Genova”, se non lo avesse scritto.
☑️Riccardo Amadio - Mi viene da pensare a quanto ho scritto sopra circa i fatti accaduti in quello straordinario anno 2001. Per me hanno rappresentato una svolta epocale nella Storia dell'umanità, anche se forse solo oggi cominciamo, ancora in pochi, ad esserne consapevoli.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
☑️Riccardo Amadio - Lei mi vuole bene, considerata la mia ragguardevole età. Ma banalmente: "mai dire mai". Ho scritto molto nella mia vita e alcune cose le ho già citate. Attualmente, so sistemando una storia a cui tengo molto, quella di mia madre e di mio padre. Si basa molto sulle lettere che si sono scambiate in trentatré anni di vita insieme: mia madre molto moderna, anzi in grande anticipo sui tempi che stava vivendo, mio padre figlio della sua epoca. Anche se profondamente antifascista, manteneva nel suo comportamento tutte le caratteristiche del tradizionale maschio italiano. Sono entrambi morti ancora molto giovani: mio padre a 56 e mia madre a 58, meno di tre anni dopo di lui.

Collana "I Diamanti - #Narrativa"
pp.160 €14.00
ISBN 978-88-591-6870-6
Il libro è disponibile anche in versione #ebook

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