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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

Domenico Tonziello ci parla del suo libro di poesie "Ubriaco di versi" ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

Domenico Tonziello ci parla del suo libro di poesie "Ubriaco di versi" (Aletti Editore)

Domanda - Quali sono gli argomenti ricorrenti o per lei fondamentali che tratta in questo volume?
Tonziello - “Ubriaco di versi” è il titolo di una poesia che è tra le pagine di questo libro, ne cito qualche strofa: “mi nutro di parole e di vino, finché ubriaco lo stomaco spinge a vomitar versi dalla faringe”. indipendentemente dal vino (che tra l’altro non lo bevo), le parole per me sono come un nutrimento, quindi scrivere poesie significa sentirmi sazio fino al punto di inebriarmi. Le poesie in questo libro sono di svariati argomenti, ma tutte scritte con versi con rime, quindi essendo sazio e perfino inebriato dai versi, è come se, attraverso la penna, le vomitassi sulla carta. “corro verso una biro, per scrivere versi e non perdere il filo. Cerco un foglio bianco, per schizzare parole finché non mi stanco”.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso sulla scrittura?
Tonziello - La realtà ha inciso molto sulla mia scrittura, infatti, gran parte dei miei testi rispecchiano la mia infanzia, la mia giovinezza e il mio vissuto fino ad oggi.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo in questo suo libro?
Tonziello - Nei testi di questo libro cito spesso prati, fiori, alberi, quindi la natura. Si percepisce l’amore, l’amore appunto per la natura, la vita in generale, per me stesso e nei confronti altrui. Quindi, oltre che custodire dall'obbligo queste riflessioni, vorrei lasciare un messaggio d’amore, cioè che si rispetti la natura in generale, che non ci sia violenza tra i popoli, nelle famiglie e che ci sia pari dignità e rispetto tra i due sessi.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito questo libro, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Tonziello - Durante il periodo della realizzazione delle poesie che sono contenute in questo libro e nella realizzazione dello stesso, ho sempre percepito il calore, l’entusiasmo e la vicinanza della mia famiglia per questa nuova attività e propensione del tutto inaspettata. Sottolineo il loro impegno e la collaborazione nel realizzare le foto della copertina e quelle all’interno del libro, li ringrazio per quante volte hanno lasciato i loro impegni e sono venuti con me a cercare luoghi adatti per scattare insieme tante foto per poi scegliere quelle più adatte al mio intento. È stata una bellissima avventura che mi ha anche divertito. Questo è stato il motivo per il quale ho dedicato il libro alla mia famiglia.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Tonziello - Da quando ho cominciato a scrivere poesie (giugno 2020), ho scritto qualsiasi cosa mi venisse in mente, ma sono particolarmente ispirato dalla mia stessa vita. Come vissuto mi rispecchio in Giovanni Pascoli. Poco più che ventenne ho perso mia madre, ma già dai primi anni di scuola sono stato costretto spesso a vivere lontano da lei e questo mi ha segnato molto. Dopo anni ho perso una delle mie tre sorelle, alla quale ero affezionatissimo, in quanto eravamo gli ultimi di otto fratelli e sorelle , avevamo meno di due anni di differenza ed eravamo molto uniti, dalla nascita alla sua morte abbiamo sempre condiviso gioie e dolori. Successivamente è venuto a mancare uno dei miei quattro fratelli. Ma ritornando a Pascoli, la prima poesia che ho imparato nella mia infanzia è stata “Valentino”, che ricordo tutt’ora a memoria, successivamente “X agosto” e “Cavallina storna” e poi altre ancora. Mi permetto di dire con umiltà che sto cercando di avvicinarmi sempre di più alla sua metrica e che dopo l’edizione di questo libro ho prodotto una poesia dove ho fatto una fusione tra “X agosto” e “Cavallina storna”, ma con parole mie.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Tonziello - Ho sempre amato e ascoltato musica fin da giovanissimo a tutt’oggi, mi piace la musica classica, rock, pop e leggera, insomma mi piace la musica in generale, mi piacciono tanto le colonne sonore dei film di Sergio Leone del maestro Ennio Morricone.Tra i cantanti Italiani, con le loro canzoni mi restano nel cuore Lucio Battisti, Rino Gaetano, Fabrizio De Andrè e altri ancora, sarà per questo che scrivo poesie forse musicali.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Tonziello - Nella mia vita ho letto tutto quello che mi capitasse, dalla narrativa ai gialli, poesie e romanzi, poco ma di tutto. Prediligo da sempre la poesia. Sarà stato il caso, il destino, i lockdown o la passione stessa di leggerle, che in tarda età mi trovo catapultato nello scriverle.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Tonziello - Sono tradizionalista, mi piace il cartaceo rispetto all'ebook, amo il profumo della carta stampata e il rumore dello sfogliare le pagine, amo tastare le parole oltre che con gli occhi anche con i polpastrelli.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Tonziello - Durante la composizione di questo libro, il mio rapporto con la scrittura è stato come un rifugio in cui mi sono rintanato, come se avessi voluto allontanarmi da quel mondo là fuori, di frenetismo e malevolenze. È stata una bellissima esperienza, fino a qualche mese prima non avevo mai immaginato di pubblicare un libro coi miei testi, inviavo poesie ai concorsi, molti dei quali ideati da Giuseppe Aletti, guadagnandomi spesso menzioni di merito, dopodiché ho ricevuto la proposta di edizione dalla casa editrice omonima, che ho accettato con molto entusiasmo. Da lì ho cominciato a comporre poesie con più grinta, con passione e tenacia e sto continuando ancora su questi passi anche dopo l’edizione del libro.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Ubriaco di versi” se non lo avesse scritto.
Tonziello - Dal titolo traspare una profonda intensità emotiva, infatti, nello scrivere i miei testi mi sono sentito inebriato dai versi e ho smaltito la mia sbornia sulle pagine di questo libro, per l’intento di trasmettere emozioni ed inebriare anche il lettore e trascinarlo nel mondo surreale dell’immaginazione, dove dimenticare le bruttezze della vita ed entrare nell’olimpo della pura fantasia. Se non lo avessi scritto io, comprerei volentieri questo libro per scorgere i sentimenti e le emozioni dell’autore e per entrare nel mondo fatato della poesia e dei versi, che portano senz’altro la nostra anima su alte vette.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene un’anticipazione?
Tonziello - Dopo l’edizione del libro “Ubriaco di versi”, oltre ai sogni, nel cassetto ho tanti fogli imbrattati di poesie, quindi sì, ho intenzione di editare altre raccolte.

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