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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
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Intervista a Maria Antonia Matilde Zambelli, che presenta ai lettori il libro "Il tesoro del mercenario” ( Aletti Editore )

di Rassegna Stampa

📌Intervista a Maria Antonia Matilde Zambelli, che presenta ai lettori il libro "Il tesoro del mercenario” (Aletti Editore)

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Il tesoro del mercenario”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Questa ritengo sia una domanda molto importante, poiché riesce a carpire le singole sfaccettature emotive di ogni autore. Non mi sono mai raffrontata con altri scrittori in merito ai criteri di scelta per il titolo di un romanzo, posso solo affermare che personalmente tale scelta è immediata, ispirata e generata dal peso che desidero acquisisca un personaggio in particolare del romanzo.
Ho scelto questo titolo perché ritengo che, almeno una volta nella vita, chiunque possa aver fatto oppure detto qualcosa per avere un tornaconto. Questo non significa essere brutte persone, bensì esseri umani che devono rendersi conto della fragilità e delle debolezze che ci sono in modo innegabile e tangibile. Proprio per un nostro limite, a volte vorremmo qualcosa di ritorno al nostro agire e questo può condurre sulla via dell’errore. L’amore è pieno dono di sé senza aspettarsi nulla in cambio e questo si riferisce all’amicizia, ai rapporti sentimentali e a tutto ciò che quotidianamente rivolgiamo nei confronti di chi ci sta accanto, del prossimo e di ogni creatura senziente.
“Vi è più gioia nel dare che nel ricevere” (San Paolo Apostolo), e se questo intento può sembrare impossibile, ritengo invece che con il cuore pulito e colmo di buoni sentimenti e propositi ciò sia assolutamente realizzabile, una bellissima realtà da vivere e condividere.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Scrivere questo romanzo è stata un’altra esperienza bellissima e particolare in quanto ho cercato di attraversare la prospettiva #maschile – cosa che si è rivelata non semplice – e questo, senza ombra di dubbio, mi ha consentito di comprendere ancor meglio anche quella femminile.
IL TESORO DEL MERCENARIO è un romanzo di fantasia che vuole andare ad evidenziare alcuni aspetti di vita, di decisioni e delle relative conseguenze che per ogni essere umano potrebbero verificarsi.
Nel corso della mia esistenza, purtroppo, mi è capitato di assistere a situazioni dove i sentimenti venivano posti in secondo piano, se non addirittura all’ultimo posto, nella scala dei valori. Sentimenti messi a tacere dalla forza dirompente di altre velleità quali il denaro, il successo, il potere e la libertà. Vivere l’amore è sempre una scelta, esattamente come lo è scegliere il contrario.
Ho molto amato il primo protagonista Eneas perché, mentre lo vivevo scrivendolo, mi ha aperto degli orizzonti incredibili proprio per la sua natura maschile ben definita e, al tempo stesso, a tratti sorprendentemente e assolutamente fragile. Nella mia vita quotidiana, ho preso l’impegno con Dio e con me stessa di cercare sempre di comprendere chiunque mi ritrovo di fronte, essere umano o creatura senziente, ed è veramente qualcosa di strabiliante e di questo devo ringraziare la mia molto amata mamma che, sin da piccola, mi ha insegnato queste poche parole «Prima di dire o fare qualcosa mettiti sempre dalla parte dell’altro e non sbaglierai mai», ritengo che questo consiglio possa riassumere il Comandamento: «Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te». Penso non ci sia da aggiungere altro.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Sempre e ancora sempre il valore dell’#amore. Lo reputo il fondamento e il fulcro dell’esistenza di chiunque.
Personalmente credo che la sua assenza - verso se stessi e verso gli altri – conduca inevitabilmente l’essere umano a quell’aridità dell’anima che genera esclusivamente egoismo, durezza e una solitudine emotiva che va a creare un cerchio senza una reale possibile via di fuga e, ancor peggio, ad erigere quella barriera impenetrabile davanti a chi, invece, vorrebbe abbatterla.
Mi piace molto pensare alle persone come a dei fiori, senza amore l’essere umano è come un fiore senza petali e senza foglie – nudo – solo uno scheletro privo di un’anima e di un cuore, questa ritengo essere la condizione più triste e misera riservata all’#uomo e, purtroppo, è generata unicamente da lui stesso. Noi possiamo scegliere di essere ciò che desideriamo essere e, a parte il gioco di parole, la considero una grande opportunità prima di una grande verità.
In ultimo, empatia, comprensione e tenerezza, doni che sono alla portata di tutti, basta solo volerlo per essere persone migliori nei confronti anche del prossimo. Cercare negli occhi di chi non può parlare, di chi è indifeso e di chi non riesce a far comprendere i silenzi di parole che non riesce a pronunciare.
Vedere e non solo guardare, ascoltare e non solo sentire, questo è il segreto.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Il tesoro del mercenario”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Descriverei il momento esatto in cui Eneas, Bianca e Theodore comprendono l’amore, senza gesti eclatanti, ma solo ascoltando il loro cuore che aveva compreso prima del loro sapere. In fondo tanto è stato scritto sulla definizione da dare all’amore e io, nel mio piccolo, cerco sempre di dare un contributo scrivendo solo ciò che penso e provo e che scaturisce dal mio cuore, dal mio essere. Sono arrivata alla conclusione che l’amore altro non è che un cuore buono, poiché le labbra e il libero arbitrio sono ricolmi di ciò che c’è nel cuore stesso.

Domanda- Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - Non è un segreto la mia predilezione per Arthur Schopenhauer, un filosofo che amo in modo particolare proprio per il confronto interiore che mi consente di fare, nonostante sia stato un uomo ateo e che, convintamente, ha demistificato l’amore. Le altre fonti di ispirazione sono i miei occhi che vedono e la capacità di ascoltare, doti che indubbiamente hanno motivo di esistere unicamente per il grande dono che Dio mi ha elargito e di cui cerco sempre di avere la massima cura e attenzione.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Ogni artista, non blasfemo, mi incanta per la capacità di donare agli altri l’estro creativo di cui è dotato.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Posso dire ciò che non amo: i thriller. Gli altri generi letterari mi appassionano anche se mi capita di non ritrovarmi nella forma e nella sostanza narrativa di alcuni autori.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Cartaceo, da sempre. Considero i volumi di letteratura, poesia, filosofia e saggistica il mio grande tesoro.

Domanda - Per terminare, qual è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro.
Risposta - Una scrittura che ha assunto la valenza introspettiva, intensa, amata.
Ho scritto l’epilogo quando ero al IV capitolo, la storia mi scorreva tra le dita sui tasti del pc ascoltando un artista spagnolo che apprezzo particolarmente e che, con le sue melodie, cullava e accompagnava la mia mente nella narrazione che passo dopo passo prendeva corpo.

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Il tesoro del mercenario”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Lo ritengo un testo dotato di un corpo particolare, con quello stile narrativo che mi contraddistingue: semplice, diretto e fluido.
Mi piacerebbe che i lettori che mi onoreranno della lettura di questo mio quinto libro trovassero, al suo termine, quella sensazione di mancanza che solo un buon romanzo riesce a regalare.

Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - #Scrivere è terapeutico, almeno per me è così, ma è altrettanto vero che per scrivere bisogna avere quell’ispirazione particolare che consente di raccontare, ora sento che devo far riposare la mia mente e dedicarmi di più a mio papà, agli amici e a tutte le creature che amo. Sono sicura che se dovrà esserci un altro romanzo arriveranno le parole, perché prima di scriverle bisogna sentirle e lasciarle libere di fluire da noi stessi.
Il regalo più bello e che desidero, quale eredità, è il sapere che chi mi legge e mi segue mi apprezza e mi ama per ciò che sono accettando i miei limiti e i miei valori.

Vi ringrazio, un augurio a tutti di buona lettura.
Maria Antonia Matilde Zambelli

Chi volesse scrivermi per commentare, dare suggerimenti ed esporre critiche può inoltrare una mail al seguente indirizzo di posta elettronica: mamzambelli@libero.it

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Il libro è acquistabile, previa ordinazione, presso qualsiasi libreria
Titolo: Il tesoro del mercenario
Autore: Matilde Maria Antonia Zambelli
Editore: Aletti
Collana: Gli emersi narrativa
Anno edizione: 2022
In commercio dal: 30 marzo 2022
Pagine: 200 p.
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