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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
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VALERIA COSPITO presenta ai lettori il suo nuovo libro: il romanzo “Sangue in pineta e delitti impuniti” ( Aletti Editore).

di Rassegna Stampa

👉 VALERIA COSPITO presenta ai lettori il suo nuovo libro: il romanzo “Sangue in pineta e delitti impuniti” (Aletti Editore).

📒Un libro per gli amanti del giallo, e non solo...

Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai “Sangue in pineta e delitti impuniti”? Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Il titolo del #romanzo trae spunto da un’aggressione avvenuta nella pineta di #SanVito, sita sulla costa ionica, nelle immediate vicinanze di #Taranto. Questa azione delinquenziale compiuta dalla banda delle “#Tuteblu”, denominazione dovuta al colore della tuta indossata, arrecò gravi danni ad una comitiva di giovani appartatisi di notte in un angolo di paradiso fronte mare, apparentemente non pericoloso.
La vicenda accadde negli anni sessanta, la cronaca ne parlò tanto e grande fu l’allarme creatosi nella popolazione, abituata alla tranquillità di quei luoghi.
Attingendo ai miei ricordi adolescenziali rimasti indelebili, ho liberamente romanzato il fatto, mettendo in risalto tematiche secondo me degne di approfondimento. Lo scenario di partenza mette a fuoco ben due delitti rimasti impuniti: un #omicidio e lo #stupro della protagonista. Quest’ultima, vittima di un danno gravissimo, emarginata dai pregiudizi sociali e per di più colpita da pericolose malattie psico-somatiche, con la sua forza d’animo, si trasformerà in una leonessa, tanto da riscattarsi dall’onta subita.
Nella #narrazione, a proposito del concetto di #giustizia, evidenzio le carenze delle #indagini svolte all’epoca, l’#omertà, il pregiudizio, piaghe sociali presenti allora come oggi. In ogni caso, attraverso l’evolversi dei fatti, il #lettore toccherà con mano come la caparbietà dei personaggi risulterà vincente nella difesa della dignità umana. Il messaggio di ottimismo che caratterizza i miei scritti, anche questa volta si imporrà grazie all’impegno volenteroso e leale di quanti, sorretti da sentimenti profondi, dimostreranno di credere fermamente nell’onestà e nella giustizia.

Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - Nel romanzo ho voluto rappresentare una realtà che riguarda il passato ma che fa da specchio a quanto accade nel presente. E’ una mia esigenza guardarmi attorno per avere il polso dei tempi che stiamo vivendo. Oggi è sotto gli occhi di tutti l’esigenza di cambiamento soprattutto di una giustizia più celere, equa e non appesantita dalla burocrazia. E’ indubbio che il nostro sistema giudiziario è sbilanciato a favore del reo con la previsione di consistenti provvidenze e riduzioni di pena aventi l’illusorio obiettivo di un suo recupero sociale. Al contrario, chi subisce il danno, di qualsiasi entità esso sia, è lasciato miseramente da solo di fronte alla drammaticità dei torti subiti. Eclatante poi la totale irresponsabilità della magistratura per i danni causati dal suo operato, anche se gravemente colposi o arbitrari. Di certo occorrono leggi adeguate ai tempi per non lasciare in sospeso situazioni incresciose. Il mio obiettivo è stato quello di denunciare i guasti del sistema giustizia e i retaggi sociali che richiedono una maggior apertura rispetto alle problematiche attuali, oggetto di controversie e scontri, anche di un certo spessore. Certamente con ciò non mi illudo di sollevare le coscienze, ma qualcuno dovrà pure dar voce al proprio sentire di fronte a storture evidenti alle quali troppi sono assuefatti.
Nella narrazione ho invece descritto in termini entusiastici la realizzazione negli anni sessanta di quella città metallica dagli impianti modernissimi, da cui io stessa ero abbagliata avendo dato lavoro alla classe operaia, oltre un valido contribuito alla rinascita economica del sud. Ebbene, poiché tutto cambia l’ex Italsider, allora vanto nazionale, oggi si è trasformata nella famigerata ILVA. Con ciò è di tutta evidenza che non esiste una realtà assoluta, ma tante realtà irrimediabilmente legate ai momenti storici, anch’essi condizionati da innumerevoli fattori in grado di distorcere la bontà delle scelte fatte in passato.

Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Sono pienamente convinta che la scrittura sia lo strumento fondamentale cui ricorrere per esternare fino in fondo il proprio pensiero. Se quest’ultimo è esposto con chiarezza, il lettore ne coglie facilmente i messaggi che diventano materia di riflessione e sarebbe bello se venissero anche condivisi.
E’ chiaro che nella scelta dei contenuti prediligo orientarmi su problematiche attuali d’interesse comune, che si ripetono ogni giorno in contesti diversi, ma sostanzialmente simili. La tutela del cittadino da sopraffazioni, soprusi, corruzione, svariate forme di violenza, in buona sostanza il dare priorità alla difesa della dignità umana, è per me fondamentale e dovrebbe essere di monito a quanti, invece, persistono nell’inerzia e nell’indifferenza, atteggiamenti che aborrisco perché esprimono il male del secolo. Non è forse vero che la storia la fanno i pochi e che le masse seguono passivamente chi si impone, al di là della bontà dell’ideologia perseguita. Ecco perché la mia voce, attraverso un semplice scritto, sarà pure una goccia nel mare, ma mi piace pensare ad una società grintosa, capace di difendere i propri ideali e ciò in cui crede.
Oggi purtroppo i valori che rendono sana la società sono visibilmente assopiti; il mondo intero infatti va a rotoli per il prevalere di falsi miti e distorsioni di ogni genere. Ritroviamo, con una punta di ottimismo, quanto si è perso, salviamo dall’oblio quanto di buono è opportuno recuperare e per cui invece vale la pena vivere.

Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “Sangue in pineta e delitti impuniti”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore, come li descriverebbe?
Risposta - Isolerei senz’altro l’episodio dell’aggressione da cui inizia il romanzo, essendo fondamentale per comprendere l’evolversi di fatti e situazioni fra loro concatenati. Nelle pagine che lo riguardano credo di aver descritto nei toni giusti la crudeltà dei #crimini commessi. Per offrire al lettore l’immagine chiara di quanto ho voluto rappresentare, ho evitato di cadere negli eccessi, infatti, piuttosto che esaltare gli atti di violenza fine a se stessi, ho preferito evidenziare la reazione delle vittime. Il loro stato d’animo, soggetto a mutamenti e continui risvolti psicologici nell’affrontare il dramma, è descritto nei dettagli, in particolare per quanto concerne Raffaella, vittima di stupro e non solo.
Un altro, fra gli episodi più salienti che prediligo, riguarda l’incontro di Dario, l’avvocato, con Gianni, ex dipendente dell’#Italsider. Sensibile al fascino della mia terra, ho colto l’occasione per descrivere nei particolari quel tratto di costa ionica, sita nei pressi di Taranto. Scavando nei miei ricordi adolescenziali ancora ricordo il profumo dei pini, l’aria salmastra di un mare cristallino, allora meta di turisti attratti da spiagge selvagge e incontaminate. E’ proprio lì che Gianni aveva scelto di vivere ed è lì che, seduto su uno scoglio, incontra l‘avvocato romano cui rivolge con naturalezza la parola mettendolo subito a suo agio. Quello sconosciuto dall’aria per bene lo colpisce immediatamente, avvertendo istintivamente nei suoi confronti una sintonia del tutto particolare. A questo punto, in virtù dell’apertura e del senso di ospitalità tipico della gente del sud, scatta tra i due un’intesa perfetta, che sorprende il nuovo arrivato. A Gianni, abituato alla solitudine, non sembra vero poter scambiare due chiacchiere con qualcuno. Raccontandosi a vicenda il proprio vissuto, scopriranno punti di contatto e obiettivi comuni, per cui nascerà fra loro una sincera amicizia che li porterà ad un’intensa e proficua collaborazione.

Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali nella sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - La mia formazione è essenzialmente classica avendo frequentato il Liceo e la facoltà di Storia e Filosofia alla Sapienza di Roma.
In questi ultimi tempi però, dedicandomi ai gialli, mi sono ispirata ad autori che, nella lotta al crimine ed al male in generale, hanno messo al servizio dei valori umani le loro abilità narrative. Tra i più noti, cito ad esempio Di Giovanni, autore di varie serie di #romanzi quali “I bastardi di Pizzo Falcone” e “Il Commissario Ricciardi”. Di questo autore ho apprezzato la minuta descrizione delle circostanze e dei luoghi che irrimediabilmente lo legano alla sua terra d’origine, una Napoli di ieri e di oggi, sempre pronta ad offrire sensazioni e colori del tutto particolari. Mi fa piacere citare anche un autore forse ancora poco conosciuto, Piergiorgio Pulixi, che ho avuto modo di apprezzare di recente alla presentazione del suo libro “Un colpo al cuore”, in cui rappresenta un giustiziere, animato dal desiderio di riparare agli errori giudiziari. Leggendolo mi ha ricordato, per certi versi, il più famoso “Conte di Montecristo”.

Domanda - Ci sono altre discipline artistiche o artisti che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Come ho già detto, la mia formazione è avvenuta attraverso gli studi classici, ho avuto quindi modo di approfondire i colossi della letteratura, di studiare Storia, Filosofia e Psicologia. Praticamente la mia #scrittura nasce da un’esperienza di vita a continuo contatto con la cultura, grazie anche all’ambiente familiare in cui non sono mancati letterati e scrittori. In ogni caso, ritengo di aver acquisito uno stile personale sobrio, efficace, ma in continua evoluzione, perché c’è sempre da imparare.
Tra le discipline artistiche prediligo la musica e la pittura. Probabilmente queste ultime mi hanno resa più sensibile all’armonia dei suoni e al bello in generale. Come un pittore descrive con i colori le sue sensazioni emotive, altrettanto cerco di essere oculata nella scelta delle parole, per offrire al lettore l’immagine chiara di quanto voglio rappresentare.

Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro, quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Nella mia attività di #scrittrice ho rivolto l’attenzione sia alla poesia che alla #prosa.
Ho realizzato già cinque o sei libri di poesie oltre a tanti altri scritti poetici pubblicati su antologie e riviste. Per la prosa mi sono cimentata nell’auto biografia con “Per lasciare un’impronta”, in cui ho trattato in particolare il tema dell’adozione. Ho prodotto una raccolta di novelle “Quindici perle della mia collana”, narrando, come è mia abitudine, fatti di vita realmente accaduti. Per quanto riguarda i #romanzi, nel primo, “Come il fiume che scorre” di carattere essenzialmente psicologico, ho trattato il tema dell’abbandono. Successivamente mi sono cimentata nella giallistica, realizzando una trilogia di romanzi: “Un unico destino”, “Anatomia familiare con delitto” e “Sangue in pineta e delitti impunti” che è l’ultimo scritto, almeno per ora.

Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Data la mia difficoltà ad usare lo strumento informatico, prediligo il cartaceo, lo maneggio più facilmente, ne apprezzo l’odore e mi piace vederlo esposto in #libreria. Forse sono all’antica, sono consapevole dei miei limiti ed è molto probabile che sbagli nel sottovalutarlo. Per non voler essere esclusivista mi son cimentata ugualmente nella lettura del libro digitale, ma ho avvertito un certo disagio. Riconosco però che per i giovani è un’innovazione importante, appartengono ad una generazione diversa dalla mia, è giusto che siano aperti al cambiamento e mi sta bene che usino lo strumento digitale perché ciò che conta è che si accostino di più alla #lettura.

Domanda - Per terminare, quale è stato il suo rapporto con la scrittura durante la composizione del libro?
Risposta - Per quanto riguarda i contenuti, nel libro in questione, esprimo la mia profonda delusione per il permanere, anzi il peggiorare dei disagi e guasti sociali causati da leggi inadeguate e da riforme necessarie, ma mai attuate. Al di là delle ideologie politiche, da cui dovremmo trarne il meglio in un clima di collaborazione per il bene della nostra nazione, si continua a far chiacchiere e colpevolizzare l’avversario senza mai affrontare seriamente e risolvere i ben noti mali atavici che ci affliggono. Come reazione, con la mia vena ottimistica, mi compiaccio nel costruire personaggi su misura sempre attivi e pronti ad interagire per non soccombere a un destino avverso dovuto alla corruzione, al pregiudizio, alla lentezza burocratica, legislativa, giurisdizionale e quant’altro.
Il meglio di me stessa nella scrittura, lo do nelle prime ore del mattino, oserei dire all’alba, quando mi sento più sensibile e desiderosa di comunicare i miei pensieri, prima che possano sfuggirmi a causa dei soliti impegni quotidiani. Per rendere chiara l’esposizione di fatti, situazioni e personaggi, la mia preoccupazione è quella di costruire periodi scorrevoli, scegliendo con cura le parole; queste, sapientemente accostate, creano l’armonia necessaria perché il lettore possa avere più facilmente la sensazione di vedere quanto descrivo.
Non è forse così che si regola un pittore nella scelta dei colori per fissare sulla tela i suoi sentimenti?

Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe “Sangue in pineta e delitti impuniti”, se non lo avesse scritto?
Risposta - Già il titolo del romanzo fa capire che il tema trattato è quello di un “#coldcase”, come dicono gli americani. Ciò può sollecitare la curiosità del lettore di conoscere una delle tante storie di cronaca nera rimaste irrisolte. Oggi, come ieri, accadono le stesse cose e il cittadino, costretto a subire e ad avere paura, non si sente adeguatamente protetto. Oltre a ciò, chi predilige la lettura di #romanzigialli, potrà essere attratto dall’evolversi dell’indagine in essa descritta e dal tema dei processi che si riaprono dopo anni di silenzio.

Domanda - Ha in progetto ha altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene un’anticipazione?
Risposta - Ho in progetto un libro di novelle che ho lasciato “nel cassetto” dopo averne pubblicato uno simile dal titolo “Quindici perle della mia collana”.
Credo però che a breve concluderò uno scritto originale che mi sta molto a cuore, sia per aver realizzato un’armonica commistione tra prosa e poesia, che per aver affrontato il tema della natalità in tempo di pandemia.

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