 | 👉Intervista a Lucia Di Carlo che presenta ai lettori il libro "La coppia divina"
Domanda - Partiamo proprio dal titolo, come mai "La coppia divina". Quali sono gli argomenti ricorrenti, o per lei fondamentali, che tratta in questo volume?
Risposta - Gli argomenti fondamentali che tratto in questo volume riguardano l’essere donna e l’essere uomo. Come ci si sente interiormente con il genere che incarniamo, come ci sentiamo nei confronti del luogo specifico e della cultura in cui viviamo, e se il posto che occupiamo, come uomo o donna nel mondo, lo sentiamo giusto per noi. Che significa essere maschio-uomo e che significa essere femmina-donna dentro di noi e poi proiettato nella società in cui viviamo. Cosa significa essere uomo o donna dal punto di vista intellettuale, sessuale, psicologico, emotivo, di istinto, di sensibilità, di sentimento, cosa dice la ragione a tale proposito e come parla il nostro cuore se gli poniamo queste domande. Per me è e sarà una ricerca che durerà per la vita. E’ chiaro che queste risposte non possono essere razionali, ma devono sedimentare e scendere in profondità per prendere consapevolezza di questo essere maschili e femminili. In quasi tutto il mondo prevalgono i valori maschili su quelli femminili, né l’uomo né la donna utilizzano questa energia femminile. Il “femminile” dorme e questo porta conseguenze disastrose. Per fare un esempio semplicistico: è come se del mio corpo usassi solo ed esclusivamente la mano destra, pur avendo quella sinistra funzionante, a lungo andare il corpo si deformerà. Il “Titolo” è stato un percorso meraviglioso, e non si è svelato subito. Ci sono stati diversi abbozzi non soddisfacenti prima di arrivare a questo definitivo, che amo profondamente, perché è un dono che mi è giunto mentre stavo meditando; dal nulla mi è arrivata questa scritta a caratteri dorati “La Coppia Divina”. E sono stata felice perché è azzeccato. Lo so che quando si pronuncia “divino” sembra una parola astratta. Anche il vangelo recita che: ”L’uomo è fatto ad immagine e somiglianza di dio”, bisogna fare esperienza. La vita rimane un mistero e il mistero è sempre divino.
Domanda - Quanto la realtà ha inciso nella scrittura?
Risposta - La realtà è stata fondamentale nella mia scrittura. Ora posso dirlo perché ho compreso. Sin da bimba tenevo dei diari che riempivo giornalmente e notturnamente: di cosa succedeva nella mia famiglia, come vivevo quegli stereotipi radicati nei miei genitori, nei miei fratelli e nelle mie sorelle, e naturalmente assorbivo anche io questi insegnamenti, ai quali non ero molto propensa perché mi sembravano fortemente ingiusti. Fatti e vicende che vedevo anche fuori dal contesto familiare. Alcune delle mie coetanee erano più fortunate di me, altre meno, ma ognuno ha la sua storia e le storie sono tutte sacre e non esiste un destino migliore o peggiore di un altro. Il destino ha carattere di unicità per ogni essere umano. Ho continuato a scrivere e lo faccio anche ora, ma non ho mai pensato di scrivere un libro.
Domanda - La scrittura come valore testimoniale, cosa ha voluto salvare e custodire dall’oblio del tempo con questo suo libro?
Risposta - Salvare, custodire, diffondere ai presenti e ai posteri un messaggio di unione del maschile e femminile dentro e fuori di noi che molti Maestri, illuminati, sapienti, persone di consapevolezza, come li vogliamo chiamare non ha importanza, hanno predicato e continuano a predicare eternamente con i loro libri, con i loro insegnamenti. Il Maschile e il Femminile sono archetipi, energie cosmiche che si manifestano attraverso di noi, che la società divide in ruoli fissi dando maggiore importanza ad uno dei due, crocifiggendo l’altro per una questione di potere. Noi siamo maschi e femmine contemporaneamente, e se ne diventiamo consapevoli la nostra vita sarà ricca, perché potremo usare tali energie a nostro piacimento, impersonandole come un gioco: ora il ruolo maschile, ora il ruolo femminile senza sentirsi costretti a essere relegato in un solo dei due, o escluso in uno dei due. Certo bisogna fare i conti con tutti i condizionamenti che abbiamo ricevuto e che siamo disposti a lasciare andare, se vogliamo dare le chiavi ai nostri discendenti di un mondo più equo, più giusto, brillante e pieno di gioia. Magari non per tutti… ma per quelli che si impegnano e che sono più consapevoli.
Domanda - A conclusione di questa esperienza formativa che ha partorito “"La coppia divina”, se dovesse isolare degli episodi che ricorda con particolare favore come li descriverebbe?
Risposta - Descrivo un episodio che ha avviato la scrittura di questo libro, quando mi sono iscritta ad un corso di Life Coaching Immaginale sulla Comunicazione, o almeno credevo che fosse quello, e invece con mio grande stupore e preoccupazione, mi sono trovata a frequentare un Corso immaginale di Scrittura Creativa. Volevo fuggire, sono rimasta attonita, basita, non sapevo che fare, da dove iniziare, ero completamente in preda al panico. Sono rimasta nel caos per parecchi giorni. Poi una voce mi sussurrava che quello non era stato un errore ma un messaggio inequivocabile, e che, se mi fossi tirata indietro, avrei tradito il mio coraggio. Così in punta di piedi le sensazioni di panico si sono sostituite ad una visione sempre più chiara: sono arrivate le immagini del destino del mio libro, si è formato così l’indice con tutti gli argomenti, e come per magia le “I-dee” che attraversavano la mia mente si sono trasferite in parole sulla tastiera del PC. Più che episodi, ricordo “sensazioni” che quello che scrivevo era inconcepibile per alcuni, traumatico per altri, intriso di peccato per i bigotti e spunto di riflessioni che portano ad una apertura mentale per altri ancora. Ogni volta che rileggo questo scritto, mi succede una cosa strana, ho sempre una comprensione più profonda e mi stupisco.
Domanda - Quali sono le sue fonti di ispirazione: altri autori che ritiene fondamentali per la sua formazione culturale e sentimentale?
Risposta - La cultura che vivo è quella siciliana. La #Sicilia è una terra di fuoco, di passione, basti pensare al vulcano Etna, e al mare che la circonda. La sua natura, come tutta la natura, mi ispira e mi dà forti emozioni, mi guarisce, mi sostiene. Ogni volta che non sapevo come continuare, andavo nel bosco, o al mare, o estraevo un tarocco e le idee arrivavano come per magia. Lo Yoga mi ha ispirata, con i maestri che ho conosciuto anche solo attraverso i libri come “Il Tantra” di Andrè Van Lisebeth, La Bagavad Gita, La Shiva Samhita, Sesso Zen di Philip Toshio Sudo, La scientificazione dell’amore di Michel Odent, i libri di Eckhart Tolle, I tarocchi di Osho e tutti i tarocchi in genere. Ho trovato molto nutriente Il libro di Giuseppe Aletti “da una feritoia osservo parole”, ne leggevo il contenuto ogni mattina appena alzata, per me è stato come incontrare, sull’attraversamento di un ponte, persone che mi davano la mano…Ti senti parte del tutto, anche le altre anime fanno la stessa cosa e questo è bellissimo! Dà un senso di unione indescrivibile.
Domanda - Ci sono altre discipline artistiche, o artisti, che hanno in qualche modo influenzato la sua scrittura?
Risposta - Sì: i quadri di Van Gogh, di Caravaggio, i tramonti, la scultura di Amore e Psiche, la Trilogia del Signore degli Anelli, la danza, dai balli ottocenteschi al tango argentino, ai balli caraibici, le canzoni di Mina, di Tiziano Ferro, la musica di Ernesto Cortazar, di Roberto Cacciapaglia, di Beethoven, il Requiem di Mozart, la poesia di Giacomo Leopardi, di Kavafis, di Salvatore Quasimodo, di Kalil Gibran e tanti altri.
Domanda - Oltre a quello trattato nel suo libro quali altri generi letterari predilige?
Risposta - Uno dei pochi romanzi storici che mi ha appassionato è stato “I pilastri della terra” di Ken Follett, i romanzi thriller moderni come “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown, Isabella Allende , Alessandro Baricco, i romanzi di avventura di Wilbur Smith, i romanzi fantasy come “La signora delle tempeste” di Marion Zimmer Bradley. E’ chiaro che prediligo anche i libri che parlano di esoterismo e mi affascinano quelli che riguardano la simbologia.
Domanda - Preferisce il libro tradizionale cartaceo o quello digitale?
Risposta - Preferisco il libro cartaceo perché nutre i sensi: il tatto con la carta, l’odore della carta e dell’inchiostro, la sua consistenza, i colori della copertina, e poi immagino tutto il viaggio che il libro ha percorso prima di arrivare nelle mie mani, soprattutto quando è un libro già usato, che si è impregnato dell’odore di tanti altri lettori, delle energie e delle vicissitudini dei luoghi in cui è stato custodito; per non parlare poi dei libri che si prendono nelle biblioteche, se potessero parlare, chissà cosa racconterebbero… un po’ mi fa paura e mi intriga al tempo stesso. Ma non ho nulla in contrario per la lettura digitale, è più contenuta come spazio e più pratica, anche perché le emozioni arrivano in ogni modo, piene di contenuto per un lettore attento e sensibile.
Domanda - Per terminare, quale è stato il suo rapporto con la scrittura, durante la composizione del libro?
Risposta - Amo scrivere manualmente. Quando leggo qualcosa che mi risuona, la scrivo su un diario addetto agli appunti più diversi, forse nella mia vita precedente ero un amanuense. La scrittura, questa grande dea, mi ha accompagnata sin da piccola, mi permetteva di esprimermi intimamente senza essere giudicata, la scrittura è stata ed è la mia confidente preferita, mi confortava e mi conforta nei momenti difficili, è stato il talento nascosto che non ho considerato e che non pensavo di avere, anche se per me era naturale scrivere. Tempo fa ero con un amico e dovevamo scrivere un pensiero di auguri, allora lui mi ha detto: ”scrivilo tu, che sei più brava!” E’ difficile che un uomo ti dica questo! Soprattutto qui in Sicilia. Però in fondo non mi interessava più di tanto il suo giudizio. Quando la vita mi ha portata a scrivere questo libro, come ho già detto, ho avuto tanta paura, dubbi sulle mie capacità, ero terrorizzata dal giudizio altrui, da un eventuale insuccesso, ma non potevo tornare indietro, mentre l’altra parte di me sapeva già come fare. Mi sedevo a scrivere, anche se non sono incline a stare seduta per delle ore, ed era… non è facile spiegare, era come se lo avessi fatto da sempre, era familiare, come adesso, sento che tutto si svolge in armonia: l’atto di scrivere, lo scrivente e il contenuto dello scritto sono tre persone in una, si interscambiano, sono la stessa cosa e, il coronamento di questa unione, è il messaggio che trasmettono al lettore. Poi, certo il messaggio viene recepito in mille modi differenti. Quando si scrive è tutta una magia, se ti metti in connessione con le emozioni, ma devo dire che il successo l’ho già raggiunto, per il semplice fatto di essermi cimentata in un progetto del tutto nuovo e ignoto per me. Comunque vada questo è già un successo.
Domanda - Un motivo per cui lei comprerebbe "La coppia divina”, se non lo avesse scritto.
Risposta - Uno dei motivi per cui lo comprerei è proprio la curiosità di sapere come una coppia, che nel caso specifico sono la donna e l’uomo, può essere “divina”. Sa quasi di blasfemo per il luogo comune. Ma non è così. E poi che cosa significa essere divini? Come si fa ad essere divini? E ancora perché non essere diabolici? O divini e diabolici in un ritmo circolare? Ma veramente esiste questa divinità in noi?
So perfettamente che sul maschile e sul femminile c’è tanta letteratura, e chi sono per potere scrivere su un tale argomento così vasto e complesso, però è la mia esperienza, la mia comprensione, la mia piccola luce interiore che parla a modo proprio, e che voglio far conoscere.
Domanda - Ha in progetto altre opere da scrivere nel prossimo futuro? In caso affermativo, può darcene una anticipazione?
Risposta - Progetti per scrivere un'altra opera per adesso non credo, però voglio continuare a scrivere poesie e racconti, e c’è un evento al quale tengo particolarmente, ed è il vostro di Augusta per la Poesia. Parteciperò con molto piacere, per conoscerVi, per respirare la Vostra atmosfera, e perché sono siciliana, sarebbe un peccato perderlo, proprio a due passi da casa mia.
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